Correre sulla neve: abbigliamento e attrezzatura
Vi abbiamo parlato di corsa su neve. Vi abbiamo spiegato perché fa bene, elencando i benefici e i piccoli accorgimenti che bisogna avere. Abbiamo pubblicato una serie di gare che animeranno la stagione del “trail su neve” nei prossimi due mesi. Ora veniamo all’abbigliamento e all’attrezzatura che, ogni snowrunner deve possedere per divertirsi.
In allenamento oppure in gara, correre al freddo è tutta un’altra cosa. Nonostante l’inverno che stiamo vivendo non si sia rivelato (per il momento) particolarmente freddo, svolgere attività fisica all’aperto quando le temperature si stabilizzano tra i 5 gradi sopra e i 5 gradi sotto lo zero, è comunque qualcosa da non prendere sotto braccio (anzi, sotto gamba!). Il rischio è, ovviamente, quello di raffreddarsi o, al contrario, di sudare eccessivamente e quindi ammalarsi. Per evitare ciò, la cosa migliore è seguire i consigli delle nonne, vale a dire adottare la strategia del vestirsi a strati. Le nonne dicevano “a cipolla”, perché gli strati di abbigliamento (in gergo tecnico layer) ricordano gli anelli della cipolla.
Primo strato a contatto con la pelle
In genere si parla di intimo tecnico. Non immaginatevi tuttavia la canottiera e i mutandoni in lana! Con primo strato termico si fa riferimento a un prodotto che mantenga il corpo caldo ma che sia, nel contempo, traspirante. Durante l’attività fisica, infatti, si suda parecchio e il compito di un buon intimo tecnico (e termico) è quello di favorire il trasporto del vapore acqueo verso l’esterno. No alle classiche (e antiche!) magliette in cotone, che rimangono bagnate e faticano ad asciugare. L’abbigliamento tecnico ha anche il vantaggio di asciugare velocemente e, in alcuni caso, di limitare l’odore sgradevole derivante dalla sudorazione. Filati sintetici oppure naturali, è semplicemente questione di gusti. Personalmente prediligo la lana merino, calda in inverno e fresca in estate. Sì, avete sentito bene: indosso maglie a mezza manica in lana merino anche durante la stagione calda. La sua funzione termoregolatrice permette di trattenere in calore in inverno e ha un effetto raffreddante in estate.
Le fibre in lana sono idrofile (non è una parolaccia!): significa che possono immagazzinare fino al 33-35% del loro peso specifico in umidità senza che chi le indossa senta quella spiacevole sensazione che si ha quando si ha un capo bagnato a contatto con la pelle. La superficie della fibra rimane asciutta mentre l’umidità viene trasportata all’interno, rendendo la lana comoda e calda anche quando bagnata. Inoltre non ostacola il sudore, che è la strategia che il nostro corpo utilizza quando deve raffreddarsi. Si asciuga velocemente e quindi favorisce il mantenimento di una temperatura ottimale anche durante i trekking estivi.
Secondo strato
Generalmente è costituito da una maglia a manica lunga, con collo alto oppure a zip. Pile, fleece, micro-fleece realizzati con tessuti caldi ma traspiranti. La scelta è oggi vastissima e qualsiasi negozio di abbigliamento tecnico potrà consigliarvi al meglio. Personalmente non porto quasi mai abbigliamento a collo alto: prediligo invece il girocollo oppure una maglia con l’apertura a zip e, in caso di necessità, aggiungere un Buff (o scaldacollo). La manica lunga oppure corta dipende molto dalla vostra percezione del caldo o del freddo.
Terzo strato
Dipende da voi e della temperatura esterna. In genere si tratta di una giacca (o guscio) antivento o antipioggia, oppure con una leggera imbottitura (Primaloft o altra piuma sintetica). A questa può essere abbinato, se siete abituati e vi trovate a vostro agio, un gilet. Divieto assoluto di portare piumini super imbottiti, decisamente troppo caldi (qualsiasi sia la temperatura esterna!) se dovete correre.
Accessori must have
Fascia o berretto, scaldacollo e guanti. Partendo dal presupposto che le estremità scoperte (testa e mani) disperdono quasi il 30% del calore corporeo, questi si riveleranno più che utili.
Come per il resto dell’abbigliamento tutto dipende dalla vostra sensibilità e dalle vostre abitudini. Ma ricordatevi che avere le estremità fredde (piedi e mani), in inverno, può diventare un grosso problema. Nei casi peggiori si può andare incontro a principi di congelamento che, parlo per esperienza, non auguro a nessuno. Consiglio personale? Meglio avere con sé sempre due paia di guanti (leggeri e pesanti) da intercambiare a seconda delle necessità.
Scarpe
Da trail, ma possibilmente impermeabili. Correre nella neve significa, inevitabilmente, bagnarsi i piedi e solamente una scarpa impermeabile potrà garantirvi (se abbinata a una ghetta) il piede asciutto (o solamente sudato, che è comunque meglio rispetto ad un piede completamente bagnato e al freddo). Sul mercato esistono oggi dei modelli speciali per neve e ghiaccio, con membrana impermeabile e ghetta incorporata. Acquistarli? Dipende dall’utilizzo che pensate di farne.
Ramponcini (ph. D.Ferrari)
Ne sistono di diverse marche. Tra i più diffusi ci sono quelli di Nortec, anche sponsor dei Mondiali di Skysnow in Spagna. Detti anche micro-ramponi si differenziano completamente da quelli (pesanti) da alpinismo e non possono essere utilizzati per fare questa attività. Le punte sono molto più corte e non si possono montare sugli scarponi da montagna. Sono invece realizzati appositamente per la scarpa da trail running. Si adattano facilmente a qualsiasi scarpa grazie a una fascia elastica e permettono di affrontare con sicurezza terreni innevati con neve ghiacciata, purchè non troppo ripidi.
Bastoncini da trail running
Sono gli stessi che utilizzate per il trail, da tenere semmai un paio di centimetri più lunghi (perché la punta affonda nel terreno riducendone quindi l’altezza. Perfetti per aiutarsi in salita e per mantenere l’equilibrio in discesa. In caso di neve fresca è consigliabile aggiungere la rotella larga sul fondo. Nel caso lo pratichiate, andranno benissimo anche i bastoni regolabili che utilizzate per fare scialpinismo.
Occhiali da sole
Attenzione agli occhi: siete su terreno innevato e i raggi UV (che ricordiamo, filtrano anche attraverso le nuvole) risultano ancora più potenti. Il che fa rima con dannosi per la vostra retina. Consigliato il grado di protezione 3 oppure 4.
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?