Wow! Unboxing è la rubrica che presenta le grandi novità del mercato endurance.

Angelo Furlan va alla scoperta delle Shimano S-Phyre RC9 2021, il top di gamma scarpe da ciclismo della casa giapponese.

L’azzurro della Shimano S-Phyre RC9 è bellissimo già al primo sguardo, non la scarpa come i professionisti, ma proprio quelle dei pro.
Si presenta super leggera ed avvolgente, la tomaia composta da un unico taglio, Shimano fa progettare allo stesso ingegnere tutto il blocco scarpa pedale pedivella così da garantire il miglior trasferimento di potenza dal piede alla bicicletta.

Ovviamente i fori della Shimano S-Phyre RC9 sono adattabili a qualsiasi tipo di tacchetta, ma il massimo si dovrebbe ottenere con quella per il pedale Shimano Dura-ace, sfruttando anche le potenziali micro-regolazioni disegnate sulla suola.

La doppia chiusura Boa con occhielli asimmetrici garantisce precisione nella chiusura evitando i possibli fastidi dovuti alla chiusura. Il peso ridottissimo è sotto i 250 gr per il numero 42 preso in studio.

La conchiglia posteriore ridisegnata fino alla “lingua di gatto” mira alla stabilità del piede per non disperdere neanche un watt.

Nell’essenzialità race della scarpa nella scatola della Shimano S-Phyre RC9 c’è un kit per la personalizzazione della soletta andando a inserire 3 diversi supporti per l’arco plantare, andando a soddisfare le diverse possibili arcate: dal piede piatto al piede cavo passando per una via di mezzo standard. Essenziale si diceva, nel limare ogni grammo possibile di peso, scalzata la soletta si vede direttamente l’anima in carbonio della scarpa.

Ultimo focus che fa la differenza nella Shimano S-Phyre RC9, per mantenere il piacere di utilizzo della scarpa anche dopo mesi di utilizzo e magari di pioggia, la soletta viene sottoposta al trattamento Silvadur che, attraverso gli ioni d’argento, garantiscono un effetto antibatterico che salverà da cattivi odori la nostra “scarpetta di Cenerentola”.

Vedremo quindi Angelo danzare sui pedali con queste bellissime Shimano S-Phyre RC9, ma un’idea ce la siamo fatta…