Sport e alimentazione 100% vegetale

Sport e alimentazione 100% vegetale

Eleonora Corradini

Negli ultimi anni diversi atleti hanno scelto di nutrirsi con una dieta 100% vegetale. Ironman come Dave Scott, le sorelle Williams nel tennis, Lewis Hamilton in F1, Smalling e Defoe nel calcio, Bergamasco nel rugby…

7 Febbraio 2022

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Ogni persona possiede un proprio modo di alimentarsi; sia per quanto riguarda le quantità (e le calorie) sia per quanto riguarda la tipologia di cibo. C’è chi si nutre di tutto, chi non può mangiare glutine, chi decide di non mangiare carne e pesce, chi soltanto la carne, e chi, dalla sua dieta, ha eliminato anche tutti gli altri derivati animali.

Nutrirsi in maniera totalmente vegetale è una scelta che può arrecare critiche, dubbi e giudizi. Fortunatamente, anche per rendere ancora più credibile uno stile di vita così rivoluzionario e, allo stesso tempo, pacifico negli ultimi anni diversi atleti hanno scelto (per etica e/o per salute) di nutrirsi con una dieta 100% vegetale. Solo per citarne i primi che vengono alla mente: Novak Djokovic e le sorelle Williams nel tennis, Lewis Hamilton in F1, Smalling e Defoe nel calcio, Bergamasco nel rugby, Scott Jurek nell’ultramaratona (vincitore 3 volte di Spartathlon e una di Badwater), lo strongman Patrik Baboumian e, nel passato, Carl Lewis, Martina Navratilova e Dave Scott (triatleta Ironman), anche in questo caso per menzionarne soltanto alcuni.

Il movimento vegan nasce nel novembre 1944 quando Elsie Shrigley e Donald Watson abbandonano la Vegetarian Society e inventano un termine nuovo. Siamo in Inghilterra. Siamo in guerra. I due sono convinti che la scelta vegetariana vada aggiornata. Se vuole essere una posizione coerente deve imporre la rinuncia non solo ai piaceri della carne, ma anche a quelli di latte, uova e derivati. La proposta però non piace. Viene respinta. Non è una quisquilia, riguarda i principi stessi dell’associazione.

A Watson e compagni non resta che uscire e fondare un nuovo movimento. “Vegan” è il termine che viene coniato allora, prendendo le prime due e le ultime tre lettere di “vegetarian”. Nasce la Vegan society.

La definizione di veganesimo non è però subito chiara. Viene stabilita con un leggero ritardo. A darla è Leslie J Cross che, nel 1949, parla di un “principio di emancipazione degli animali dallo sfruttamento umano”. Si tratta di un termine etico, non intenso come uno schema dietico. Non è in discussione solo ciò che si mangia. Si tratta di un stile di vita complessivo e cioè: una filosofia ad ampio raggio.

E’ quindi possibile abbinare l’ultramaratona ad uno stile di vita vegan o semplicemente ad una dieta completamente vegetale?

La risposta è certamente si! Alcuni studi scientifici sottolineano come una dieta 100% vegetale giochi un ruolo decisivo per la salute del sistema cardiocircolatorio. Uno stile alimentare che esclude grassi e proteine animali è associata a minor rischio di diabete, pressione alta, arteriosclerosi. Lo stesso, inoltre, evidenzia uan diminuzione delle infiammazioni, un miglioramento della circolazione sanguigna e una maggior velocità nel recupero fisico, in quanto vi è una rilevante capacità dei tessuti di combattere lo stress ossidativo.

Per massimizzare la prestazione ed evitare carenze bisogna assicurarsi di variare i pasti e prestare attenzione ai singoli nutrienti (macro o micro che siano). Per gli atleti, e non solo, i carboidrati sono il macronutriente più importante. Un’alimentazione 100% vegetale ne è ricca e provvista, e si caratterizza per l’elevato numero di fibre e antiossidanti. Bisogna, però, notare che l’alto consumo di fibre, nei giorni antecedenti ad una gara, potrebbe causare problemi gastrointestinali e quindi è meglio prediligere carboidrati a bassa contenuto di fibre, come pane, riso e pasta bianchi.

Anche le proteine sono importanti e per gli atleti vegani è fondamentale concentrarsi sulla qualità e sulla quantità, variando il più possibile. Alcuni fonti di proteine vegetali sono: cereali integrali, quinoa, tofu, lenticchie, fagioli, ceci, semi oleosi, frutta a guscio.
I grassi sono anch’essi fondamentali e nel mondo vegetale possiamo, per esempio, usufruire di: semi di lino, noci, semi di chia, alghe (omega 3) e olio d’oliva, olio di canapa, olio di mais e girasole (omega 6).
Anche i micronutrienti sono importanti. Nel mondo vegetale bisogna prestare molta attenzione soprattutto alla vitamina B12 e, in base ai propri valori sanguigni, assimilarla nella quantità corretta tramite un integratore.
Per quanto riguarda il calcio, invece, è possibile utilizzare broccoli, cavoli, mandorle, sesamo e fagioli rossi, mentre per integrare il ferro è possibile assumere verdura a foglia verde, legumi, cereali, semi oleosi e frutta a guscio.

A parte questi esempi, la scelta migliore resta quella di affidarsi ad un valido nutrizionista, in grado di elaborare un corretto schema alimentare “ad personam”.

Uno stile di vita 100% vegetale è possibile per ogni persona e per ogni atleta, di qualsiasi livello. Il consiglio è quello di mettersi totalmente in discussione, su ogni tematica, essere pronti a sradicare le convinzioni che ci portiamo appresso dalla nascita e a guardare tutto da un’altra prospettiva, con più empatia possibile.

Soltanto chi crede di non avere tutte le certezze in mano può essere in grado di cambiare e di affrontare un nuovo percorso. Ne beneficeranno gli animali in primis, il pianeta tutto e la nostra stessa salute. Siate pronti a liberarvi da tutto ciò che vi tiene stretti e fermi in quella determinata condizione, ascoltando solo ed esclusivamente il vostro cuore e la vostra empatia: loro vi porteranno nella direzione che per voi sarà più consona, qualsiasi essa sia.


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