A tutti i papà del mondo, l’augurio per un mondo di pace
La foto ritrae un papà che dorme supino con suo figlio, di pochi mesi, abbracciandolo sul suo petto.
Il gesto più naturale del mondo.
Se non fosse per il contesto.
Papà e figlio non si trovano all’interno della loro casa, ma di un rifugio sotterraneo a Chernihiv, Ucraina, qualche decina di chilometri a nord di Kiev. Non dormono nel loro letto, ma in un giubbino steso sul pavimento e usato a mo’ di sacco a pelo.
Il papà, poi, non è per noi uno sconosciuto.
Il papà è Bohdan Tsymbal, 24 anni, atleta ucraino di biathlon, bronzo nella staffetta mista agli Europei del Duszniki-Zdrój 2021.
Lo scorso 15 Febbraio Tsymbal aveva partecipato agli ultimi Giochi Invernali di Pechino 2022, classificandosi nono nella staffetta maschile 4×7,5km.
Un mese più tardi, cioè oggi, si ritrova dormire sottoterra con il figlio di pochi mesi per proteggersi dalle bombe.
La guerra non risparmia nessuno. Né il manager d’azienda, né il contadino, né l’atleta olimpico. In guerra non esistono vinti e vincitori, ma solo sconfitti.
Quello che sta succedendo in Ucraina è uno dei numerosi conflitti che in questo momento si stanno svolgendo in tutto il mondo.
Attualmente ci sono cinque grandi conflitti sul nostro pianeta e più di una ventina di guerre, che coinvolgono diversi stati o nazioni.
Wikipedia ha una pagina dedicata all’argomento. Basta andare sull’enciclopedia libera e collaborativa online e digitare “List of ongoing armed conflict” per consultarla.
In Somalia è dal 1986 che è in corso una guerra civile. Iniziò come rivolta contro il governo dittatoriale di Siad Barre, poi ha visto litigare tra loro le fazioni dei signori locali e ancora oggi si combatte: da una parte c’è il governo di transizione federale riconosciuto a livello internazionale, dall’altra un fronte islamista nazionale.
Anche in Siria continua la guerra civile. Ha avuto inizio nel 2011 e vede contrapposta una coalizione eterogenea di milizie armate definite ribelli e le forze governative supportanti il governo di Bashar al-Assad.
Dal 1978 non c’è pace in Afghanistan. E fin dal 1948 (!) il Myanmar è segnato da un conflitto interno. Dallo stesso anno si susseguono attacchi e bombardamenti tra Israele e Palestina.
E ancora: guerre in Yemen, in Etiopia, in Iraq, in Colombia, in Venezuela, in Congo, in Messico (qui si parla addirittura di “Drugs war”, una guerra nata nel 2006 per contrastare il commercio illegale di droga e tuttora in corso).
E l’elenco potrebbe continuare ancora.
Certo, ora la guerra in Ucraina ci fa più effetto perché è vicina. Siamo ai confini dell’Europa. Forse abbiamo anche qualche amico ucraino. E nella foto di questo articolo, conosciamo il papà. E subito pensiamo che suo figlio potrebbe essere nostro figlio.
Ma pensiamo anche ai papà e a figli somali, afghani, siriani, venezuelani, egiziani, curdi, filippini…
C’è una frase molto bella che apre il preambolo dell’atto istitutivo dell’UNESCO, datato 4 novembre 1946 (era appena finita la Seconda Guerra Mondiale) e recita così: “Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace”.
Il nostro augurio, per la festa dei papà, è che l’amore che ogni papà sa donare ai propri figli possa educarli a coltivare la pace e non la guerra.
Buona festa del papà!
Foto in copertina: ua_parliament
Marco Lanzanova - 2022-03-22 16:19:58