Un recente studio americano pubblicato sul “American Journal of Cardiology” ha evidenziato i potenziali benefici del nuoto per curare la pressione alta stabilizzando la pressione arteriosa nei pazienti anziani che soffrono di ipertensione lieve non sottoposta a trattamento farmacologico e che hanno abitudini di vita sedentaria. Il nuoto è infatti un’ideale forma di esercizio fisico per le persone anziane e sedentarie in quanto riduce il carico di stress associato al peso corporeo e non porta all’eccessiva sudorazione.

Non sono tuttavia ad oggi ben noti gli effetti di questa forma di esercizio fisico sulle arterie e sulla pressione arteriosa. Il gruppo di ricerca del Dott. Nantinee Nuaknim, dell’Università del Texas ha evidenziato, con una ricerca randomizzata della durata di 12 settimane, una significativa riduzione nella pressione sanguigna e nelle resistenze vascolari in un gruppo di ultra­cinquantenni sedentari ed affetti da lieve ipertensione sottoposti ad esercizi di nuoto.

In conclusione, da quanto emerge dallo studio, nei soggetti affetti da ipertensione iniziale, la pratica del nuoto sembra avere un effetto ipotensivo e di regolarizzazione della funzionalità vascolare ed è quindi un utile strumento “terapeutico” per curare la pressione alta.
Nuotare apporta benefici a tutto il nostro corpo, ma anche alla mente.

Il cuore va sott’acqua

Il nuoto, al 90% esercizio di resistenza in quanto si pratica solitamente con uno sforzo di durata e regolare, ha implicazioni molto favorevoli per tutto l’apparato cardiovascolare con un indubbio vantaggio anche a livello di consumo energetico del cuore che grazie al lavoro aerobico, viene allenato a consumare meno ossigeno e meno energie. Un esempio? Se nuotiamo senza essere allenati, come accade spesso quando al mare ci lanciamo nelle nostre prime bracciate, a un certo punto il cuore comincia a battere velocissimo. Significa che sta consumando molto combustibile. Ma se continuiamo a percorrere sempre la stessa distanza (non aumentando il carico di lavoro) noteremo presto che il consumo energetico si abbassa e con lui la frequenza cardiaca. Ecco ottenuto il cosiddetto “effetto training” sul cuore. Ciò avviene solo se si pratica il nuoto con una certa regolarità (due – tre volte la settimana) e per almeno una trentina di minuti: effetti benefici quasi immediati e un cuore meno predisposto ad ammalarsi.

Curare la pressione alta, obesità e asma

Specie se si tratta di obesità di tipo alimentare, il nuoto è indicato nella terapia dell’obesità che può essere curata con la semplice attività fisica accompagnata da un’adeguata dieta. Altro campo di utilizzazione è la cura dell’ipertensione essenziale di lieve entità: è dimostrato che gli sport di durata (quelli aerobici) riducono sensibilmente i valori pressori minimi e massimi. Come per l’obesità anche in questo caso è utile associare una corretta dietoterapia. Infine il nuoto èmolto utile contro l’asma che nel 50% dei giovani insorge proprio dopo uno sforzo, con conseguente allontanamento dall’attività sportiva. Obbligando a un ritmo respiratorio regolare, collegato direttamente al ciclo della bracciata, il nuoto facilita la coordinazione dei muscoli respiratori, portando il soggetto asmatico a una vera e propria ginnastica respiratoria correttiva.

Per le donne

Il nuoto è particolarmente efficace contro la sindrome premestruale. Sembra, infatti, che, stimolando la produzione di endorfine – gli ormoni del buonumore – i tipici malesseri pre-mestruali vengano attenuati. Inoltre studi hanno dimostrato quanto il nuoto sia utile alle donne in menopausa che soffrono di ipertensione moderata, per controllare i livelli di pressione sistolica. Il notevole dispendio energetico che si ottiene praticando un’attività fisica in acqua, resistenza naturale a tutti i movimenti, è utile non solo a rinforzare l’apparato cardiovascolare, ma anche a modellare il corpo, convertendo gran parte del grasso in muscolo e levigando i cuscinetti cellulitici su cosce e fianchi.