Le Olimpiadi di Parigi e gli sport di endurance

Le Olimpiadi di Parigi e gli sport di endurance

Anna Botton

Tra polemiche, storie e grandi aspettative: a che punto sono gli sport di endurance alle Olimpiadi di Parigi 2024?

4 Agosto 2024

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Sono tra le discipline meno seguite alle Olimpiadi, con protagonisti non stellari. Spesso passano in secondo piano anche per l’organizzazione, tanto da far temere possibili cambiamenti (su tutti, il possibile passaggio tra triathlon a duathlon per le condizioni della Senna). Le medaglie, i trionfi, le storie: il peso varia da medaglia a medaglia, da come arrivi al traguardo, non in base alla disciplina. Così in questo articolo vogliamo focalizzare la nostra attenzione sugli sport di endurance presenti alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Tra problematiche e speranze, ecco cosa ci si aspetta da chi rappresenterà i nostri colori. Perché non ci sono solo Gregorio Paltrinieri e Antonella Palmisano…

Triathlon: scampato il duathlon, ma occhio alla staffetta

Mercoledì 31 luglio, ore 8: l’inizio del triathlon femminile è diventato storia. Con il tuffo che ha sancito l’avvio della prima disciplina – il nuoto – la Senna torna a essere balneabile.

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Senna, pericolo scampato?

Con le piogge arrivate i primi giorni, il triathlon è rimasto col fiato sospeso. Se il fiume che divide Parigi incuteva timore tempo prima dell’inizio dei Giochi Olimpici, si sperava di arrivare all’appuntamento col grande evento con delle certezze. D’altronde non c’era nessun piano B, perché non c’era bisogno di un piano B secondo le autorità francesi. Il piano A quindi è stato sempre l’unico possibile. La pioggia arrivata dal giorno della cerimonia inaugurale però ha aumentato i valori di Escherichia Coli (un batterio che provoca diarrea, nausea e vomito), andando oltre i limiti consentiti da regolamento.

E mentre gli organizzatori francesi hanno sempre manifestato ottimismo, tra atleti e opinione pubblica cresceva grande preoccupazione. Allenamenti annullati e il rinvio della gara maschile di triathlon facevano temere il peggio. Che non è la cancellazione totale della disciplina, ma la trasformazione da triathlon a duathlon, ovvero passare dal classico nuoto/bici/corsa al meno appetibile corsa/bici/corsa. Per commentare questa possibilità, ecco le parole di uno dei protagonisti:

‘Un duathlon non è un triathlon – ha commentato Manten Van Riel, triatleta belga -, e cambiare la gara è una mancanza di rispetto per anni di preparazione degli atleti e per tutti gli appassionati che seguono la competizione on-site o in TV. Mi chiedo: che immagine viene data al triathlon sul palcoscenico più grande del mondo?’

Questo tipo di dichiarazioni, oltre al grande investimento di Parigi per pulire la Senna, hanno portato a prendere la storica decisione di gareggiare il giorno successivo. Con un triathlon.

Risultato prove individuali

Il 31 luglio quindi è stato disputato il triathlon regolarmente.

In campo maschile, si è laureato campione olimpico il britannico Alex Yee, argento a Tokyo 2020, che con uno sprint finale è riuscito a sorpassare a pochi metri dal traguardo il neozelandese Hayden Wilde. Bronzo per il triatleta di casa Léo Bergere. I due azzurri Gianluca Pozzatti e Alessio Crociani sono arrivati rispettivamente 14° (01:44:41) e 30° (01:48:19). Pozzatti dopo una frazione di nuoto complicata ha conservato le posizioni di testa nel ciclismo. Il giovane Crociani, invece, dopo essere uscito per primo dall’acqua, ha perso terreno.

È la francese Cassandre Beaugrand a trionfare in campo femminile, staccando negli ultimi metri la svizzera Julie Derron. In terza posizione la britannica Beth Potter. Per quanto riguarda le azzurre, la miglior performance è stata quella di Alice Betto (16esima in 01:57:56), seguita da Bianca Seregni (22esima in 01:59:11) e da Verena Steinhauser (39esima in 02:02:35) che ha pagato un rallentamento dovuto a una caduta nel gruppo che la precedeva.

Cosa aspettarci

La prima preoccupazione è legata alla salute. La speranza è che i famigerati effetti della nuotata nella Senna non si presentino per il 5 agosto, quando è in programma la mixed relay. Due maschi e due femmine alternati, distanze ridotte: l’Italia, a cosa può puntare?

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La spedizione italiana per il triathlon arriva all’appuntamento in una situazione complicata. Oltre al trattamento riservato agli atleti e alle atlete al Villaggio Olimpico, con mancanza di aria condizionata e qualità del cibo scadente (non sono mancate le stoccatine, anche da parte del nostro Thomas Ceccon), i triatleti e le triatlete nostrani sono caricati di una pressione notevole da parte della Federazione, che si è giocata le convocazioni proprio puntando sulla staffetta. Ci si aspetta quindi un miglioramento rispetto all’individuale, e soprattutto una costanza di prestazioni nelle tre frazioni.

Marcia… dietrofront!

Se a Tokyo noi italiani avevamo fatto en plein di ori sia nella 20 km di marcia maschile che femminile, da queste Olimpiadi di Parigi 2024 torniamo a mani vuote. Le sensazioni post gara però sono opposte.

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Massimo Stano, reduce da un infortunio che gli ha impedito di prepararsi al meglio, ha chiuso quarto ad appena 1 secondo dal podio, sfumato solo negli ultimi due chilometri. ‘Se fossi stato al top avrei vinto’, ha detto. Per lui un quarto posto amaro ma che lo rende felice perché ‘essere qui a Parigi è già una vittoria’. Oro a Brian Daniel Pintado (Ecuador), argento a Caio Bonfim (Brasile), terzo Alvaro Martin (Spagna)

Al debutto delle gare di atletica, anche Antonella Palmisano aveva possibilità concrete di bissare la vittoria di Tokyo, come Stano. Pre Olimpiade aveva dichiarato:

‘Partiamo per rivivere un sogno olimpico: l’emozione è sempre come se fosse la prima volta. In valigia ho messo tutto quello che potevo quest’anno e sono pronta per cercare di fare il massimo per rivivere quel sogno. Vedendo anche le temperature penso possa essere una gara sul ritmo, abbastanza veloce. Non mi aspetto una gara lenta. Se poi tutto cambia nel corso di questi tre, quattro giorni potrebbe anche cambiare il corso della gara: sono pronta’.

Invece Palmisano è costretta a ritirarsi al tredicesimo chilometro. Nell’anno in cui i problemi fisici l’avevano lasciata in pace, arriva un campanello d’allarme, ma Palmisano non ha spiegazioni su cosa sia successo: ha affermato che non riusciva a fare i cambi di ritmo. La delusione, però, è enorme e visibile sul suo viso. Oro per la cinese Yang Jiayu, argento alla spagnola Maria Perez e bronzo per l’australiana Jemina Montag.

Mercoledì 7 agosto ci sarà il prossimo appuntamento con la marcia, con l’esordio della staffetta. Non sono ancora state sciolte le riserve, si attende di sapere in quali condizioni arriverebbero Stano e Palmisano. Perciò è presto per i pronostici.

Ciclismo su strada, la prova in linea

Remco Evenpoel ha fatto il bis, vincendo sia la prova a cronometro che quella in linea. Ieri, durante la prova in linea (un percorso di 273 km, con anelli che portavano la gara verso sud-ovest e nord-ovest), Remco Evenpoel è partito a trentotto chilometri dal traguardo in compagnia di Valentin Madouas (Francia). Sull’ultimo passaggio sulla Côté Montmartre, Remco ha aperto il gas ed è volato verso il successo, facendosi immortalare in questa foto già iconica.

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Nulla di fatto per gli italiani: Alberto Bettiol arriva solo 23mo.

Le donne saranno al via per la gara in linea domenica 4 agosto, su una distanza di 158 km. Dopo aver attraversato Parigi con i passaggi iconici al Trocadéro (con la Tour Eiffel), sulla Senna, a Les Invalides e al Quartiere Latino, si dirigeranno nella Valle di Chevreuse, rientrando sempre da qui, dopo aver affrontato le salite Côte de Port-Royal (1 km al 5%), Côte de Saint-Rémy-lès-Chevreuse (1,3 km al 6,3%) e la Côte de Châteaufort (900 m al 5,7%) dove si trova il cippo dedicato a Jacques Anquetil, il primo ciclista a vincere cinque volte il Tour de France.
Rientrate in città, affronteranno un circuito il cui fulcro è la Côte de la Butte Montmartre (1 km al 6,5%), da percorrere per tre volte e arrivo sempre al Trocadéro, con la Tour Eiffel a fare da scenario.

L’Italia schiera Elisa Balsamo e la fresca vincitrice del Giro d’Italia donne, Elisa Longo Borghini. A supporto, Elena Cecchini e Silvia Persico.

Nuoto di fondo: si attende

Con le discipline del nuoto in vasca che non sono ancora giunte al termine, settimana prossima le acque della Senna saranno ancora scenario di una competizione: il nuoto di fondo. Ben dieci chilometri da nuotare lungo la Senna, seguendo e lottando contro la corrente.

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Chi aspira al metallo più pregiato è Gregorio Paltrinieri, reduce da un bronzo storico negli 800 stile. L’italiano però è uno degli atleti maggiormente preoccupati in quanto non hanno ancora avuto possibilità di allenarsi nelle acque della Senna, non sapendo dunque cosa aspettarsi e come gestirle.
Siamo preoccupati. Ma solo perché c’è una location che non abbiamo mai provato. Non puoi organizzare una gara così importante in una location che non hai mai testato“, ha detto Paltrinieri, che intanto rimane impegnato nelle gare in vasca, in attesa di sviluppi positivi o negativi.

Un’attesa snervante che non aiuta, sia in tenuta fisica che mentale.

Maratona da leggenda

A chiudere le Olimpiadi di Parigi 2024 sarà, come di consueto, la maratona.

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Ad attirare l’attenzione sarà l’ultimo valzer tra i due uomini che nel ventunesimo secolo hanno dominato l’universo più di tutti: il keniano Eliud Kipchoge, prossimo ai quarant’anni, che inseguirà il terzo oro consecutivo nella maratona, impresa mai riuscita a nessuno, e l’etiope Kenenisa Bekele, reduce dall’ennesima resurrezione.

Il percorso della maratona è durissimo. Prevede un dislivello di 438 metri in salita e 436 in discesa. Ha tre rampe significative, di cui l’ultima è 600 metri al 13,5% intorno al ventottesimo chilometro, a due terzi di gara, seguiti da una picchiata insidiosa perché muscolarmente molto impegnativa.

Diversi pretendenti potrebbero affondare, il che rende ancora più iconico questo appuntamento con la storia. O forse, con la leggenda.


Credits: Getty Images embeded; cover Frank Legros (Shutterstock)

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