Biciclette Gravel: che caratteristiche hanno?
Gravel: un fenomeno che sta diventando sempre più grande e che sta coinvolgendo sempre più persone. Ma le biciclette gravel che caratteristiche hanno? Che bici sono?
In realtà non esiste una definizione condivisa, codificata, e non esiste nemmeno come specialità agonistica all’interno delle varie Federazioni.
Diciamo innanzitutto che sono bici che consentono di andare con una certa disinvoltura sia su asfalto che off-road: quindi l’idea di fondo è di grande LIBERTA’, di poter andare dove si vuole. Non a caso le bici gravel sono dotate di fissaggi per portapacchi e borse per consentire di poter affrontare viaggi di qualche giorno.
Biciclette gravel: le caratteristiche.
Come dicevo non esistono veri e propri standard. La prima caratteristica comune è quella di avere un grande spazio nella forcella e nel carro posteriore per poter alloggiare pneumatici di dimensioni generose (dai 37mm in su).
Esistono ora molti pneumatici dedicati e tra loro molto diversi in relazione al tipo di terreno che si intende affrontare: battistrada meno scolpiti al centro per percorsi scorrevoli e asciutti, più scolpiti e tassellati per fuoristrada più spinti o percorsi pesanti.
Inoltre le geometrie sono piuttosto “comode” con angolo sterzo più aperto rispetto alle bici da strada e carro posteriore più lungo.
Esistono ora gruppi dedicati alle biciclette gravel, sia nella versione con guarnitura singola con rapportoni posteriori (fino al 50) di derivazione del mondo mtb, che in versione con guarnitura doppia (ora molto popolare nella versione 46/30). Dopo Sram e Shimano, che per primi hanno messo in catalogo gruppi per gravel, anche Campagnolo ha recentemente lanciato Ekar il gruppo a 13 velocità specifico per gravel.
La scelta tra singola e doppia, e la relativa rapportatura dipendono dal tipo di percorsi che si intendono fare (prevalenza di salita o di pianura) e ovviamente … dallo stato di forma!
Per quanto riguarda i materiali dei telai delle biciclette gravel, oltre ai tradizionali carbonio ed alluminio, si stanno diffondendo acciaio e titanio proprio per le caratteristiche di “morbidità”, comodità e resistenza che l’utilizzo di queste bici richiede.
Anche i manubri sono un po’ diversi: hanno un drop più contenuto e soprattutto hanno la presa bassa che sporge verso l’esterno per garantire una guida più sicura nelle discese accidentate.
Le ruote più diffuse sono quelle da 28” (700c) come quelle da strada ma normalmente hanno una sezione generosa per permettere al pneumatico di allargarsi e avere più volume.
Stanno prendendo piede, per gli utilizzi più off-road, anche le ruote da 27.5” (650b) che consentono di montare copertoni praticamente da mtb: si perde un po’ di scorrevolezza ma si acquisisce sicurezza nei punti più tecnici.
Infine i freni: rigorosamente a disco; proprio per la semplicità e la facilità di manutenzione, su diversi modelli entry level vengono montati freni a disco meccanici anche se quelli più diffusi sono quelli idraulici con dischi da 160mm.
Il fatto di essere bici comode da usare in libertà fa si che di fatto non esistano (almeno al momento) competizioni ma che invece siano sorte tantissime “randonnee” organizzate in tutta Italia dove viene fornita la traccia del percorso (pensato per biciclette gravel) e vengono garantiti lungo il percorso alcuni ristori eco-compatibili: di fatto escursioni in quasi autosufficienza.
Basta andare su alcune pagine Facebook dedicate (es. GRAVEL BIKE EVENTI) per trovare ogni domenica qualche idea per scoprire nuovi itinerari.
Libertà di andare dove si vuole, comodità e facilità di guida, possibilità di affrontare anche lunghe escursioni di più giorni, sono caratteristiche che stanno facendo crescere il movimento gravel.
Cambierà anche il modo di andare in bici? Meno esasperazione, più socialità e più divertimento?
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