Nel ciclismo il tifo è tutto, porta colore e folclore in strada, aiuta a diffondere la cultura per il mezzo a due ruote e per una mobilità sostenibile, sostiene i corridori ed è un aspetto tanto fondamentale quanto imprescindibile, anche se a volte l’eccesso di entusiasmo rischia di trasformarsi in atteggiamento pericoloso per l’incolumità degli atleti e del tifoso stesso.Quanto accaduto a Vincenzo Nibali un anno fa al Tour de France evidentemente non è stato di insegnamento e ancora in troppi corrono di fianco agli atleti e li toccano, rischiando di far loro male e compromettere la loro corsa. Non dimentichiamo i recenti fatti al Giro d’Italia dove diversi corridori hanno dovuto pagare le conseguenze dello scalmanato di turno.

Il presidente ACCPI  (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) Cristian Salvato, che ha seguito tutto il Giro 102 come delegato del sindacato mondiale dei ciclisti CPA, per limitare questo problema propone di applicare il Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), una misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi, a chi non rispetta i corridori e il regolare svolgimento delle corse.

«Il pubblico del ciclismo è stupendo e un esempio per altri sport, è un peccato che per pochi stupidi gli atleti siano in balia degli eventi. Oltre all’impegno degli organizzatori e dell’UCI per garantire la massima sicurezza dei corridori, chiediamo alle autorità italiane di allontanare in modo deciso dalle strade del grande ciclismo chi invece di incitare i corridori in modo rispettoso mette a rischio la loro incolumità per un selfie o un momento di gloria. Come è stato applicato nei confronti di chi ha rilasciato dei fumogeni sul Capo Berta alla Milano-Sanremo di quest’anno, è giusto che paghino coloro che con il loro comportamento imprudente o incosciente hanno creato e creeranno (speriamo sempre meno) in futuro un danno agli atleti nello svolgimento del loro lavoro. Nel romanzo del ciclismo il pubblico è un elemento della trama, se prende il ruolo del protagonista, si rovina tutta la storia. Non possiamo permetterlo».

L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani da oltre 5 anni promuove la campagna #TifatecieRispettateci. «Come purtroppo spesso accade ci troviamo a combattere da soli, abbiamo bisogno che istituzioni e organizzatori ci aiutino a portare avanti il messaggio con una adaguata campagna di informazione per rendere le corse sempre più sicure e  spettacolari» conclude Salvato.