Il Trentino accoglie il Giro d’Italia: è amore infinito
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Si torna sempre dove si è stati bene e il Giro d’Italia torna in Trentino anche nel 2023 per altre due tappe di quello che possiamo definire un #amoreinfinito. La prima – durissima – di martedì 23 maggio partirà da Sabbio Chiese, nel bresciano, per arrivare sul Monte Bondone (203 km, 5200 m di dislivello con ben 5 GPM), mentre il giorno seguente la carovana prenderà il via da Pergine Valsugana per dirigersi verso Caorle, con una frazione molto più abbordabile (197 km e 300 m di dislivello), che permetterà ai corridori di riprendersi dopo uno sforzo incredibile.
Due tappe ricche di contenuti non solo per gli appassionati di ciclismo, ma per tutti gli amanti delle attività all’aperto, della natura, della storia e dell’enogastronomia: il Trentino infatti è un vero e proprio paradiso dell’outdoor, con attività che vanno – tra le altre – dalle escursioni a piedi al parapendio, passando per vela, arrampicata, ciaspolate, sci e ovviamente bicicletta, attraverso un territorio unico nel suo genere grazie all’incontro del clima mediterraneo del Lago di Garda con quello montuoso delle Alpi. Un incontro che permette di ottenere varietà pregiatissime di olio d’oliva, vino, formaggi, frutta e verdura, e che nei secoli è stato culla di una società variegata e con molteplici influenze, rendendo questo territorio il vero e proprio tramite tra l’Italia e l’Europa.
Per quanto riguarda la Corsa Rosa, il focus è senza dubbio sulla tappa di martedì 23 maggio che con i suoi 203 km e soprattutto 5200 metri di dislivello positivo sarà un vero e proprio spartiacque di questa edizione numero 106. Il profilo della tappa aveva subito fatto drizzare le antenne degli appassionati e la nostra ricognizione con il ciclista trentino – nativo di Riva del Garda – Edoardo Zambanini, del Team Bahrain Victorius, ha confermato tutto: giornata durissima in sella, paesaggi mozzafiato a fare da cornice.
Si perché dopo i primi 50 km pianeggianti che dalla Valsabbia, in Lombardia, costeggiano tutto il versante occidentale del Lago di Garda fino all’entrata in Trentino a Riva del Garda, non ci sarà più un attimo di respiro. La prima area attraversata, una volta passato il confine, è quella del Garda Trentino, un territorio rinomato a livello sportivo per i tanti eventi legati alla vela (casa del campione Olimpico di specialità a Tokyo 2020, Ruggero Tita), al windsurf e all’arrampicata, e famoso anche per i suoi oliveti pregiati grazie al clima mediterraneo.
Qui la carovana dovrà vedersela con la prima salita di giornata, quel Monte Velo che porta al Passo di Santa Barbara (1169 m s.l.m.). Inserita tra le 23 ‘Grandi Salite del Trentino’, questa ascesa misura 12,7 km all’ 8.3% di pendenza media e farà subito una selezione: qui, nel 2002, Cadel Evans perse la maglia rosa a favore di Paolo Savoldelli, vincitore poi di quella edizione.
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Scollinato il Passo di Santa Barbara si passerà da Ronzo-Chienis, nella spettacolare Val di Gresta, la Valle degli Orti Biologici del Trentino, perfetta per escursioni a piedi, a cavallo e anche ciaspolate. Neanche il tempo di acclimatarsi che si risale subito verso il Passo Bordala (1253 m s.l.m), poi una picchiata di circa 20 km conduce la corsa verso Rovereto, capoluogo della Vallagarina. Rovereto: Città della Pace, ospita alcune vere chicche per turisti culturali come il MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea) e il Museo Storico della Guerra, mentre in tutta la valle è possibile ammirare strutture storiche come Castel Beseno e il Castello di Sabbionara di Avio.
Una lunga serie di “mangia e bevi” attraverso campi coltivati, vigneti (notevole la produzione di vini tra Marzemino, Casetta, Enantio, Merlot Trentino, Moscato Giallo e Trento Doc) e testimonianze degli scontri fra esercito italiano e austro-ungarico durante la Grande Guerra, conducono la tappa verso Noriglio, dove si attacca il Passo Serrada (1250 m s.l.m.) e si entra in Alpe Cimbra. Altro paradiso per gli amanti delle vacanze attive, è perfetta per esperienze quali trekking (tanti i Forti nella zona), canoa, arrampicata e sci alpino, con una Skiarea di oltre 100 km.
Questa è la penultima fatica di giornata per il gruppo, o quello che ne sarà rimasto: ci sono altri 20 km di discesa tra vigneti, meleti e costruzioni medievali fino a Nomi e Aldeno da dove si risale per l’ultimo, lunghissimo sforzo. L’ascesa del Monte Bondone: 21,4 km di salita al 6,7% di pendenza media (picchi al 15% verso il finale), con 1430 m di dislivello e l’arrivo a 1632 m s.l.m. poco dopo lo spettacolare Altopiano delle Viote, vero e proprio giardino botanico e riserva naturale della zona.
Anche sui pendii del Bondone le possibilità per gli amanti dello sport outdoor sono molteplici. Nel ciclismo è impossibile non citare l’impresa di Charly Gaul del 1956, vincitore tra gelo e neve della tappa Merano-Monte Bondone, che ha consegnato il ciclista lussemburghese alla storia. Quella storia che oggi cerca un nuovo nome da inserire nell’amore infinito fra Trentino e Giro d’Italia.
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Credits photo: @Giacomo Podetti
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