Biciclette e tempi di consegna: cosa sta succedendo

Biciclette e tempi di consegna: cosa sta succedendo

Davide Petrini

Una domanda altissima, conseguenza diretta della pandemia e dei successivi bonus d’acquisto, ha letteralmente fatto volare le vendite fino al completo esaurimento dei magazzini che, purtroppo, non sono stati riempiti velocemente a causa del rallentamento della catena di approvvigionamento

28 Ottobre 2021

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Il 2021 sarà ricordato come l’anno d’oro delle biciclette.

Una domanda altissima, conseguenza diretta della pandemia e dei successivi bonus d’acquisto, ha letteralmente fatto volare le vendite fino al completo esaurimento dei magazzini che, purtroppo, non sono stati riempiti velocemente a causa del rallentamento della catena di approvvigionamento, provocato dalle limitazioni COVID imposte dai vari governi asiatici dove ormai è allocata gran parte della produzione mondiale di bici.

I due fattori combinati, da un lato la domanda crescente e dall’altra la scarsa disponibilità, hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo delle bici. Per dovere di cronaca non è stato solo questa legge del mercato a far lievitare il costo di acquisto di una bici, ma anche il forte aumento del prezzo delle materie prime e l’incremento delle spese di trasporto. Le brutte notizie non finiscono qui, infatti, oltre all’aumento dei prezzi stiamo assistendo anche ad un ritardo delle consegne almeno fino al 2023.

Un caso su tutti è quello di Peloton, uno dei brand più famosi nel settore del home trainer, dove a fronte di vendite record, le consegne lente continuano a frenare l’azienda, tanto da spingere il co-fondatore e CEO John Foley ad investire 100 milioni di dollari per accelerare la spedizione, sostituendo il trasporto marittimo dai siti produttivi asiatici con quelle aereo.

“In media, nei prossimi mesi, sosterremo un costo di trasporto e consegna che è oltre dieci volte il nostro costo abituale per le bici” ha scritto John Foley sul sito web di Peloton. “L’aumento globale del traffico marittimo -continua John Foley- ha aggiunto  ritardi significativi a tutti i tipi di merci in arrivo nei porti, compresi i prodotti Peloton. Questi ritardi imprevedibili hanno portato a dolorose riprogrammazioni delle consegne per molte persone, poiché le biciclette Peloton sono state trattenute negli scali portuali per un tempo fino a cinque volte superiore al solito”. “Queste misure senza precedenti -conclude Foley-  sono state pensate ed attuate, per questi tempi senza precedenti. Non possiamo permetterci di far volare le bici in aero dall’Asia sorvolando l’oceano verso i mercati occidentali ancora per molto tempo. Oltre a prenderci cura dei nostri clienti, ci preoccupiamo dell’ambiente e ci impegniamo a continuare a creare più posti di lavoro invertendo il processo della delocalizzazione produttiva. Attualmente operiamo su cinquanta siti operativi tra Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Germania. In queste strutture, i dipendenti di Peloton assemblano e testano migliaia di biciclette al giorno, proprio nello stesso paese dove poi verranno vendute.

Oltre al rallentamento dei trasporti, alcuni dei più grandi produttori di biciclette al mondo stanno prendendo in considerazione una riorganizzazione delle loro catene di approvvigionamento a causa dei ritardi nelle consegne delle parti: la carenza globale di biciclette, dovuta dalla grandissima domanda, è stata esacerbata da problemi di approvvigionamento, che hanno evidenziato la dipendenza dai componenti della casa giapponese Shimano, che controlla circa il 65% del mercato della componentistica. “Ci ha spinto a guardarci intorno e ad uscire dalla nostra zona di comfort per esplorare diversi fornitori”, ha affermato Eric Bjorling, direttore del marchio Trek degli Stati Uniti.

 

 

I produttori europei e statunitensi hanno affermato che i tempi di consegna hanno raggiunto i 400 giorni per una gamma di componenti di fascia alta realizzati da Shimano, sottolineando le tensioni per un’industria che cerca di soddisfare l’aumento della domanda di biciclette causato dalla pandemia.  Alcuni fornitori hanno segnalato tempi di consegna ancora più lunghi per alcune parti come freni idraulici o ruote. La stretta della catena di approvvigionamento ha colpito anche altri importanti produttori di biciclette come Giant e Merida.

Shimano, con sede a Osaka, che produce componenti per pesca, attrezzature per il canottaggio e componentistica per biciclette, ha faticato a tenere il passo con la domanda generata dalla pandemia che ha spinto milioni di persone in tutto il mondo a dedicarsi al ciclismo. L’attenzione di Shimano nel risolvere questo problema ha ritardato il lancio di diversi prodotti perché gli ingegneri sono stati dirottati verso la sfida dell’aumento della capacità produttiva.

Davide Campagnolo, la cui azienda omonima ha aumentato la capacità produttiva in Europa per soddisfare le esigenze di ingranaggi e componenti, sostiene che “questa grande domanda non può durare per sempre”. Prevede infatti, che diminuirà nell’estate del 2023 quando gli sport indoor torneranno in auge e il mercato assorbirà l’enorme volume di biciclette.

È una situazione letteralmente schizofrenica, dove i produttori si stanno impegnando al massimo per soddisfare l’enorme domanda di bici, lottando da un lato con la carenza di componentistica e dall’altro con l’aumento del costo delle materie prime; dove a farne le spese sono i consumatori che vedono i prezzi salire e le consegne allontanarsi nel tempo.


immagine nell’articolo: Shimano

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commenti

Insomma abbiamo capito che quello che è stato presentato per anni come Made in Italy o Made in EU non era altro che, come dicevo io da anni, Made in Cina assemblato in Europa...... cari Pinarello e compagnia bella!

Enrico Picchetti - 2021-11-02 07:26:26

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