Triathlon: come strutturare gli allenamenti nel periodo autunnale e invernale
Con l’arrivo dell’inverno, le temperature si abbassano e le giornate si accorciano, rendendo più complicato mantenere la routine degli allenamenti per il triathlon. Questo periodo rappresenta però una fase cruciale per impostare una strategia efficace che consenta agli atleti di sviluppare forza, tecnica e resistenza in vista delle gare future. Ma come organizzare al meglio le sessioni e definire una periodizzazione invernale che massimizzi i benefici senza rischiare sovraccarichi?
Scopri in questo articolo come pianificare e periodizzare in modo intelligente gli allenamenti di triathlon in inverno, attraverso consigli pratici e strategie per mantenere alta la motivazione nonostante le difficoltà stagionali.
- Ciclismo: l’appuntamento fisso con i rulli
- Sviluppo della forza
- Tecnica
- Test di valutazione funzionale
Ciclismo: l’appuntamento fisso con i rulli
Siamo in preparazione generale e dobbiamo ottimizzare il poco tempo disponibile, i rulli diventano in questo periodo un appuntamento bisettimanale quasi scontato per quanto riguarda la preparazione del ciclismo.
Il consiglio è di utilizzare dei rulli interattivi che danno la possibilità di collegarsi a piattaforme che consentono di finalizzare gli allenamenti con misuratore di potenza in modo da monitorare l’allenamento con un parametro importante. Altro consiglio è quello di non utilizzare queste piattaforme per allenamenti collegiali che spesso diventano vere e proprie competizioni virtuali, ma di concentrarsi su un allenamento di 50’-70’ che ha come obiettivo lo sviluppo di capacità aerobica e potenza aerobica e lavori di forza a cadenza di pedalata controllata. Ancora più importante è sfruttare queste piattaforme virtuali per fare un test di ftp (solitamente viene proposto un test di 20’ per calcolare la soglia anaerobica), diventa fondamentale avere un test come punto di partenza e di controllo per verificare i parametri per allenarsi a zone corrette di intensità.
Sviluppo della forza
Nella preparazione generale richiesta in inverno, gli allenamenti di triathlon prevedono lo sviluppo della forza anche in palestra o a casa. Quale forza? Dopo 2-3 settimane di adattamento è bene sviluppare la forza massima con ripetizioni che consentono 4-6 ripetizioni (3-5 serie x 5 ripetizioni), quali esercizi? Se si ha una buona tecnica di esecuzione squat o stacchi sono ideali per sviluppare la forza oppure il quadrato a barre può essere un’alternativa valida.
Perché indirizzare sulla forza massima la palestra o la preparazione fisica in uno sport di endurance? Perché gli studi hanno portato all’evidenza scientifica che il costo energetico nella corsa e nella bici si riduce con un importante aumento nella performance. Se non abbiamo la tecnica corretta per eseguire movimenti come squat stacchi o quadrato a barre, le macchine isotoniche come la pressa orrizzontale e verticale diventano le alternative.
Importante anche il lavoro a corpo libero: il “core stability” è fondamentale per sviluppare la giusta “balance” , stabilità, per l’applicazione della forza su pedali e nell’azione così complessa della corsa e del nuoto. Gli esercizi di core dovrebbero essere dinamici con azioni di movimento sui vari plank che si possono eseguire sia con l’ausilio di fit ball o attrezzi come kettlebell o elastici. Oltre a garantire stabilità e miglior trasmissione delle forze il core e la forza stessa riducono l’incidenza di infortuni nell’attività di endurance soprattutto nella corsa.
La forza nella corsa
Nella corsa la forza si può allenare anche con salite brevi che consentono di lavorare con gradi di flessione dell’anca e gradienti di forza utili allo sviluppo della forza specifica. Più le salite sono brevi 30 metri e più si allena la forza esplosiva o massimale mentre se allunghiamo a 80-120 metri si lavora più sugli aspetti di forza resistente, se invece ci portiamo su corsa continua in salita si lavorerà di più sulla resistenza alla forza.
La forza nel nuoto
Nel nuoto questo è il migliore periodo per lavorare sulla tecnica e sugli altri stili e introdurre lavoro sui misti (delfino dorso, rana e stile), anche palette e attrezzi come elastici e pull sono fondamentali, aiutano a curare aspetti di forza specifica. Altro mezzo presente in questo periodo è il lavoro ipossico con respirazione controllata, respirazioni ogni 5 o 7 bracciate o frazionati brevi sui 25 o 50 con meno respirazioni possibili per vasca e con recuperi ampi.
Tecnica
Nonostante la tecnica sia un aspetto fondamentale del triathlon che dovrebbe essere sempre integrato nel programma di allenamento, l’inverno rappresenta un’occasione ideale per concentrarsi in maniera ancora più approfondita sul perfezionamento delle tre discipline. Questo focus è particolarmente importante perché, a parità di VO₂ max, ossia il volume massimo di ossigeno che l’organismo è in grado di utilizzare durante uno sforzo prolungato, è la qualità del gesto tecnico a determinare il livello di prestazione e l’efficienza complessiva.
Migliorare la tecnica in questa fase significa quindi lavorare non solo sull’efficacia del gesto, ma anche sull’economia dello sforzo, riducendo il dispendio energetico per unità di distanza o di tempo. Nel nuoto, ad esempio, questo può tradursi in un movimento più fluido e idrodinamico, riducendo la resistenza dell’acqua; nel ciclismo, un assetto ottimale e una pedalata più rotonda consentono di trasferire meglio la potenza; nella corsa, una falcata efficiente riduce l’impatto a terra e previene l’affaticamento muscolare.
Test di valutazione funzionale
Abbiamo accennato dei test di valutazione funzionale sia per avere i parametri di allenamento ma anche per avere un punto di partenza e di controllo, per verificare come procede la preparazione è importante avere gli obiettivi da sviluppare nei vari periodi della preparazione e con i test riusciamo a valutare se siamo nella giusta direzione.
Nel nuoto consiglio test sui 1000 metri per i principianti o sui 1500 per atleti più esperti o se si ha la possibilità un test incrementale sui 200 o 300m con misurazione del lattato. Anche il differenziale tra 200 e 400 può essere utilizzato per calcolare la soglia anaerobica nel nuoto (si calcola come soglia il tempo di differenza tra il 400 e il 200 svolti con ampio recupero o in sessioni diverse)
Nella corsa test con i 6’ per determinare la velocità di VO2MAX (metri registrati nei 6’ e velocità corrispondente) parametro come detto in precedenza che è determinante nelle prestazioni di endurance. Test Conconi (deflessione della frequenza cardiaca) o Test di Mader con 4-5 x 2000 con misurazione del lattato.
In bici come detto test della FTP su rulli o ergometro o test Conconi con i parametri della frequenza cardiaca utili all’allenamento.
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Luca montenegro - 2021-12-04 08:53:10