Misuratore di potenza o fascia cardio?
Nel mondo del ciclismo, si discute spesso della (ancora) validità della fascia cardio rispetto al misuratore di potenza. Molti sostengono che con il solo misuratore di potenza si possa fare a meno della fascia cardio, ma questa visione non tiene conto delle potenziali complementarità tra i due strumenti. Qual è quindi la risposta giusta?
Misuratore di potenza vs fascia cardio
Il misuratore di potenza misura il carico esterno istantaneamente, mentre la frequenza cardiaca registra le variazioni fisiologiche. Entrambi forniscono informazioni cruciali sullo sforzo fisico durante l’allenamento o la gara. La frequenza cardiaca può essere influenzata da diversi fattori, come sonno, idratazione, stress, offrendo una panoramica sulla fisiologia del corpo durante l’attività fisica.
Il monitoraggio ottimale (da ex ciclista professionista e da coach) prevede entrambi gli strumenti: non è assolutamente vero che ormai la fascio cardio è stata soppiantata dal misuratore di potenza. Un esempio? Durante una gara o un allenamento prolungato, il monitoraggio della frequenza cardiaca (assieme al misuratore di potenza) può fornire indicazioni preziose sulla gestione dell’alimentazione o dello stato dell’idratazione. Infatti, a parità di wattaggio erogato, una flessione della frequenza cardiaca può dare informazioni utilissime da leggere (e interpretare) al termine della gara o dell’allenamento.
Nello stesso tempo, durante lavori intensi come gli intervalli, il misuratore di potenza è fondamentale per mantenere costante l’output ed essere precisi, mentre la frequenza cardiaca può rivelare eventuali disaccoppiamenti fisiologici.
Utilità della combinazione
- La combinazione tra misuratore di potenza e fascia cardiaca offre una visione completa dell’allenamento, consentendo di valutare sia l’aspetto fisico che fisiologico.
- L’analisi congiunta dei dati di potenza e frequenza cardiaca fornisce indicazioni precise sulla condizione fisica e sulle aree di miglioramento.
La fascia cardio e il misuratore di potenza, dunque, non sono strumenti concorrenti, ma complementari. La loro combinazione offre una prospettiva più ampia sull’allenamento del ciclismo e sulle prestazioni, consentendo agli atleti di massimizzare il proprio potenziale.
Ma c’è di più: non sottovalutiamo, infatti, le care e vecchie sensazioni! Ogni tanto, proviamo a porre attenzione alla nostra percezione dello sforzo, senza dipendere dagli strumenti. Facciamo l’esercizio di settarci autonomamente nella nostra zona 2, o zona 3, sui nostri 200 o 300 watt, e solo successivamente controllare la strumentazione per controllare se siamo nel giusto. È un esercizio fondamentale per sviluppare una vera consapevolezza del proprio corpo.
Provare per credere.
In collaborazione con Volkswagen ID. Buzz
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