Deficit da mancato riposo – I sette tipi di riposo
I disturbi allo scheletro sono collegati allo stesso modo al corpo emozionale e quindi una lettura profonda in chiave energetica, ci dice per esempio che, un forte senso di insicurezza e una costante insoddisfazione personale, si possono riflettere su tensioni muscolari varie.
La vita è frenetica, o più assurdamente rimbalziamo da periodi di completa frenesia a periodi di riposo assoluto; sono una personal trainer e spesso analizzando i comportamenti dei miei allievi, riscontro queste dinamiche. Mancano la costanza e la perseveranza verso gli obiettivi, confusi e condizionati dalla vita quotidiana, siamo costantemente in balia delle nostre emozioni, perdiamo e non percepiamo le nostre esigenze personali che sono, di gran lunga il nostro biglietto di buona salute, troppo concentrati nella routine giornaliera di faccende materiali ci dimentichiamo di “ascoltarci”, dedicarci tempo e capire cosa è buono per noi e cosa no.
Allievi che iniziano un piano di preparazione psicofisico per poi allontanarsi gradualmente dal mantenere vivo l’interesse, troppo concentrati sul piano “fisico”, dimenticano però, quello “psichico” e la percezione di felicità e serenità svanisce fino alla rincorsa del tempo materiale per poter continuare il proprio percorso classificato ormai come un “dovere”.
Non si può lavorare solo su un fronte: manca sempre il tanto ricercato equilibrio; ciò che ci permette di andare avanti senza dover per forza interrompere per poi ricominciare. Il concetto base di cui voglio parlare oggi riguarda il riposo e il giusto equilibrio tra attività e recupero.
Interrompere e ricominciare; spesso capita quando si porta il corpo ad uno stato di stress abbastanza elevato da poter definire la situazione “al limite”. Dobbiamo essere noi a percepirlo, i segnali sono evidenti: ansia, percezione di continua insoddisfazione, rincorsa del tempo materiale, sensazione di non accettazione del nostro corpo fisico, dolori articolari, male alla schiena, mancati miglioramenti, sensazione di “stallo”, infine traumi più seri a livello fisico.
Io stessa sono sempre alla ricerca del mio equilibrio personale e come insegnante di yoga lavoro su di me e sui miei allievi allo stesso modo. Integrare gli allenamenti con pratiche di yoga riequilibranti ne giova alla loro salute, riaffiorando in loro sicurezza e maggiore percezione del corpo fisico e psichico insieme. La profonda connessione con il respiro nei movimenti di allungamento ci permette di coinvolgere il corpo in uno stato emozionale profondo. Non solo attraverso lo yoga porto i miei allievi alla consapevolezza, ma come coach e preparatrice, insisto su l’ascolto del corpo nella fase di riposo.
I disturbi allo scheletro sono collegati allo stesso modo al corpo emozionale e quindi una lettura profonda in chiave energetica, ci dice per esempio che, un forte senso di insicurezza e una costante insoddisfazione personale, si possono riflettere su tensioni muscolari varie. La malattia stessa è vista come un conflitto tra la personalità e l’anima, così dolori alla schiena riportano a mancata fiducia in se stessi “spezzando” il sostegno e l’amore che sentiamo e in cui siamo coinvolti, le nostre ginocchia dolgono quando il nostro orgoglio non si piega e ancora le articolazioni sono rigide quando ci muoviamo nella vita in modo non fluido e non sereno.
Al di la, di questo ascolto profondo, porto sempre ai miei allievi l’attenzione sui 7 tipi di riposo di cui abbiamo bisogno:
- Un riposo fisico in assoluto; il corpo nella routine giornaliera si stanca, consuma e non in tutti i periodi della nostra vita reagisce allo stesso modo sia agli allenamenti (quindi agli stimoli), sia agli episodi quotidiani della vita. Quindi è importante creare una routine di allenamento ma intervallato a cicli di riposo.
- Un riposo sociale; è importante prendersi del tempo per se stessi, dedicarsi anche a coltivare un hobby in completa solitudine, ricordiamo che la solitudine non è un sentimento negativo ma riconduce all’ascolto di se stessi. Molto importante per conoscersi a fondo e successivamente confrontarsi con gli altri.
- Riposo emotivo; strettamente collegato al riposo sociale. Lasciamo scorrere le nostre emozioni, spesso opprimiamo le emozioni e non lasciamo loro via di fuga, concediamoci di ascoltarle e lasciarle scorrere e cerchiamo di rimanere in una visione di ascolto assoluto sia per le emozioni positive che quelle negative che suscitano in noi.
- riposo mentale; significa far smettere al criceto di girare sulla ruota! Basta programmare, pensare, pianificare, considerare.. lasciate vuota la mente per qualche minuto provando anche con qualche tecnica di meditazione guidata.
- riposo creativo; il riposo può essere creativo, non dobbiamo per forza “fare qualcosa” per far si che sia creativo.. lasciatevi sorprendere dalla bellezza delle cose e riempite cosi gli occhi, la mente e il cuore di bellezza. Tutto qui.
- riposo sensoriale; è un riposo indispensabile, per evitare che i nostri sensi siano iperstimolati dobbiamo “scollegarci”; evitiamo social network, computer, videocall.. praticate momenti intenzionali di privazione sensoriale, tutto ciò che affatica i vostri sensi come udito e vista.
- riposo spirituale; parliamo della capacità di connettersi oltre al fisico e alla mente e sentire un profondo senso di appartenenza, amore, accettazione e scopo. Lavorate su qualcosa di più grande che affiori in voi, le sensazione precedentemente descritte.. inseritelo nella vostra routine quotidiana, che possa essere volontariato, meditazione o altro.
Come potete vedere, il sonno non basta! Interagite con voi stessi alla ricerca dei 7 tipi di riposo.. dedicate tempo e interesse alla scoperta di questi.
“Il riposo a voi sia,
non letargo,
ma preparazione di nuove forze e pensieri”.
(N. Tommaseo)
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