6 compagni di allenamento da evitare
È anche vero che trovare compagni di allenamento o un gruppo perfetto alle nostre esigenze sia un terno al lotto, qualcuno che si incastri in velocità, distanza, cultura personale e sportiva, simpatia, insomma un amico con cui passare dalle 2 alle 5 ore a far fatica sentendosi a casa e che magari ci stimoli a dare quel qualcosina in più.
Siamo tutti diversi, ognuno ha le proprie motivazioni, il proprio obiettivo, il proprio fisico e propensione alla fatica, le proprie convinzioni per cui ci trasformiamo progressivamente in alcuni dei fenomeni che seguono, ossia i famosi compagni di allenamento da evitare
- Il cacciatore di KOM: Strava è un social che ci permette di mettersi in competizione virtuale con chiunque abbia l’app, per cui scelto un tracciato denominato “settore” ci inseriamo in una classifica mondiale assoluta, annua, tra i propri contatti e specialmente con se stessi, valutando l’evoluzione delle proprie performance.
La degenerazione accade quando scaricata l’app anche sul Garmin Edge ci si dedica esclusivamente alla caccia al PB o alla top ten, per non dire il KOM (tempo assoluto), creando una dipendenza che danneggia il clima dell’amicizia. - Il succhiaruote: è una figura triste e misera, lui rimane in scia tua o del gruppo risparmiando ogni kcal possibile per poi esplodere tutte le energie in salita lasciandoti al palo, o peggio uscendo a 30 metri dalla volata al cassonetto avendo beneficiato della velocità folle del gruppo.
Ci può stare in una squadra proteggere uno sprinter o uno scalatore, siamo in allenamento, anche no. - Il mezzaruota: spesso viaggiando appaiati non ci si accorge di star davanti, e basta una parola per riassestare la parità, ci sono invece degli iper competitivi che desiderano star davanti sperando di prendere punti di abbuono ai traguardi intermedi forse, e quando tu compagno attardato di mezza ruota avanzi a recuperare la posizione tornano avanti nella loro posizione di mezzo leader. E’ odioso, non si fa. O in colonna o pari!
- Il tecnico: lui sa tutto. Sa di biomeccanica, sa di allenamento, sa di tecnologia, sa di doping, integrazione, alimentazione, sa di ruote, telai, abbigliamento, caschi, i risultati di tutte le granfondo annuali con tempi distacchi e soprattutto conosce chiunque, vita morte miracoli, relazioni sociali ed extra coniugali, amatori, professionisti sia del ciclismo che del triathlon. Al che ci si domanda se i servizi segreti lo usino come fonte, perché una morbosità del genere o, più probabilmente una fantasia da sceneggiatore di Hollywood.
- Il falso impreparato: esordisce con “oggi non sto bene, ho dormito poco, non esco da mesi, ho il gomito che fa contatto con il ginocchio, mia nonna è rimasta chiusa nell’autolavaggio…” e poi esplode in un centello senza colpo ferire e rimanendo sempre nel gruppo di testa mentre tu che lo hai coinvolto nell’uscita alla seconda salita eri già collassato, sono quelli che a scuola o all’università esordivano con “non so niente, non ho studiato” e uscivano col massimo dei voti mentre tu che davvero avevi studiato e speravi di uscirne degnamente la prendevi sui denti.
- Il social influencer estremo: siamo tutti social oramai, la prestazione non esiste se non viene certificata su Instagram, Facebook, Garmin Connect e (si noti “e” non “o”) Strava, “se non c’è su Strava non è mai esistito” è un motto recente ma definitivo, e ci stiamo adeguando chi più chi meno faticosamente, ma il social influencer estremo piazza dirette continue, ripercorre tratti per fare foto ottime, chiede a tutti i circostanti l’invio di foto fatte, potrebbe esserci quella ideale, e niente sarebbe se fosse effettivamente collaboratore di qualche azienda, vabbè sarebbe lavoro, ma no, tagga la qualunque anche senza ricevere un gellino nel pacco gara pur di strappare una visualizzazione o un like.
Aiutateci a delineare altri compagni estremi di allenamento, aggiungendo sui commenti episodi e manie, magari arriveremo ad altri 6 compagni di allenamento da evitare…
Elvio - 2020-03-14 23:40:00