Ultima lezione sul nuoto a dorso: la virata
La virata nel dorso è la parte tecnica che ha avuto più evoluzione, fino a sviluppare una subacquea molto efficiente. Luca mostra come eseguirla.
Tempo fa la virata a dorso presupponeva la toccata del muro e la successiva rotazione di tutto il corpo. Poi si è passati, mantenendo sempre la toccata del muro, a una capriola molto spettacolare ma difficile da eseguire e quindi a rischio di squalifica. Così la FIN ha deciso di codificare una volta per tutte l’attuale virata, oggetto di questo video, ovvero una mezza capriola mutuata dallo stile libero, che mantiene dinamicità ed esplosività. In questo articolo vediamo insieme le diverse fasi e come effettuarle.
Le fasi della virata a dorso
La virata a dorso presuppone tre fasi: l’ingresso, la rotazione e la spinta (e, per la vera perfezione, una quarta fase: la subacquea).
Ingresso: bisogna arrivare a una distanza corretta per sapersi gestire con la rotazione della spalla (sia verso destra che verso sinistra) da eseguire con una buona rotazione in velocità.
Rotazione: importante è avere coscienza di dove sia il nostro corpo per appoggiare bene i piedi contro il muro.
Spinta: sentire l’allineamento di tronco, spalle, gomiti, polsi e potersi spingere con efficacia dal muro.
Subacquea: una volta che ci si spinge dal bordo e ci si allontana rapidamente, bisogna prendere un po’ di profondità e sviluppare un movimento che dal tronco si trasmette alle gambe fino ai piedi, percorrendo una distanza di massimo 15 metri (il punto di rottura è quando si perde velocità: ideale è quindi emergere un attimo prima di questo momento).
Consiglio
Per coordinare nel tempo tutti questi movimenti sono fondamentali le bandierine, poste sempre a 5 metri dal bordo e che ci danno l’indicazione precisa di quanto manchi per eseguire la virata.
Ora non ci resta altro che esercitarci!
In collaborazione con Volkswagen Multivan Hybrid
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