Il codice dei ciclisti, la nostra lingua dei segni
Noi ciclisti siamo visti come un fastidio alla circolazione automobilista, nonostante l’aumento esponenziale di mezzi in circolazione, eredità di incentivi statali e necessità dopo troppi giorni chiusi in casa. Veniamo additati come pericoli, birilli, e nella tracotanza dei conducenti si ignora che il codice della strada ci permetta di viaggiare appaiati nei centri abitati se le condizioni lo consentano. Poi sono anni che ci battiamo per una legge che tenga i mezzi a UN METRO E MEZZO da noi in sorpasso, ma continua a essere stralciata dalle discussioni parlamentari…
Inevitabile quindi che si sia creato un linguaggio di segni per la nostra sicurezza: il codice dei ciclisti, internazionale, che richiama l’attenzione per avvisare i diversi imprevisti possibili, pressoché inevitabili del nostro sport.
Un linguaggio di segni certo, spesso la voce non si sente chiaramente e non c’è tempo di ripetere l’emergenza ai nostri compagni di gruppo, con il rischio di un telefono senza fili nel quale si capiscano fischi per fiaschi. Vediamo quindi quali siano i principali ed universali segni che ci si scambia con il codice dei ciclisti: un codice di sicurezza basilare per entrare in un gruppo, tanto quanto il decalogo che già avevamo pubblicato, 12 regole per pedalare in gruppo.
Il primo ed il più naturale segnale del codice dei ciclisti, è quello di svolta: avvisa l’intenzione di cambiare direzione occupando la sede stradale, indispensabile anche per le auto girando a sinistra, più per il gruppo girando a destra. Inutile ricordare che prima viene segnalato più sicuri si è, lo stesso gioco delle frecce per l’auto!
Si allarga il braccio steso a 90 gradi in linea con la spalla per indicare la direzione.
Il secondo segnale del codice dei ciclisti avvisa il rallentamento o lo stop imminente, così chi ci segue possa iniziare a rallentare a fronte di un pericolo che potrebbe non vedere in tempo. Vale il medesimo concetto del punto precedente, prima segnaliamo più sicurezza daremo, occhi aperti sempre!
Si alza il braccio piegato e palmo alzato.
Quando invece ci si sta avvicinando ad un pericolo come un’automobile in sosta, un ciclista più lento o una aiuola che non vedrebbe il nostro compagno è buona norma battere la mano sul sedere per richiamare l’attenzione genericamente e indicare l’ostacolo
Indicare con la mano destra ed l’indice lo spostamento.
E dato che uno dei rischi maggiori per i ciclisti è l’irregolarità del fondo stradale, buche, tombini è fondamentale segnalare la presenza a chi ci segue. Ne abbiamo parlato recentemente analizzando il problema di come tenere la destra. Oltre che per la sicurezza questo segnale del codice dei ciclisti preserva anche i cerchi da danni e le ruote da forature!
Indicare con il braccio steso e indice a terra dove si trovi il pericolo.
Abbiamo ovviamente anche un segnale per protestare con gli automobilisti indisciplinati che ci mancano di rispetto, piuttosto internazionale.
Alzare il braccio piegato verso l’alto.
Oltre che le buche abbiamo come nemico dello scorrimento e della direzione anche detriti vari, da vetrini di tamponamenti a ghiaino, cosa che ci obbliga a cambiare direzione o rallentare, potenzialmente abbinato al punto 4.
Palmo aperto verso il basso segnaliamo rallentare.
Quando il pericolo è imminente e il punto 3 non sarebbe tempestivo segnaliamo la necessità di aggirare un ostacolo con urgenza.
Sventoliamo il braccio davanti al sedere come per scacciare una mosca in direzione opposta al pericolo.
A queste bellissime immagini tratte dal periodico Live di Repubblica manca la segnalazione di binari di treno o tram, tra le mie avventure annovero anche la ruota entrata in binario con conseguente caduta.
Indichiamo più volte terra da destra a sinistra.
Tanto quanto le regole del Gruppo questi segnali sono necessari per la sicurezza, sarebbe bello venissero educati a Scuola Guida anche gli automobilisti a leggere il codice dei ciclisti, così da avere un alleato alle spalle e non un potenziale nemico.
Noi intanto condividiamo il più possibile, sai mai un automobilista impari a decifrare il codice dei ciclisti…
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