Come fare la virata a stile libero
La vasca sta ormai terminando ed ecco che si vede il muretto, spesso considerato approdo sicuro di salvezza e riposo. Spesso, il muretto, è solo un punto da passare e superare senza far tappa. Stiamo parlando di tutti i casi in cui l’allenamento prevede la virata, azione non sempre amata e non sempre eseguita correttamente. In questo articolo vediamo insieme come fare tutte le fasi della virata nello stile libero.
L’ingresso
Quando ci si avvicina al muretto, all’ingresso in virata si deve far attenzione ad iniziare la rotazione del corpo alla giusta distanza, facendo le dovute proporzioni con la velocità che si sta nuotando. Dobbiamo tenere a mente che a velocità maggiori la virata si affronta a distanze maggiori rispetto a quando si nuota più lentamente.
È molto importante arrivare alla giusta distanza poiché questo influenzerà sulla spinta.
Per avere una spinta delle gambe efficace, la distanza non deve essere troppo elevata altrimenti si rischia di mancare il muretto, oppure di toccarlo a gamba completamente o quasi distesa (es. quando lo si sfiora con la punta dei piedi); ma non si deve neppure arrivare troppo vicino in quanto anche l’eccessivo piegamento delle gambe riduce l’efficacia della spinta (es. quando ci si ritrova a spingere con le ginocchia che toccano il petto)
Non c’è dunque un punto esatto da descrivere, valido per tutti i nuotatori, in cui iniziare la virata. Dovete provare molto volte finché troverete il vostro punto ideale e riuscirete poi ad adeguarlo in base al ritmo nuotato.
Nel momento in cui si decide di iniziare la rotazione, bisogna abbassare la testa portando il mento verso il petto e dando un colpo di gambe più intenso, tipicamente a delfino, per agevolare e velocizzare questa fase.
Qui avrà inizio la rotazione vera e propria, con il corpo un po’ rannicchiato quindi con le gambe che durante la rotazione si raccolgono e si avvicinano un pò al petto, come quando si esegue una capriola, e senza mai alzare la testa.
Non una semplice capriola
Quando spiego la virata nei corsi di nuoto mi piace rappresentarla visivamente con qualche oggetto e dare una visione di ciò che si andrà a fare in acqua; mi ritrovo così a fare esempi con una bottiglia in mano o con un tubo…qui proverò a farlo a parole.
Facendo riferimento a ciò che accade in acqua nello stile libero, se consideriamo la capriola come una rotazione completa del corpo (es. se parto a pancia in giù al termine della virata mi ritroverò a pancia in giù), la virata può essere considerata come una mezza capriola che cambia la nostra direzione (riprendendo l’esempio di prima, se parto a pancia in giù e blocco la rotazione a metà, mi ritroverò a pancia in su, con la testa nella direzione opposta rispetto a punto di partenza).
La virata infatti altro non è che un cambio di direzione, rapido e efficace.
Come fare la rotazione
Ruotare velocemente è importante ma si deve, dunque, far attenzione a fermare la rotazione quando il busto è in posizione orizzontale, parallelo al fondo della piscina. Se si va oltre si rischia di non ritrovarsi con il corpo pronto al cambio di direzione e si perde l’allineamento idrodinamico ideale per la spinta.
Le gambe devono essere portate verso il muro, aprendo quindi il corpo, facendo però attenzione a non slanciarle verso l’alto, cosa che avrebbe come risultato un affondamento del corpo. I piedi devono restare vicini.
Altra cosa a cui far attenzione sono le braccia: è importante evitare di fare inutili movimenti sott’acqua per cercare un appoggio. Quando si affronta la virata, l’ultima bracciata darà l’ulteriore slancio per la rotazione e al termine della spinta raggiungerà il braccio rimasto vicino alla coscia, il corpo ruota e come per magia le braccia saranno già in alto, sopra la testa, in posizione corretta per la spinta e la ripresa della nuotata.
Mi raccomando, la rotazione c’è e va fatta: spostare le gambe di lato non è virata!
Tocco e spinta
La spinta migliore è quella che si ottiene quando si tocca il muretto con le ginocchia piegate all’incirca a 90° e i piedi hanno un appoggio ben stabile.
Facendo la mezza capriola descritta prima ci si ritrova a pancia in su, ottimo punto di partenza per iniziare a familiarizzare con la virata, ma poi bisogna fare un ulteriore evoluzione.
Quando si effettua la spinta l’ideale è, infatti, che il corpo si stacchi dal muretto su un fianco, per poi completare l’avvitamento che ci riporterà in posizione prona durante lo scivolamento.
Perché tutto ciò accada, i piedi non dovranno appoggiarsi in verticale, con le dita rivolte verso l’alto (cosa che spesso viene più naturale fare e va bene fare nei primi approcci con la virata, ma va sottolineato che così si otterrebbe una spinta in posizione supina e si perde efficacia) e neppure con le dita rivolte verso il basso (si otterrebbe una spinta già in posizione prona, ma si perderebbe molto tempo e il corpo affonderebbe).
Posizione ideale di appoggio dei piedi? Con i piedi già leggermente ruotati verso un lato. In questo modo il corpo sarà automaticamente sul fianco, la posizione perfetta per la spinta.
Altra difficoltà è l’altezza a cui dovrebbero toccare i piedi. Se i piedi toccano il muretto troppo fuori dall’acqua, la spinta andrà verso il basso e sarà difficile recuperare la traiettoria corretta; se, al contrario, toccano troppo in profondità, la spinta sarà già verso la superficie facendo perdere la fase di scivolamento e subacquea.
Anche in questo caso, la via di mezzo è il giusto compromesso: se i piedi toccano il muretto all’altezza del livello dell’acqua, si riuscirà a controllare il movimento, ad effettuare correttamente la spinta controllando la traiettoria, a sfruttare lo scivolamento ed effettuare la subacquea.
Spinta
La profondità della spinta deve essere di almeno 50 cm, in modo da evitare l’impatto dell’onda generata dall’ingresso ed avere già il corpo leggermente immerso per le fasi successive.
Quando i piedi si staccano dal muretto, il corpo dovrà completare la rotazione per ritrovarsi poi a pancia in giù, effettuando la subacquea, ovvero dei colpi di gambe da delfino che prolungheranno l’effetto della spinta e ci proiettano velocemente verso la superficie.
Lo scivolamento e la subacquea devono avvenire in posizione di assetto (sintetizzando, con le braccia unite e tese in alto, sopra la tesa, e il corpo teso, in posizione idrodinamica). All’uscita dalla virata si dovrebbe rompere la superficie dell’acqua in un solo punto, con un angolo non troppo verticale. Al termine della subacquea, con il corpo fuori dall’acqua e continuando l’azione delle gambe, si può riprendere la nuotata a stile completa.
Dove fare la virata nello stile libero
Infine, una nota sul dove si effettua la virata.
È ormai regola non scritta ma di uso comune, effettuare la virata dal lato in cui poi si dovrà andare, ovvero anziché toccare il muretto nel punto che vediamo dritto davanti a noi, ci si sposta verso la sinistra e lo si tocca già dal lato del ritorno.
In questo modo la spinta ha già una traiettoria dritta, è più efficace e più semplice da controllare.
Sicuramente è più facile da fare che da spiegare…ma questa piccola accortezza, soprattutto quando si è in molti in corsia, magari in situazione di nuoto libero con eventuali sorpassi da fare o subire, aiuta, tra l’altro, ad evitare spiacevoli scontri.
Conclusione
La virata fa risparmiare tempo ma allo stesso modo rappresenta una difficolta per tanti nuotatori e ulteriore fonte di affaticamento perché svolta non correttamente o perché toglie quei pochi istanti di pausa quando la mano afferra il muretto, prima di immergersi nuovamente.
Ma non mollate: provate e riprovate in vasca e vedrete che, una volta colta la corretta virata, non la salterete più!
Per ora abbiamo fatto un po’ di teoria sulla virata nello stile libero. Nel prossimo articolo, vi do qualche suggerimento pratico ed esercizi.
MAURO LASAGNA - 2022-02-24 18:42:29