Preparare la gara perfetta
Bisogna essere ottimisti e tenere duro fin quando si troveranno i protocolli di cura e prevenzione ad hoc, e di conseguenza il Covid-19 smetterà di far così paura.
Non possiamo far altro che coltivare la speranza perché l’attività agonistica possa riprendere con regolarità al più presto.
Vorrei che si tornasse a parlare di gara perfetta e non di annullamenti.
Le care e vecchie domande sul percorso: “E’ Veloce? Quanto dislivello c’è? E’ asfaltato, sampietrini o ci sono pezzi di sterrato? E’ tortuoso?”, sul numero degli iscritti della edizione precedente e sulle condizioni climatiche del periodo. Tutte domande lecite in relazione alle caratteristiche di ogni atleta.
La velocità di un percorso dipende certamente dal dislivello, dal fondo e dalle tortuosità, ma non sottovalutiamo le condizioni climatiche ed il vento, perché queste possono avere un impatto devastante sulla prestazione. Pensiamo solo che la maggiore temperatura, da 20° a 30°, a parità di umidità, fa degradare la prestazione circa del 15%. Detto ciò come scegliamo la gara perfetta? Come possiamo metterci al riparo da sorprese climatiche?
Io farei un passo indietro.
Partirei dalla costruzione di un modello prestazionale della disciplina nella quale vogliamo cimentarci, e di conseguenza sulle caratteristiche specifiche della competizione che vogliamo affrontare.
Per ogni gara dobbiamo analizzare il numero e l’efficacia delle azioni da mettere in campo, in relazione ai nostri parametri fisiologici e alle nostre competenze tecniche.
A seconda delle caratteristiche del nostro obiettivo dovremo costruire un percorso coerente con il nostro livello di partenza, predisponendo un piano di crescita.
La preparazione di un 5k è diversa rispetto a quella di una maratona, esattamente come quella per un triathlon sprint è diversa da un triathlon lungo.
La conoscenza delle zone di allenamento può certamente aiutarci a prepararci in modo più coerente, ma anche tra le stesse declinazioni di distanza, in palcoscenici diversi, ci possono essere differenze abissali. Si pensi ad un 5k in pista o ad uno stradale, oppure ad un Triathlon Lungo a Lanzarote o Cervia (per non toccare un tasto dolente). Queste gare hanno modelli prestazionali molto diversi.
Chiudo con una riflessione sulle condizioni psicofisiche, che devono essere quelle ottimali per arrivare in gara e raccogliere una prestazione, che io vedo sempre più come conseguenza e non come obiettivo. La differenza possiamo farla solo affrontando questa situazione in modo positivo, godendoci il percorso di avvicinamento, divertendoci e lavorando con coerenza sui nostri parametri fisiologici e limiti tecnici con pianificazione e programmazione precise e individuali.
Ci sono tantissime cose su cui lavorare, cosa aspettate per preparare e raccogliere la vostra gara perfetta?
Kenia Do Carmo Fayad - 2021-09-21 23:13:20