Come scegliere la muta da triathlon

Come scegliere la muta da triathlon

Ivan Risti

I triatleti lo sanno: la muta è fondamentale, non solo perché protegge dalle acque fredde, ma anche perché fa aumentare la galleggiabilità. Ma come scegliere quella più adatta?

16 Marzo 2023

Condividi:

La maggioranza delle gare di triathlon prevede l’utilizzo della muta, soprattutto quando la temperatura dell’acqua è al di sotto di certi limiti, secondo tabelle aventi come variabili la distanza e le condizioni ambientali.
Tralasciando le ovvie ragioni di sicurezza, la muta da triathlon costituisce un vantaggio soprattutto per chi è meno avvezzo al nuoto. L’aiuto principale è dato dal galleggiamento che permette di guadagnare secondi preziosi: per i principianti si parla addirittura di 10″ ogni 100 m (mentre i nuotatori esperti guadagnano 2″/4″). Se moltiplichiamo questo risparmio sull’intera frazione di nuoto, capiamo bene quale agevolazione cronometrica possiamo ricavare grazie alla muta. 

Il budget per la muta da triathlon

Benissimo, abbiamo capito che la muta è una grande alleata per il nuoto.
Ma qual è il livello a cui si deve aspirare? Prestativo? Economico? Oppure un mix? 

Sul mercato esistono mute da triathlon (o da nuoto) a partire da circa 200 € fino ad arrivare a oltre 1000 € per le top di gamma. Ovviamente il prezzo è indice della tecnicità del prodotto e dalla qualità del materiale con cui è costruita.
Possiamo distinguere 3 fasce di livello: 

  • base: fino a 350 €
  • intermedia: da 350 a 600 €
  • top di gamma: oltre i 600 €

Oltre al budget, il fattore da cui dipende la scelta della muta da triathlon è l’utilizzo che se ne fa. Vediamo come combinare queste due variabili. 

Modelli base: per l’allenamento amatoriale, nuotate frequenti in acque libere, gare senza ambizioni

Per le situazioni elencate, è sufficiente una muta da triathlon di base che garantisca un’ottima protezione dalla temperatura, un buon galleggiamento e meno rischi per danni accidentali al materiale. Generalmente queste mute utilizzano un neoprene di livello inferiore a quelle più costose, ma sono comunque ottime per il livello richiesto e garantiscono maggiore resistenza all’usura e ai danni accidentali.
Molti usano queste mute come ‘muletto’, lasciando il modello più costoso per le gare. 

Modelli intermedi: per allenamenti di livello medio e gare brevi di livello alto

Queste mute si caratterizzano per un buon livello di neoprene che spesso è lo stesso usato nei prodotti di fascia top. Questa tipologia permette un’ottima mobilità delle braccia. Rispetto alle top di gamma, possiedono meno accorgimenti tecnici e sono meno sofisticate nel confezionamento, ma hanno un buon livello prestativo e maggiore comfort rispetto alla muta base.
Questa tipologia è adatta a chi ricerca un buon compromesso qualità-prezzo, oppure a chi gareggia principalmente su distanze corte (max 1500 m) e vuole garantirsi una buona prestazione senza spese eccessive.

Modelli top di gamma: alta prestazione per tutte le distanze di gara e per allenamenti di alto livello

Questa categoria può variare molto nel prezzo (fino a 1500 € e oltre), ma generalmente quasi tutte le aziende si posizionano tra i 600 e gli 800 euro.
Una muta di alta gamma è realizzata con neoprene di alta qualità e con l’inserimento di pannelli che garantiscono comfort, flessibilità e prestazione. Il costo è elevato a causa della lavorazione e dei materiali utilizzati in maniera più complessa. Alcune aziende propongono modelli diversificati per distanza e utilizzo (solo per chi è alla ricerca di marginal gain).
Questa tipologia è adatta a chi cerca la massima prestazione e a chi affronta gare lunghe dove è necessario avere il massimo feeling con la propria muta.

La misura della muta da triathlon

I marchi produttori prevedono una tabella taglie differenziata per range di peso e altezza dell’atleta. Il consiglio è sempre quello di dare priorità al nostro peso e solo in seconda battuta considerare l’altezza. La muta deve calzare come un guanto. Per un triatleta principiante, indossare la muta per la prima volta può provocare una sensazione di costrizione. È normale, e se la misura è corretta svanirà in acqua con le prime bracciate.
In caso di incertezza sulla propria misura, il consiglio (soprattutto per i meno esperti) è di optare per la taglia superiore rispetto al limite del range proposto dalle tabelle: una muta troppo stretta può essere svantaggiosa. Ma è anche importante indossarla correttamente. 

Come indossare la muta

È una procedura che richiede un po’ di pazienza, quindi bisogna sempre ritagliarsi il tempo necessario, soprattutto prima di una gara. Io ad esempio cerco di posizionarmi in un luogo fresco e riparato dal sole, perché il sudore ostacola questa operazione.

  1. prendere la muta e infilare un piede alla volta. Il consiglio è di indossare un paio di calzini oppure coprire i piedi con dei sacchetti di plastica: scivoleranno più facilmente.
  2. tirare lentamente la muta verso la vita, prendendola dall’interno, così da non danneggiare la parte esterna del neoprene. Farla aderire bene al cavallo
  3. infilare anche le braccia, facendo sempre attenzione a tirare gradualmente il materiale con i polpastrelli. Aggiustare la muta sulle spalle e procedere alla chiusura posteriore
  4. eseguire alcune rotazioni delle spalle per verificare la mobilità. L’ingresso in acqua aiuterà la rifinitura finale della calzata

Consigli per l’uso 

Vaselina o stick lubrificante: alcuni punti delicati del corpo, come collo e ascelle, possono subire sfregamenti, soprattutto nell’acqua salata. La vaselina è la soluzione più utilizzata (esistono anche stick appositi): basta spalmarla su questi punti strategici prima di buttarsi in mare. 

Svestizione: l’uso di vaselina agevola anche la svestizione. Spalmarla all’esterno della muta, sul pezzetto finale di gambe e braccia: il neoprene scivolerà più facilmente sulla pelle.
In gara, uscendo dall’acqua, sfilare subito la parte superiore e farla scendere fino alla vita, poi, una volta arrivati alla propria posizione della zona cambio, estrarre le gambe. 

Lavaggio e conservazione: lavare la muta con acqua tiepida e sapone neutro, facendo attenzione a togliere la vaselina con una spugnetta. Anche il cloro non è amico del neoprene, quindi sciacquare la muta anche dopo averla utilizzata in piscina.
Conservarla appesa nell’armadio (tipo abito) per evitare che le pieghe, nel tempo, rovinino il materiale.  


Credits cover: @Giancarlo Colombo

condividi

commenti

Bel articolo. Io farei anche un articolo per chi come me è allergico al neoprene.

Alessandro Giacometti - 2023-04-08 15:43:34

leggi commenti

scelti per te

adv
adv
vai su

Endu

rispettiamo l'ambiente

Questa schermata consente al tuo schermo di consumare meno energia quando la pagina non è attiva.

Per continuare a navigare ti basterà cliccare su un punto qualsiasi dello schermo o scorrere la pagina.

Clicca qui se invece vuoi puoi disabilitare questa funzionalità per i prossimi 30 giorni. Si riattiverà automaticamente.
Info
Trovata una nuova versione del sito. Tra 5 secondi la pagina sarà ricaricata
Attendere...

Se non vuoi attendere clicca questo link