Alpine Connections: la nuova (incredibile) impresa di Kilian Jornet
In fin dei conti l’aveva dichiarato: nel 2023 zero gare, per dedicarsi al tentativo della cresta ovest dell’Everest e al collegamento delle cime dei Pirenei. Poi, quest’anno, Kilian Jornet, atleta e fondatore del team NNormal (ma tanto altro ancora), ha annunciato che si sarebbe concentrato su gare brevi e veloci, come Zegama e Sierre-Zinal (che peraltro ha vinto). Quindi ci eravamo messi un po’ l’anima in pace, sicuri e sicure che Re Kilian non ci avrebbe sorpreso con imprese incredibili e dalla narrazione complessa, dove lo sport estremo si interseca a messaggi ecologici, di cui l’atleta basco da sempre è portatore.
E invece…
- Alpine Connections 2024
- Le Alpi
- 13 agosto: Alpine Connections – l’inizio
- Il resoconto di Kilian Jornet
Alpine Connections 2024
E invece, all’improvviso, dopo qualche giorno dalla vittoria stratosferica a Sierre-Zinal (10 agosto), Kilian pubblica un video messaggio sui suoi canali social, che dice:
Ciao a tutti! Mi sento abbastanza bene dopo Sierre-Zinal, quindi ho deciso di non tornare ancora a casa e godermi le buone condizioni sulle Alpi. Seguimi per scoprirne di più!’
Chi lo conosce, sa bene che questo genere di comunicato, apparentemente di basso profilo, in realtà nasconde l’Impresa con la ‘i’ maiuscola. Abbiamo subito scoperto il nome: Alpine Connections, che prevede il collegamento di un’intera catena montuosa, le Alpi, nel più breve tempo possibile. Ma non solo (e qui entra in campo lo ‘stile Jornet’ sulla narrazione complessa che dicevamo prima): l’unione di più cime possibile da 4000 metri deve essere fatta nel modo più ecologico possibile, ovvero usando mezzi ad ‘alimentazione umana’ (le proprie gambe) anche negli spostamenti. In poche parole: Alpine Connections è un ibrido tra trail running, ciclismo, arrampicata e alpinismo.
Le Alpi
Perché le Alpi? Perché sono un esempio lampante degli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale: il progetto Alpine Connections è quindi anche un modo per sensibilizzare e riflettere sul ruolo degli esseri umani in questa trasformazione.
Partendo dal Piz Bernina (4.049 m) in Svizzera e arrivando al Barre des Écrins (4.102 m) in Francia, Kilian ha voluto spingere i suoi limiti fisici e mentali in una dimostrazione di tecnica, pianificazione, precisione e adattamento. La passione di Kilian per la scienza e la conoscenza scientifica lo ha anche portato a monitorare e misurare rigorosamente vari parametri fisici, che, una volta analizzati, aiuteranno a comprendere meglio le reazioni del corpo in situazioni come quelle vissute da Kilian e a utilizzare i dati per studi futuri.
13 agosto: Alpine Connections – l’inizio
Stage 1: dal 13 agosto, i canali social di Kilian Jornet si sono popolati di queste immagini con il font spigoloso come roccia di montagna (distintivo proprio di NNormal, il marchio di scarpe e abbigliamento per il trail running che ha fondato) che scandivano le varie tappe affrontate. Kilian ha iniziato dalla Svizzera, in Engadina, scalando il Piz Bernina (4048m), la cima più orientale di 4000 metri delle Alpi, per un totale di 29 km e 2573 m di dislivello. Dopodiché, montato in sella alla propria bicicletta per il primo collegamento, ha pedalato verso lo stage successivo, con 210 km percorsi e quasi 4000 m+.
Alpine Connections – metà percorso
Kilian ha continuato con questo tenore per gli stage successivi: l’Oberland Bernese (pazzesche le riprese con la GoPro in discesa), Weissmies (con l’amico Matheo Jacquemoud che, invece di scendere normalmente, lo fa con il parapendio), Valais, fino alla Capanna Monte Rosa, che rappresenta quasi la metà del percorso. Intanto Kilian pubblica il resoconto dei chilometri percorsi:
Fanno sobbalzare la mescolanza dei numeri: l’ammontare dei chilometri percorsi, le 23 cime fatte, le ore di attività per i quasi 33 000 m+, ammortizzati da una media di sole 5 ore di sonno. Kilian lo dichiara con un short apparso sui canali YouTube di NNormal:
La cosa più difficile è stare tutto il tempo in uno stato di allerta. Dal punto di vista fisico, puoi proseguire con il pilota automatico; la testa invece deve essere super concentrata. Ci sono pericoli come rocce che cadono, crepacci; puoi perdere la rotta, soprattutto di notte. Puoi sbagliarti, perdere energie (…). Cercare i limiti della mia testa: è questo che rende il mio progetto così speciale.
Alpine Connections – le tappe successive
Kilian arriva a compiere tappe incredibili, ai limiti della comprensione umana. Ad esempio lo ‘Spaghetti Tour’, ovvero la scalata di 18 cime da 4000 m in un giorno solo: Nordend, Dufourspitze, Zumsteinspitze, Signalkuppe, Pointe Parrot, Ludswighöhe, Corno Nero, Pyramide Vincent, Punta Giordani, Lyskamm E, Lyskamm W, Castor, Pollux, Roccia Nera, Breithorn (pointe 4106), Breithorn E, Breithorn centrale e finalmente Breithorn W. Per poi affrontare il Cervino, la cima che gli ha valso il record di ascensione light and speed nell’agosto del 2013 (14 km di ascensione da Cervinia per 2500 m+ in 2h 52′, battendo il precedente record del valdostano Bruno Brunod).
Dopo la scalata del Grand Combin e una transizione in bicicletta fino a La Fouly (e da la Fouly fino in Val Ferret facendo trail running), inizia per Kilian la ‘parte italiana e francese’ del progetto, ovvero la scalata delle Grandes Jorasses con ben 8 vette da 4000 m+ e, i successivi stage attorno al Monte Bianco, con Aiguille Verte, Grande Rocheuse, Aiguille du Jardin and Les Droites (una roba come 17 ore di spinta continua per 24 chilometri e 3470 m+ di arrampicata piuttosto tecnica). E, il giorno successivo, altre 20 ore di scalata (e altri picchi), compreso la vetta del Monte Bianco.
E così via, mostrando sé stesso anche nei momenti più duri (anche se Kilian appare sempre padrone di sé) o più teneri, ad esempio quando si concede un giorno di relax completo per ricaricare le pile assieme alla famiglia. Poi, via agli ultimi stage: Gran Paradiso e massiccio d’Écrins (dopo una lunga tappa di trasferimento in bici dalla Val d’Isère al massiccio: 173 e 3800 m+). E proprio qui, dopo essere salito su Dôme e Barre des Écrins, le vette più occidentali, il sogno di Kilian Jornet di scalare le 82 vette di 4000 m+ delle Alpi, termina.
Il resoconto di Kilian Jornet
Kilian definisce questa impresa ‘la cosa più impegnativa che abbia fatto in vita mia, mentalmente, fisicamente e tecnicamente, ma anche forse la più bella‘. E se lo stesso Hervé Barmasse, uno dei più grandi e visionari alpinisti italiani, commenta, sotto la foto di Kilian: ‘espressione di eccezionali capacità fisiche e mentali da una parte, e dall’altra grande fantasia e creatività. Sei incredibile…‘, c’è da credergli.
Cosa ci riserverà, nel futuro, questo artista della montagna? Non vediamo l’ora di scoprirlo. Ci vorrebbero più persone come Kilian in ogni ambito della vita: individui attenti, visionari, a loro modo divulgatori di messaggi urgenti e ambasciatori di un modo unico di vivere la montagna.
Credits: Instagram Kilian Jornet e @NNormal
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