Asana yoga: stabile e comfortevole
Asana yoga significa posizione dello yoga.
L’origine di questa parola è sanscrita, l’accento si mette sulla prima “A” e possiamo sicuramente notare che ogni posizione di yoga termina con questa parola con la medesima cadenza.
Il sanscrito è una delle lingue più antiche del mondo, nata in India circa 10.000 anni fa ora è ritenuta una lingua “morta”, non viene più parlata da nessun popolo ma rimane comunque utilizzata dagli induisti nelle cerimonie, nei canti e nella lettura dei testi sacri, nonché nello yoga e nella recitazione dei mantra nelle classi dei praticanti.
Il suono di questa lingua ci riporta indietro nel tempo e rende più autentica la nostra pratica sul tappetino. Le asana prendono il loro nome da animali, mestieri e Dei dell’india e ogni gesto è così, più ricco di significato. L’insegnate di yoga che nomina le asana in lingua originale durante la pratica, rende armonioso il ritmo della lezione e magico il vostro percorso, sicuramente più vivo e prezioso.
Oggi più che mai l’asana yoga è viva e prospera. E’ una pratica diffusa a livello globale, mirata a sviluppare la salute e il benessere generali. Per ottenere questo benessere dobbiamo “elaborare” le asana, cioè entrare nelle posizioni con un approccio di apertura e di identificazione nell’asana stessa, rispettando allo stesso modo i limiti del nostro corpo e i nostri confini.
In sanscrito viene tradotto in questo modo: “Sthira e Sukha” ovvero stabilità e agio, ciò di cui abbiamo bisogno per godere dei benefici della pratica. Step by step il corpo risponderà a sua volta rilasciando tensioni e ostilità acquistando benessere psicofisico duraturo.
Rendiamoci anche conto che ogni asana porta con se benefici e attivazioni, sarà compito della vostra guida trovare la sequenza adatta a voi per portarvi a conoscere le qualità descritte prima. Possiamo però qui identificare delle categorie di asana yoga partendo da una macro suddivisione in asana in piedi e asana a terra.
Asana yoga: le posizioni in piedi
Le posizioni in piedi costituiscono la base di radicamento profondo per tutte le altre Asana yoga. Stando in piedi gli allievi cominciano a sperimentare quanto una base stabile faccia da sostegno a tutto il corpo, estendendo il suo effetto attraverso le gambe, il bacino, la colonna vertebrale, le braccia e la testa.
Asana yoga: le posizioni a terra
Le posizioni a terra spesso più stabili ma non sempre confortevoli ci mettono in connessione con la terra, lavorano sull’apertura delle anche e sulla distensione della colonna, ma possono essere anche torsioni, chiusure avanti, sospensioni sulle braccia e posizioni di inversione. Ognuna di queste deve essere valutata, identificata e scelta con cura e per ogni “gruppo” o sequenza di asana valgono i criteri di simmetria e compensazione.
A chiusura della pratica, infine troviamo “Shavasana” (da shava, ovvero “cadavere”) è la posizione più importante di reintegrazione dopo le asana e il pranayama. Sdraiati sulla schiena, nel modo più comodo possibile, con le braccia adagiate a terra e i palmi delle mani rivolti verso l’alto, fate una profonda inspirazione e poi espirando, lasciate andare tutto e lasciate fluire il respiro naturale. Osservate ciò che accade.. rilassamento profondo, distensione, abbassamento di temperatura e respiro calmo, lasciate scorrere i pensieri. Restate almeno un paio di minuti e percepirete notevoli benefici, dopodiché “risvegliate” il corpo dolcemente.
Affidatevi ad un insegnate certificato che possa rendervi piacevole il tempo trascorso sul tappetino e lasciatevi andare.
Le asana entreranno a far parte del vostro percorso di vita assicurandovi un maggiore equilibrio e salute di corpo, mente e spirito.
Namastè.
Gio - 2021-03-11 22:30:34