Bikefitting: ecco cosa NON fare

Scopri in questo articolo gli errori comuni e i consigli utili per una sessione di bikefitting efficace e professionale.

Angelo Furlan

Il bikefitting, ossia il posizionamento in bici, è diventato un argomento sempre più rilevante per i ciclisti di ogni livello. Tuttavia, nonostante l’evoluzione tecnologica e l’aumento delle competenze nel settore, è facile imbattersi in errori che possono compromettere la performance e il benessere fisico. In questo articolo analizzeremo cosa non fare durante una sessione di bikefitting, per garantirti un’esperienza completa ed efficace.

Il bikefitter: competenze ed esperienza sono fondamentali

Un errore comune è affidarsi a persone prive di una formazione adeguata. Un buon bikefitter dovrebbe avere competenze multidisciplinari, possibilmente con una laurea in Scienze Motorie, Fisioterapia o una formazione accademica specifica nel settore. Chi ha esperienza diretta come ex ciclista può offrire un valore aggiunto, ma solo se ha integrato questa esperienza con studi e aggiornamenti professionali.

Attenzione ai metodi “rapidi” o alle soluzioni improvvisate: una corretta sessione di bikefitting richiede tempo, precisione e un approccio scientifico. Per questo è consigliato farla in inverno, il periodo ideale per i controlli di routine di off season.

Come riconoscere un buon bikefitter

Un professionista competente:

  • Ha anni di esperienza e una formazione accademica solida.
  • Collabora con medici e fisioterapisti per affrontare problematiche complesse.
  • Spiega chiaramente le modifiche e ascolta le esigenze del ciclista.

In Italia ci sono molti professionisti qualificati, ma è fondamentale scegliere qualcuno che ispiri fiducia e trasparenza.

Cosa non deve mancare in una sessione di bikefitting ben fatta

Analisi preliminare a secco

Una buona sessione inizia sempre con un’analisi del ciclista, senza la bicicletta. Questa fase serve per valutare eventuali differenze di lunghezza degli arti, rotazioni corporee, postura e appoggio plantare. Ignorare questa fase è un grave errore, poiché il posizionamento corretto dipende dalla comprensione delle caratteristiche fisiche individuali.

Errore da evitare: adattare la bici senza aver considerato problemi pregressi come dolori cervicali, alle mani o squilibri posturali.

Valutazione delle misure antropometriche

La misurazione accurata di segmenti corporei come lunghezza delle gambe, postura del piede (pronazione o supinazione) e flessibilità è fondamentale.

Approfondisci mobilità e flessibilità nel ciclismo

Utilizzare strumenti tecnologici senza saper interpretare correttamente i dati può portare a errori nel posizionamento.

Tacchette e scarpe: precisione necessaria

L’installazione delle tacchette sulle scarpe non è un’operazione banale. Deve essere fatta considerando lunghezza e larghezza del piede, oltre all’inclinazione naturale del ginocchio e del piede. Posizionamenti sbagliati possono causare dolori o inefficienze durante la pedalata.

Errore da evitare: posizionare le tacchette senza un’analisi dinamica del movimento del piede e del ginocchio.

Bikefitting dinamico: la bici deve adattarsi al ciclista

Una volta raccolti tutti i dati, si passa alla fase dinamica, dove si effettuano gli aggiustamenti direttamente sulla bicicletta. Qui entrano in gioco strumenti come i ciclosimulatori, che consentono di regolare in tempo reale la posizione della sella, il manubrio e le tacchette.

    1. Analisi della spinta e degli angoli di pedalata
      Misurare gli angoli di spinta ottimali e verificare la distribuzione della forza è essenziale per migliorare la performance e prevenire infortuni. Trascurare questi aspetti significa compromettere il risultato del bikefitting.
    2. Adattamenti specifici per ogni tipo di bici
      Le necessità di un ciclista su una bici da corsa differiscono da quelle di chi utilizza una mountain bike o una bici gravel. Applicare gli stessi principi a tutte le tipologie di bici è un errore che un bikefitter esperto non dovrebbe mai commettere.

Il ruolo della tecnologia

Molti bikefitter utilizzano software avanzati per calcolare posizioni e misure ideali, ma è importante ricordare che questi strumenti non sostituiscono l’occhio esperto del professionista. Un software può fornire un’indicazione, ma spetta al bikefitter interpretare i dati e adattarli alle esigenze del ciclista.

Errore da evitare: affidarsi ciecamente alla tecnologia senza considerare l’adattamento umano.

Quando rifare il bikefitting?

Non è necessario ripetere il bikefitting ogni anno, a meno che non ci siano cambiamenti significativi come un infortunio, variazioni di peso o il passaggio a una nuova bici o scarpe. In caso contrario, piccoli aggiustamenti possono essere sufficienti per mantenere una posizione ottimale.

Errore da evitare: credere che il bikefitting sia una procedura “una tantum” o, al contrario, ripeterla inutilmente senza necessità.

Non bisogna quindi sottovalutare l’importanza di una sessione ben fatta: la bici deve essere il proprio miglior alleato, non un ostacolo!


In collaborazione con EthicSport e TA-SK. Grazie a Corratec e Briko.

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