Omar Di Felice è pronto per attraversare il deserto del Gobi
Abbiamo intervistato Omar prima della sua partenza verso la Mongolia, ha deciso di spostare l’asticella più in alto, di superare per l’ennesima volta i suoi limiti.
Attraverserà il deserto del Gobi in bicicletta!
Cosa significa tecnicamente e fisicamente attraversare la Mongolia, pedalando nel freddo inverno del deserto del Gobi?
Vorrei poter descrivere esattamente ciò che dovrò affrontare ma la realtà è che la difficoltà più grande sarà proprio questa: la totale mancanza di ogni riferimento relativo a passate esperienze. Il deserto del Gobi in inverno, infatti, non è mai stato attraversato da un avventuriero, men che meno da un ciclista.
Questo è il motivo per cui, tecnicamente, sto cercando di prevedere qualunque inconveniente e nella mia attrezzatura dovrà per forza trovare posto ogni tipo di componente che, ipoteticamente, potrà aiutarmi a fronteggiare tanto il freddo (che si preannuncia estremo, con temperature che oscilleranno tra -20°C e -40°C) quanto le condizioni delle piste sterrate o dei gelidi altipiani che attraverserò, dove l’acqua sarà scarsa.
Fisicamente sono sufficientemente pronto ad affrontare un simile ambiente grazie anche alle esperienze passate.
Ma la parte più difficile da sostenere riguarderà lo stress psicologico cui verrò sottoposto dalle durissime condizioni che mi troverò ad affrontare. Il vero challenge sarà senz’altro quello mentale.
Come ti sei preparato per un’impresa simile?
Dal punto di vista fisico mi sono allenato esattamente come per le passate esperienze e avventure estreme, con una base di preparazione votata all’endurance puro (attraverso lunghissime sessioni solitarie di 8-10-12 ore consecutive) cui ha fatto seguito un periodo volto ad allenare qualità più specifiche quali, ad esempio, la forza al fine di migliorare la mia capacità di esprimere performance.
Trattandosi, però, di una traversata che, per almeno due terzi, mi terrà impegnato in ambiente completamente “wild” su piste offroad e lontano da strade e villaggi, ho dovuto allenare anche la capacità di guida su terreni piu tecnici (sentieri, single tracks nonché, anche, tratti in cui ho spinto la bici a mano in previsione di eventuali tratti in cui dovrò scendere dalla sella)
Infine, ancor più che per le passate esperienze, ho dovuto adattare il metabolismo al fine di ottimizzare il consumo dei grassi: abbassare i “giri del motore” ottimizzando il consumo calorico sarà fondamentale in un ambiente in cui sarà difficilissimo reperire fonti energetiche aldilà di tutto ciò che sarò in grado di portare con me
Cosa ha ispirato questa tua esplorazione?
Ho sempre amato le condizioni invernali pure: il freddo estremo ha ispirato le mie grandi avventure oltre il Circolo Polare Artico.
Il deserto del Gobi, in questo, si pone come una meta nuova: una nuova forma di esplorazione, quella attraverso una terra così apparentemente inospitale e desolata, che mi metterà a dura prova. Ed è proprio la ricerca del limite il mio obiettivo principale.
Senz’altro il fatto che mai nessuno abbia attraversato in inverno questo deserto estremo (lo stesso Messner, uno dei pochissimi a farlo a piedi, in primavera, ha dichiarato che a suo giudizio è impossibile attraversato durante la stagione piu fredda) mi offre uno stimolo maggiore e l’ispirazione giusta per tentare di portare a termine questo challenge il cui grado di fallimento è elevatissimo. Senz’altro il più elevato tra tutte le avventure sin qui realizzate.
Siamo curiosi e siamo anche ciclisti… parlaci del mezzo che ti accompagnerà e dell’attrezzatura tecnica che porterai con te
Pedalerò sulla collaudatissima Wilier Triestina JENA, la bici da me testata e inaugurata durante l’avventura attraverso il Canada artico nel corso dell’inverno 2018. Il modello che utilizzerò, però, nasconderà una novità che presto sveleremo: una particolarissima livrea.
Per quanto riguarda il gruppo mi affiderò al nuovo Shimano GRX nella sua combinazione meccanica (per evitare che il freddo possa mettere ulteriormente in crisi la parte elettronica). Mi affiderò ancora una volta alla trasmissione doppia, con deragliatore anteriore a comandare le due corone 31 e 46 e una scala rapporti posteriore dall’11 al 34.
Le ruote saranno le nuove Allroad Carbon di Mavic mentre per la sella, ancora una volta, mi affiderò alla Aspide Supercomfort di selle san Marco.
A completare il setup sarà il sistema di bikepacking Miss Grape dove troveranno spazio alcuni ricambi, abbigliamento, scorte alimentari e il necessario per l’accampamento notturno: una tenda e un sacco a pelo realizzati da Ferrino per spedizioni artiche e d’alta quota.
La navigazione sarà la vera novità di questa spedizione: trovandomi verosimilmente in assenza di segnale telefonico, mi affiderò alla tecnologia inReach dei dispositivi Garmin sia nella versione “mini” (per il tracciamento su mappa ENDU e per gli eventuali invii di richieste di soccorso) che in quella estesa “explore” per gestire la navigazione durante le lunghe giornate che mi troverò ad affrontare.
Dal punto di vista dell’abbigliamento saranno ancora i capi Mavic della collezione invernale, in abbinamento con l’intimo in lana merino realizzato da Brynje of Norway, responsabili di tenermi “al caldo”
Sarà possibile seguire l’impresa di Omar su ENDUlive
Per tutta la durata dell’avventura potrete seguire Omar passo dopo passo grazie a ENDUlive, il servizio ENDU dedicato al tracciamento della posizione in tempo reale, normalmente proposto agli organizzatori di eventi sportivi in cui la sicurezza dei partecipanti è un fattore cruciale.
Potrete visualizzare sulla mappa il percorso seguito da Omar in ogni momento e sostenerlo virtualmente nel compimento di questa incredibile impresa.
Salvati il link per seguirlo durante la sua impresa!
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