La corsa ci salverà
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‘L’atletica leggera è tra gli sport più praticati in Italia’.
Leggo questo titolo su un pezzo giornalistico e non posso fare altro che essere interessata a quelle righe e a iniziare a leggerle. La corsa sarebbe, rispetto quanto si dice nel pezzo, tra le discipline che maggiormente piacciono agli italiani e che vengono scelte in una direzione di ricerca di equilibrio e benessere quotidiano. La notizia a mio avviso migliore tra tutte, è che si tratta dello sport che in modo più significativo nell’ultimo biennio ha fatto registrare una percentuale di praticanti in crescita.
Siamo nel 2023 e tutti ricordiamo con esattezza la sensazione che, quel tunnel di paura e silenzio che è stato il COVID, ci ha fatto provare. Come me, anche voi ricorderete quanto eravamo certi che la pandemia ci avesse dato coscienza delle giuste priorità e misure nella vita. E, come me, state pensando che qualcosa forse a oggi è andato storto in quel processo di acquisizione di una nuova coscienza, perché in verità sembra che abbiamo dimenticato tutto troppo presto. Ci ritroviamo oggi a fare i conti con una realtà di delirio quotidiano, soprattutto professionale, forse peggiore di quella ante 2019 e con scarsissima eredità di quanto è stato.
È lampante, però, che sia rimasta un’eredità, quella dell’aumento di persone che hanno scoperto il potere taumaturgico e liberatorio della corsa.
Numeri sempre più in crescita
Ricordo bene le chiacchiere fatte con diversi organizzatori di eventi podistici, convinti che l’orizzonte della partecipazione alle gare fosse torbido e destinato a un decremento inevitabile di numeriche. Quando dicevo loro che, invece a mio avviso, si doveva solo aspettare che si innescasse nuovamente un processo metabolico di avvicinamento alle competizioni da parte di tutti questi neofiti del running, non ho mai raccolto grandi consenti o approvazioni.
Oggi le cose stanno cambiando e la recente Milano Marathon Relay ne ha dato conferma con i suoi 13.000 partecipanti non competitivi, che si aggiungono ai quasi 7000 competitivi, per siglare l’edizione dei record di iscritti.
Il segno è chiaro e a mio avviso la strada è segnata. Le persone stanno tornando a correre in massa nelle strade.
In questi due anni hanno cominciato a trasformarsi da joggers a runners, oggi partecipano a eventi di massa non competitivi e tempo un paio di stagioni ancora, secondo me, torneranno a farsi ubriacare dall’adrenalina entusiasmante che l’agonismo e la sfida contro sé stessi e gli altri sanno dare.
Verso le gare
Io non credo a chi mi dice che è cambiato il modo di approcciare lo sport, che le persone non hanno voglia di stress e di relazioni con il cronometro o di sfide competitive. Io penso solo che questo sia un processo progressivo inevitabile per chi comincia ad assaporare il piacere che la fatica sa dare, solo quando in ballo c’è una sfida.
Il parco, come podisti, non potrá bastarci a lungo; siamo esseri progettati per farci tramite dell’evoluzione biologica della specie e questo significa che siamo istintivamente portati a volerci migliorare di continuo. Lo sport in questo è molto lineare nei suoi processi e molto evidente nei suoi segnali.
Detto ciò e conoscendo il godimento profondo che un personal best o un avversario temuto ma lasciato alle spalle sanno dare, vi aspetto tutti sulle linee di partenza delle gare in calendario e spero di vedervi sempre piú numerosi, il prima possibile.
Sono certa che sarà l’ennesima rivoluzione cui il running, nella propria storia sociologica, assisterà.
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Pompeo Stano - 2023-04-18 19:15:56