Corro, sottolineo corro, non saltello.
Bene, abbiamo iniziato a correre meglio, ad evitare gli impatti sul tallone quindi farlo in maniera un po’ più dinamica, per lo meno da freschi. È chiaro che mantenere per tutta una maratona appoggi ideali e reattivi necessita di lavori mirati e tanto allenamento, ma se non si inizia non ci si avvicinerà neanche a […]
Bene, abbiamo iniziato a correre meglio, ad evitare gli impatti sul tallone quindi farlo in maniera un po’ più dinamica, per lo meno da freschi. È chiaro che mantenere per tutta una maratona appoggi ideali e reattivi necessita di lavori mirati e tanto allenamento, ma se non si inizia non ci si avvicinerà neanche a una 10k.
“Modo veloce di locomozione dell’uomo, in cui (a differenza del cammino, nel quale il corpo non abbandona mai l’appoggio sul suolo) il corpo si appoggia ritmicamente ora su un piede ora sull’altro, realizzando, nell’intervallo fra ognuno di questi due appoggi, un attimo di sospensione in aria”
La definizione che ho trovato su Treccani, ci ricorda che la corsa abbia la peculiarità di avere i piedi sospesi contemporaneamente.
E ci tengo a specificare che per avere questa locomozione veloce, la sospensione dei piedi deve avere un moto utile, ossia in orizzontale, giusto? Anche la corsa skip che vi consigliavo come esercizio nel pezzo precedente aderisce alla definizione ma come modo di locomozione lascerebbe a desiderare.
Quindi i nostri passi di corsa devono essere efficienti in orizzontale più che in verticale.
Grazie della scoperta dell’acqua calda Andrea.
Scherzi a parte tutti miriamo a ciò, ma non sempre riusciamo ad eseguire al meglio perché dissipiamo una parte della spinta in verticale. Come al solito uso esempi opposti per farci capire come agire: un saltatore in alto per arrivare alla massima spinta possibile slancia il braccio verso l’alto, come pure un giocatore di basket ne ottiene benefici. Usano quindi le braccia per slanciarsi in verticale, mentre noi le utilizziamo per bilanciare la frequenza delle gambe e recuperare velocemente l’equilibrio. Ecco quindi un secondo motivo (oltre a poter compensare i 180 passi/minuto) per cui sia utile flettere le braccia con un angolo che si forma poggiando le mani sotto i pettorali.
Nonostante siano piegate le nostre braccia dovranno essere rilassate, spingiamole indietro e recuperiamo in avanti, non lateralmente, il gomito non andare oltre il corpo se non in sprint, proprio per non andare a saltare anziché traslare in lungo.
Il cronometro ci darà ragione vedrete, ma per avere una risposta analitica io utilizzo i sensori inseriti nella fascia cardio HRM di Garmin, che ci da feedback immediati su frequenza e altezza della nostra corsa.
È abbastanza difficile sentire da soli la qualità in questo caso, però nel 21mo secolo possiamo piazzare uno smartphone a un centinaio di metri e riprenderci in movimento per una 20na di secondi per guardarci con occhio critico, una volta seguendo la nostra corsa abituale, una volta applicando questi consigli.
Fateci sapere come procede, buona corsa!
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