THE WING, il nuovo casco aero di Rudy Project

THE WING, il nuovo casco aero di Rudy Project

Andrea Toso

In questi giorni sto testando il nuovo casco The Wing di Rudy Project, frutto di ricerche in galleria del vento, ingegneristiche e di fluidodinamica computazionale, in collaborazione con l’azienda SwissSide, gente che in galleria ci vive per l’appunto.

29 Giugno 2020

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I caschi aero sono un attrezzo che affascina da sempre chi pedala, dai tempi del record dell’ora di Francesco Moser direi, primo caso di casco mirato alla performance,  sia vedendolo addosso ai prof impegnati nelle gare a cronometro, sia indossandolo per ottimizzare la fatica nel corso di una gara di triathlon no draft, da un olimpico o 51.50 si voglia chiamare, ai 70.3 o mezzo Ironman fino alla distanza intera.
Affascinano perché sono un capo avveniristico, capolavori estetici che hanno come intento diminuire il drag aerodinamico dato dalla testa. Per questo motivo vengono disegnati ed affinati in galleria del vento per capire dove e come possa essere fatta scivolare l’aria.
In questi giorni sto testando il nuovo casco The Wing di Rudy Project, frutto di ricerche in galleria del vento, ingegneristiche e di fluidodinamica computazionale, in collaborazione con l’azienda SwissSide, gente che in galleria ci vive per l’appunto.
A distanza di un anno dal crush test con un altro casco aero di Rudy, in quel caso si trattava del modello Volantis, sto prendendo alla leggera l’incarico, questa colta proverò a negarmi al contatto con l’asfalto, non vogliatemene.

Battute a parte i due caschi sono prodotti completamente diversi come poi i dati spiegheranno, sebbene appartengano alla stessa classe, il Volantis è un casco per l’uso quotidiano cui possiamo andare ad applicare una visiera che ne aumenta la penetrazione dell’aria, ottimo come troverete nell’articolo per triathlon sprint e olimpici, gare a circuito, una calzata immediata ed una ventilazione buona per questa categoria. The Wing al contrario è un prodotto per allenamenti su bici a cronometro, in posizione sulle prolunghe a cercare la massima potenza e la minima fatica necessaria, nato per il giorno della gara, super performante, tanto da venire confermato nel pacchetto Rudy Project come sponsor tecnico della Bahrein McLaren al momento dello switch tra fratelli della squadra Pro Tour, come mi ha raccontato uno dei fratelli Barbazza: “Ci hanno chiesto tutti i caschi a disposizione, quelli in progettazione per gli anni a venire, per testarli in galleria del vento, e siamo felici di esserne usciti con ottimi dati ed un contratto rinnovato. The Wing è risultato il casco più veloce sul mercato!”.

In che senso massima potenza e minima fatica?
Sul sito di Rudy si trovano i dati di performance dei caschi aero, da cui si evince che con il nuovo casco, pedalando ad una velocità media (cose da pro, si capisce) di 45 km/h sui 90 km di un mezzo Ironman il risparmio istantaneo in watt è di 12,6, che porta a pari spinta a quasi due minuti, per la precisione 113”. A scalare come performance il precedente Wing 57 portava un gain di 8 watt, con un peso di 10 gr maggiore per altro, i più recenti Boost Pro e 01 fra i 7,3 e 5,8 w, il Volantis comfort a parte non garantisce plus.
Ma cosa potrebbe comportare qualche watt in meno? Non poco sicuramente, 12, 6 watt medi garantiscono un risparmio energetico che spetta poi al ciclista decidere come investire, se spingere al proprio limite come in una cronometro per andare a cercare una maglia da leader, se mantenere la velocità di crociera e tenersi quei watt e quelle energie in un triathlon long distance per una miglior performance sulla frazione di corsa, 21 o 42 km si debbano affrontare.

Se si ha un bravo allenatore, i watt sono l’unico parametro su cui si disegnano allenamenti e gare…

Una geometria accattivante e rivoluzionaria per The Wing, costruzione In-Mold, più leggero del fratello vecchio e massima sicurezza, comfort massimo anche per teste grandi e nasi pronunciati come nel mio caso, il visore diventa magnetico, ampio, immediato da agganciare e sganciare, visione periferica a oltre 180° senza necessità di girare la testa, lente in materiale RP Optics con protezione da UVA ed UVB senza necessità di specchiatura nel modello in test, minimizzando affaticamento della vista con diverse ore di esposizione al sole ( io sono arrivato a 3h10’! Poi il problema erano le gambe).
In oltre 3 ore di allenamento a crono il problema potrebbe essere la sudorazione, anche perché l’estate è arrivata: The WIng possiede una ampia presa d’aria, copribile con una cover rimovibile sempre magnetica da agganciare girata poco sopra, garantisce un flusso d’aria costante all’interno del casco, eliminando le spiacevoli gocce a rigare il volto, perché il passaggio obbligato mantiene la testa fresca facendo evaporare il sudore.

Per calzarlo bene occorre poco e le punte morbide “copri orecchie” aiutano l’ingresso quanto il comfort, la chiusura perfetta viene garantita dai laccioli aggiustabili e dal sistema di chiusura SRS 10 presente come in tutti caschi di Rudy Project.

A calzarlo ci si sente un po’ eroi, ci si sente osservati speciali a girarci per la strada, quanto si tagli l’aria si realizza appena si gira la testa  sentendo l’aumento del carico dell’aria. Alle media di noi Age Group non saranno  così tanti i watt risparmiati, ma una buona resa dal miglior casco aero possibile ci sarà comunque.

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