Intel entra nel running (AI)

Intel entra nel running (AI)

Riccardo Mares

Parliamo ancora di sport e tecnologia: non solo Google scende in campo per le analisi delle performance sportive, ora è la volta di Intel feat Exos.

23 Marzo 2021

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Exos è un’azienda specializzata nell’analisi delle prestazioni umane. Intel è uno dei leader di mercato nella produzione di microprocessori. Insieme – tramite la tecnologia 3D Athlete Tracking (3DAT) – si stanno concentrando per aiutare ad allenare gli atleti professionisti che aspirano ad entrare nella National Football League (NFL) e non solo. Dopo aver scritto di come Google si stesse avvicinando allo sport, ora è il momento di questo nuovo colosso informatico.

La tecnologia 3DAT di Intel cattura i dati scheletrici durante la corsa dell’atleta, utilizzando una videocamera che funziona a 60 fotogrammi al secondo. Questi dati vengono quindi analizzati tramite Intel  Deep Learning Boost AI.

L’obiettivo è quello di rendere più semplice capire, per gli allenatori e per gli atleti , come diversi tipi di strutture scheletriche possono dare un atleta un vantaggio su un altro, ha detto Ashton Eaton, due volte medaglia d’oro olimpica nel decathlon e ingegnere di sviluppo del prodotto in Olympic Technology Group di Intel.

“Non sappiamo perché le persone vincono o perdono, ci sono un sacco di incognite”

Con la nuova tecnologia può diventare possibile ottimizzare i regimi di condizionamento basati su come è costruito lo scheletro di un atleta specifico, ha notato Eaton. Rilevazioni su velocità, accelerazione e biomeccanica sono emerse nei rapporti condivisi con allenatori e atleti. Questi dati possono essere critici perché la differenza tra chi vince una gara, per esempio, si riduce a un decimo di secondo, ha notato Eaton.

La cosa più interessante di questo approccio dal punto di vista dell’atleta è che non richiede loro di attaccare sensori al corpo. Tutti i dati vengono catturati utilizzando una telecamera portatile che può essere utilizzata all’interno o all’esterno.

Anche i giocatori possono trarne beneficio, dato che i dati vengono impiegati per prevenire gli infortuni o per aiutarli a recuperare più velocemente. Molte fratture, per esempio, si verificano come risultato di stress ripetuto su un osso specifico, qualcosa che potrebbe potenzialmente essere identificato prima e prevenuto.

Trovata la pietra filosofale per ottenere risultati migliori di altri atleti? Sicuramente no, le variabili in gioco sono tantissime. Ma un supporto scientifico all’analisi biomeccanica, può consentire di portare gli atleti ad ottenere dinamiche di corsa “perfette” con miglioramento delle performance e riduzione degli infortuni. Non solo: può permettere anche di produrre prodotti migliori, una sorta di galleria del vento estesa per le scarpe da running.

 

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