Chetoni esogeni: cosa ci dice la scienza?

Chetoni esogeni: cosa ci dice la scienza?

Veronica Signorini

Chetoni esogeni, cosa dice la scienza di questi prodotti di integrazione? Veronica Signorini parte a spiegare la chetogenesi per poi analizzare i chetoni.

23 Febbraio 2021

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Sicuramente ne avrai sentito parlare dei chetoni, l’ultima moda in termini di integrazione, in particolare per il ciclismo ed il triathlon.

Si dice che i chetoni facciano dimagrire più velocemente e che aumentino le prestazioni.

Ma cosa dice la scienza dei chetoni?

Quando parliamo di chetoni dobbiamo prima di tutto introdurre l’argomento della chetogenesi per riuscire a capirne a fondo il funzionamento.

La chetogenesi è uno stato fisiologico che l’organismo utilizza come strategia di adattamento e difesa in condizioni “estreme” come il digiuno prolungato, o l’esercizio fisico intenso e protratto tale da portare ad un esaurimento delle scorte di glicogeno e quindi l’abbassamento dei livelli di glicemia.

In queste condizioni l’organismo per far fronte ai propri fabbisogni energetici inizia a metabolizzare i grassi a scopo energetico e da qui derivano i chetoni endogeni. I due principali prodotti sono: l’acetoacetato e il beta-idrossibutirrato (BHB), mentre l’acetone è un terzo corpo chetonico, meno abbondante.

Questi metaboliti, pur essendo dei derivati dei lipidi, hanno caratteristiche che li fanno assomigliare agli zuccheri: hanno infatti un’elevata velocità di immissione nel flusso ematico e un’altrettanto elevata rapidità di utilizzo. Essendo di piccole dimensioni, infatti, i muscoli li riescono ad utilizzare in luogo degli zuccheri come fonte energetica.

chetoni

I chetoni sono quindi prodotti naturalmente dal nostro organismo, ma la loro quantità aumenta in maniera notevole in caso di digiuno prolungato (dopo 2-3 giorni) o durante una privazione (o perlomeno forte riduzione) di introito di carboidrati a lungo termine (non meno di 15gg); esistono anche condizioni patologiche di chetosi, la quali si possono manifestare, ad esempio, nei pazienti diabetici e nei soggetti che fanno un abuso di alcool.

Esistono un tipo particolare di strategia alimentare, la famosa dieta chetogenica, che ha proprio l’obiettivo di instaurare la chetosi. Si tratta di una strategia nutrizionale facente parte delle diete LCHF (Low Carb High Fat), basata, appunto, sulla riduzione dei carboidrati alimentari.

La dieta chetogenica è tale se instaura uno stato metabolico di chetosi fisiologica, ovvero una condizione in cui anche il sistema nervoso centrale possa essere in grado di ottimizzare la capacità di impiegare a scopo energetico i corpi chetonici, e nel fatto che questi ultimi raggiungano determinate concentrazioni nel sangue (4-8 mmol/dL contro i 0.1 mmol/dL della dieta non-chetogenica).

Ora che abbiamo capito cosa sono i chetoni endogeni e come funzionano, cerchiamo di capire che differenze ci sono con quelli esogeni, ovvero quelli non prodotti dall’organismo, ma introdotti tramite l’integrazione.

Questi integratori contengono solo il beta-idrossibutirrato (BHB), in quanto l’altro corpo chetonico primario, l’acetoacetato, non è chimicamente stabile.

Di BHB ne esistono due forme principali:

  • Sali chetonici: sono chetoni legati ad un sale, tipicamente sodio, potassio, calcio o magnesio e si trovano più spesso sotto forma di polvere e mescolati con liquidi.
  • Esteri chetonici: sono chetoni legati ad un altro composto (un estere) e confezionati in forma liquida.

La differenza tra i due tipi di integratori è la tolleranza intestinale e la loro biodisponibilità.

I sali possono fornire solo piccole quantità di corpi chetonici senza causare disturbi gastrointestinali, mentre gli esteri sono tollerati molto meglio ma sono più difficili da ottenere e per questo sono anche più costosi. Quest’ultimi, infatti, sono utilizzati principalmente nella ricerca e non sono così prontamente disponibili per l’acquisto come i sali chetonici.

chetoni

Entrambe le forme di integratori però hanno dimostrato di aumentare i livelli di chetoni nel sangue, imitando ciò che accade nella chetosi quando si segue una dieta chetogenica.

In uno studio, l’integrazione con circa 12 grammi (12.000 mg) di sali chetonici ha aumentato i livelli di chetoni nel sangue dei partecipanti di oltre il 300%.

Cosa comporta l’assunzione di questi integratori?

Si tratta di una modalità alternativa per aumentare le concentrazioni di chetoni nel sangue nonostante si stia seguendo una dieta normale.

Se in precedenza abbiamo visto che la chetosi nutrizionale si ottiene seguendo una dieta “chetogenica” ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati, introducendo dei chetoni esogeni, possiamo ottenere lo stesso risultato senza dover per forza cambiare in modo così drastico il nostro regime alimentare, come nel caso di una dieta chetogenica, e che comporterebbe anche un certo periodo di adattamento.

Uno dei principali vantaggi proposti da questa pratica sarebbe quindi un meccanismo di “risparmio del glicogeno”, in quanto verrebbero utilizzati i chetoni a scopo energetico e non il glicogeno presente nei muscoli.

Detto ciò, purtroppo, la ricerca scientifica non fornisce un vero responso in materia anche perché la letteratura disponibile non è ancora molto sviluppata, tanto che in alcuni studi del 2016 e del 2018 si sono visti benefici in termini di performance e risparmio energetico (sotto forma di glicogeno), mentre al contrario in altri studi del 2019 e del 2020 sembrerebbe addirittura che l’assunzione esogena di chetoni vada ad incidere negativamente nei pathway energetici, non stimolando il metabolismo lipidico, inibendo quello glucidico e non incidendo in modo differente sul consumo di glicogeno o sulla performance, il tutto sempre rispetto a un placebo.

Ciò però non toglie che non ci siano effetti positivi, è necessario, quindi, continuare con la ricerca.

In conclusione, l’integrazione a base di chetoni ha bisogno ancora di investigazione scientifica per capirne a fondo tutte le caratteristiche e gli eventuali vantaggi che potrebbe offrire in termini di performance o risparmio energetico.

Quindi, restiamo in attesa di eventuali nuovi sviluppi!!!

 


Bibliografia:

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View More
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commenti

Buongiorno Luca, come responsabile delle pubblicazioni ritengo che l'argomento chetoni trattato da Veronica Signorini sia stato delicatamente affrontato. Se da una parte la produzione di chetoni sia una normale funzione del corpo umano in emergenza energetica, è anche vero che spesso questa venga usata in maniera dissennata, più che nello sport, in protocolli dietetici venduti a protocollo piramidale e proprio per questo motivo ho ritenuto utile un contenuto trattato da una professionista e non su voci di corridoio o dogmi commerciali. I chetoni sono un fenomeno commerciale in grande espansione di cui, come da evidenze scientifiche, non si hanno certezze. Anche ciclisti professionisti ne stanno facendo uso, si dice, alcuni incappando anche in casi di doping per prodotti poco chiari. Creare una cultura non credo sia una responsabilità negativa, anzi, ritengo sia il fine del nostro lavoro.

Andrea Toso - 2021-03-02 10:30:55

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