ITU Arzachena, gara e commenti dei vincitori
Dopo il lungo weekend a Cannigione per la gara ITU Arzachena si torna alla normalità, rimane da ricapitolare i risultati ed i commenti dei protagonisti che abbiamo intercettato, provare a trasmettervi il clima che si è vissuto prima, durante e dopo gara, un mondo totalmente diverso da quello che possiamo immaginare vivendo le gare Age Group.
Partendo dai risultati, dovendo fare una scommessa avremmo puntato un euro su Flora Duffy, recente vincitrice della prova a Karlovy Vary, Repubblica Ceca, che intervistata su Facebook si diceva in grande forma dopo l’infortunio di inizio marzo, un altro eurino lo avremmo messo su Katie Zafares campionessa del mondo 2019 e uno col cuore su Verena Steinhauser, che da buona Alto Atesina ha grande confidenza con la salita vera, e della sua amica Angelica Olmo, compagna di allenamento nell’ultimo periodo.
Flora Duffy ha infatti sbaragliato tutte le avversarie uscendo dall’acqua in 9’11” con quasi 20″ di vantaggio sulle inseguitrici tra cui una flotta di azzurre, Steinhauser, Olmo, Betto (ritirata al primo giro per un attacco d’asma…) e Zane, aumentando a un minuto e mezzo il vantaggio nella bici (33’35” il suo tempo contro un 34′ netto della migliore frazione del resto delle ragazze segnato dalla Olmo) per poi correre i 5 km in uno spettacolare 16’55” chiudendo la gara in 1h00’53”, davanti all’inglese Beth Potter seconda, terza la nostra Verena Steinhauser che recupera e sorpassa la francese Perault che finisce quarta davanti ad Angelica Olmo, che lascia la Zafares sesta.
Flora nel dopo gara ci racconta di essere stata molto tranquilla, sapeva di stare bene e che la salita non le ha creato poi troppi problemi andando via da sola. Nuotare nelle acque della Costa Smeralda l’ha entusiasmata, vedere il fondo durante l’intera frazione di nuoto bellissimo, “un’isolana che torna su un’isola” ha commentato sui social.
Le azzurre hanno brillato, 11ma Beatrice Mallozzi, a 1″ dal 10ma posizione, 20 anni e una grinta incredibile, fa segnare i migliori tempi in T1 e T2, Ilaria Zane 16ma e Luisa Iogna Prat 19ma, 29ma Carlotta Missaglia. Nel backstage peschiamo le scuse della Olmo alla Steinhauser per non essere stata d’aiuto in bici “sono uscita a 15″ da te e mi sono uccisa per rientrare“, anche perché davvero dopo 400 m dalla T1 iniziava la salita.
Già, la salita con punte al 17% era davvero durissima per tutti, da Gustav Iden che comunque ne detiene il KOM su Strava ad Alessandro Fabian che post gara ci dirà che gli bruciavano le gambe, ed avendola testata anche in bici lo possiamo capire… c’è un bel video di Richard Murray che vi fa capire cosa fosse.
Andando per gradi dobbiamo raccontare ancora la gara maschile, domata, non dominata stavolta, dal campione del mondo Vincent Luis e di cui vi racconteremo qualche imprevisto nelle zone cambio per 2 campionissimi.
La frazione nuoto parte alle 15:30, dopo aver disinfettato ogni possibile punto di contatto, incluso lo striscione d’arrivo.
Muta vietata, temperatura dell’acqua 20°,1 e dell’aria 23° sebbene al sole si stia davvero benissimo. Se le donne si erano disposte in progressione numerica sulla banchina, gli uomini scelgono diversi spot, con il sudafricano Schoeman, Ale Fabian e Brownlee che si spostano all’estrema destra dello schieramento per non essere al centro della tonnara e nuotare riparati dalla corrente almeno per la lunghezza del pontile. Dalla frazione di nuoto esce primo il francese Luis, campione del mondo e cavallo da battere, ma non è da solo: il tedesco Schomburg (16mo finale) ed il connazionale Le Corre (9no) sono con lui in T1. A pochi secondi arrivano Leo Bergere sempre francese, il nostro Ale Fabian e lo svizzero Salvisberg (13mo) e Delian Stateff (30mo), Brownlee dopo pochi secondi. La frazione bici stravolge la gara, la salita segna davvero il valore degli atleti in gara, e si creano 3 diversi gruppi principali. Luis si porta dietro Blummenfelt, Le Corre , Schomburg, Serrat, Hellinge un super Brownlee che rientra subito; uno intermedio con Pauger e Iden che sta scatenando un wattaggio spaventoso (Strada parla di 346 medi…) ed un terzo con gli italiani Stateff, Pozzati e Fabian. Il gruppo di testa sfreccia con Iden che chiude il gap segnando per i 3 giri da 6,7 km 29’15” più o meno la frazione, ma la zona cambio bici corsa vede un paio di infortuni che porteranno diverse fortune agli atleti. Iden numero 2 inforca la bici sul supporto con Luis, ma calzando le Nike Alphanext sembra inciampare, come pure Brownlee con le nuove Adidas Adizero Pro sembrano scappargli mentre le calza, perdendo secondi preziosi.
La classe di Alistair lo porta già al quarto posto, dietro al solidissimo Luis, il norvegese Kristian Blummenfelt e lo spagnolo Antonio Serrat Seone, ma il secondo giro stravolge con il sorpasso di Brownlee che chiude terzo per un secondo sullo spagnolo. Vince Luis regolando per 5″ Blummenfelt che è comunque soddisfatto sebbene abbia fallito un tentativo di attacco. La T2 mal riuscita di Iden non gli permette di rientrare chiudendo quinto.
Nelle interviste che ci hanno concesso i 3 atleti stupisce la sicurezza di Vincent Luis che voleva e vorrà mantenere la striscia vincente che detiene post lockdown mondiale, si era preparato per la salita killer ed il percorso era perfetto per lui, “è una bella sensazione quando nelle gare tutti ti vedono come il cavallo vincente da battere, è ancora più bello vincere con tanti campioni in gara”. Blummenfelt dice che i percorso era davvero bellissimo, si è divertito molto, contento per la buona gara, aggiungiamo noi con una frazione di nuoto non ottimale per altro in cui aveva perso 35″ dal leader. Una battuta anche con Alistair Brownlee , contento della performance, un percorso moto bello quanto duro, ha recuperato con una grande frazione di ciclismo e un’ottima di corsa, quando gli lanciamo la battuta che invecchia ma è sempre tra i top replica con un “sono decisamente più lento”.
Mah… ci piacerebbe a tutti essere così lenti!!!
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