Sono in DOWN con la corsa! E adesso?
Oggi non hai proprio voglia di uscire ad allenarti? Capisco benissimo, la crisi capita a tutti, ma l’importante è non rimanerne prigionieri. In questo post voglio analizzare insieme a te alcuni aspetti della crisi del runner, escludendo gli aspetti legati a problematiche fisiche per cui la cosa migliore è rivolgersi a specialisti (fisioterapisti/fisiatri/…). Sintomi della […]
Oggi non hai proprio voglia di uscire ad allenarti? Capisco benissimo, la crisi capita a tutti, ma l’importante è non rimanerne prigionieri. In questo post voglio analizzare insieme a te alcuni aspetti della crisi del runner, escludendo gli aspetti legati a problematiche fisiche per cui la cosa migliore è rivolgersi a specialisti (fisioterapisti/fisiatri/…).
Sintomi della crisi della corsa
Poca voglia di uscire. Tante ottime scuse che passano per la testa. Qualche strano impegno che improvvisamente si palesa tra noi e noi. Strani dolori e dolorini da malato immaginario. Spossatezza (qui però occhio che non sia un problema fisico da NON sottovalutare). Voglia di nanne (dedicato agli Albarunner).
Rimedi UP, contro il DOWN della corsa
Prima di condividere quelli che sono i miei rimedi personali, ho cercato di coinvolgere un po’ di amici, per sentire le loro soluzioni.
Michele lascia che le cose passino, ma con il desiderio di tornare all’appuntamento all’alba, la sua comfort zone. Marco è quello che tituba fino all’ultimo, ma poi infila le scarpette e nulla lo ferma più: ne va un sacco orgoglioso! Tullio è il riflessivo della compagnia: parla di umiltà, di sapersi fermare (importante tema), ma anche della grande forza che fanno la compagnia e la varianza. Marina è quella che spakka e al grido di “ci vado e basta” punta sulla salute e sulle endorfine che arriveranno. Andrea le sta a coda, ma punta sul diversificare l’allenamento. Mentre Massimo decide di non rinunciare, magari scalando una marcia, e godendosi il panorama.
Grazie amici che m’avete dato questi preziosi consigli. Sicuramente il recupero della crisi è un passaggio molto personale. Di base ci sono passione e resilienza: resisto dunque sono direbbe il grande Pietro Trabucchi!
La prima cosa che è necessario verificare è la passione. Molti mi chiedono come faccio a essere così metodico negli allenamenti e a non mollare. Io provo a spiegare che per me non è così difficile, ma non perché sono un supereroe, ma perché semplicemente MI PIACE DA MORIRE.
Quando gli amici mi parlano di momento di crisi la prima cosa che chiedo è “Ma ti piace ancora? Ti piace davvero?”. Se manca il piacere salta tutto, a Cuba lo chiamano sabor. Piacere che – come per tutte le altre passioni – conosce alti e bassi, gioie e sacrifici, ma il fuoco stesso della passione è in grado di non fare mai spegnere completamente la fiamma: bisogna soffiarci solo sopra. Un meme di questi giorni postato da Endu richiama una frase di Domenico Fioravanti
“Se vuoi avere tutto dallo sport, devi prima dargli tutto.”
Comprovata la passione, il passaggio successivo è analizzare la noia. Google coniuga questa definizione
“Senso o motivo di malessere interiore, connesso a una prolungata condizione di uniformità e monotonia e talvolta associato a impazienza, irritazione, disgusto”:
Sottolineo tre parole: prolungata, uniformità, monotonia.
Se hai intenzione di avere lunga vita nel mondo del running, di preparare gare lunghe, di stufarti poco, devi assolutamente variare. Io mi stancavo delle schede in palestra pesi e il buon Luca penso si ricordi ancora… Nel running le possibilità di modificare gli allenamenti sono infinite: ovvio che in base allo scopo (e alle indicazioni del proprio coach) bisogna in qualche modo conformarsi, ma questo deve escludere:
- Il fare sempre le stesse cose (negativo anche dal punto di vista fisico)
- Inibire lo spazio del “fai da te”, quando decidi di uscire e fare un po’ quel che ti pare
Anche il tenere un diario running dei propri allenamenti può essere una tecnica efficace: il fatto di dover scrivere cosa si è fatto stimola quel senso di rimorso se quel giorno hai saltato l’allenamento. Ancora meglio: prova a scrivere preventivamente i workout da seguire nel tuo diario, con tanto di data e obiettivi. Vedrai che sarai stimolato non solo ad eseguirli ma anche a raggiungere e migliorare gli obiettivi prefissati.
Rimorso. Sfruttiamolo almeno una volta questo rimorso: usiamo il Rimorso Preventivo. Quando sei lì che ti dici “esco o non esco” oppure “mi alzo o dormo un’altra oretta” pensa a come ti sentirai ad aver saltato l’allenamento, al senso di leggera frustrazione che proverai. Un buon trucco per alzare le chi***e e muoversi in strada o in pista.
Poi ci sono i compagni di corsa, arma a doppio taglio. Quando ci sono e magari inizia una sfida positiva, è il top. Ma quando qualcuno inizia a mollare, ti fai tirare indietro o fai quello che tira il gruppo? Ricordo sempre una frase che mi disse Emiliano:
“I tuoi amici sono prima e dopo la gara. Ma sulla strada sei solo tu”
In ultima c’è… c’è… c’è… c’è che ci sta saltare degli allenamenti. Ci sta avere lo scazzo, non avere voglia di uscire, voler dormire un po’ di più, spaparanzarsi sul divano a guardarsi le ultime serie di Netflix o farsi una serata con gli amici facendo tardi. Non siamo Ronaldo, non siamo professionisti. Scegliamo liberamente di dedicare (molto) del nostro tempo allo sport (chi corsa, chi nuoto, chi bici, chi tutti e due/tre). Ma dobbiamo sempre e comunque ricordarci che il mantra è DIVERTIRCI.
Ci sentiamo al prossimo post: se mi lasci un commento mi fa tanto piacere. Oppure un bel suggerimento per il prossimo articolo! Ciao e grazie di aver letto tutto.
Fabio - 2019-06-25 11:28:41