3 gite di scialpinismo nel Parco Naturale Adamello-Brenta
Davide Ortolani è una guida alpina di origini bolognesi che ha fatto della sua smisurata passione per la montagna una scelta di vita e lavoro, trasferendosi nel 2002 a Spiazzo in val Rendena (Trentino). Nei mie anni vissuti in Trentino ho trascorso parecchie belle giornate in sua compagnia fra gite con le pelli, cascate di ghiaccio e arrampicata in falesia, apprezzando il suo spirito socievole e simpatico, tipico degli emiliani.
Qui di seguito, Davide ci propone 3 itinerari classici di scialpinismo di difficoltà medio-facile attorno a Madonna di Campiglio. Tutti e 3 gli itinerari si snodano tra le Dolomiti di Brenta e il gruppo montuoso della Presanella (3558 m), la vetta più alta della provincia di Trento.
Le Dolomiti di Brenta
Le Dolomiti di Brenta sono l’unico gruppo dolomitico che si trova a occidente del fiume Adige. Conosciute da più di un secolo, sono diventate meta ambita per migliaia di appassionati della montagna. Sono forse le Dolomiti più selvagge, con un minor livello di antropizzazione rispetto a quelle orientali.
Ricordiamo che per fare una gita di scialpinismo è necessario consultare i bollettini riguardo a neve e meteo. Ancora meglio chiedere informazioni sulle condizioni a persone del posto o farsi accompagnare da guide alpine.
Ecco i 3 itinerari scelti dalla guida alpina Davide Ortolani.
1. Gruppo delle Dolomiti di Brenta: Cima Roma (2837 m)
- Dislivello: 500 m
- Difficoltà: medio sciatore in fuoripista (con condizioni di scarso innevamento e neve dura e ghiacciata, sono consigliati i ramponi per il tratto finale che conduce alla cima)
- Tempo di salita: 2,30/3 ore
- Esposizione: est e nord
- Periodo consigliato: da gennaio ad aprile (con impianti di risalita chiusi, calcolare 800mm di dislivello in più in salita, che si traducono in circa 3 ore in più)
- Pericolo valanghe: basso
Escursione facile in uno degli angoli più suggestivi delle Dolomiti di Brenta. Favoloso il colpo d’occhio verso il Lago di Molveno e sulle vicinissime vette principali, tra cui Cima Brenta (3151 m), la più alta del gruppo di Brenta. Essendo un’escursione non particolarmente impegnativa dal punto di vista tecnico, è adatta a chi muove i primi passi nello scialpinismo e anche a chi utilizza la ciaspole.
Partenza
Si parte dal Rifugio Stoppani (2436 m) raggiungibile attraverso la Funivia del Grostè che si prende a Passo Campo Carlo Magno in Località Fortini (1645 m). Si sale in direzione sud-est aggirando sulla sinistra la parte alta dell’Ursus Snow Park e puntando alla sagoma di Cima Grostè. Dopo quasi una ventina di minuti, in prossimità del pendio Nord di Cima Grostè girare decisamente a sinistra in direzione est e per pianori nevosi in saliscendi, raggiungere una piccola cresta che scende da nord-est da Cima Grostè. Abbassarsi di una trentina di metri immettendosi così in un altro vasto pianoro nevoso da dove, in direzione sud, si vede la nostra meta.
Ultima parte
Continuare per circa un’ora, cercando di non rimanere troppo a destra sotto la parete est di Cima Grostè, fino ad arrivare sotto il pendio nord finale di Cima Roma, tenendo a sinistra il Passo della Vallazza. Ora non resta che superare il pendio finale che rappresenta il dislivello maggiore e che porta a un evidente gradino roccioso (attenzione alle possibili cornici nevose rivolte verso Sud). Con condizioni di scarso innevamento solitamente si lasciano gli sci in prossimità del gradino roccioso da dove si prosegue a piedi e in pochi minuti si raggiunge la vetta. Prestare attenzione, perché la vetta presenta grandi salti rocciosi sul versante sud. La gita è solitamente ben tracciata anche dopo recenti nevicate.
NOTE: In caso di nuvole basse e tempo incerto fare attenzione all’orientamento specialmente nella parte iniziale del percorso (utile GPS)
Rientro
Si rientra per l’itinerario di salita fino a incrociare le piste del comprensorio sciistico e, attraverso queste, si arriva al parcheggio dei Fortini.
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2. Gruppo delle Dolomiti di Brenta: Bocchetta dei Tre Sassi (2613 m)
- Dislivello: 1000 m
- Difficoltà: buon sciatore in fuoripista
- Tempo di salita: 3/4 ore
- Esposizione: ovest
- Periodo consigliato: da febbraio ad aprile
- Pericolo valanghe: medio, soprattutto nella parte centrale dell’itinerario
La salita della Val Gelada è una delle classiche di scialpinismo, tra le più frequentate delle Dolomiti di Brenta. L’itinerario offre entusiasmanti paesaggi tra boschi di abeti e larici, attraversando pendii, talvolta ripidi, tra pareti dolomitiche verticali. L’escursione, che non raggiunge una vetta vera e propria, arriva alla Bocchetta dei Tre Sassi (2613 m) e si svolge in una zona molto appartata e selvaggia del Gruppo di Brenta.
Partenza
Si parte dal parcheggio della funivia del Grostè in Località Fortini, a 1645 m di quota. Dirigersi verso Malga Mondifrà (1632 m), a nord-est (ci sono cartelli segnaletici; la malga è aperta con servizio di ristorazione anche durante la stagione invernale). Oltrepassata la malga, dopo circa cinquanta metri in direzione nord girare decisamente a destra (cartelli che indicano Bocchetta dei Tre Sassi sentiero estivo) e iniziare a risalire la stretta valle contornata da boschi di abete. Dopo circa 10 minuti si incontra un bivio sulla destra che porta a Malga Vaglianella ma si continua sempre dritti in salita e in direzione est, tra piccoli strappetti e zone più pianeggianti (ATTENZIONE: forte pericolo di valanghe! Dopo abbondanti nevicate, possibili distacchi dal canalone di sinistra che proviene dalla Cima del Mondifrà Basso).
Ultima parte
Usciti dalla zona boschiva ci si trova davanti a un ripido pendio, che si affronta al centro o leggermente a sinistra, fino a sbucare in una zona più pianeggiante. Da qui si sale in direzione nord per uno stretto canalino che porta sui pianori in coincidenza del canale sud che scende dal Mondifrà Alto. (ATTENZIONE: forte pericolo di valanghe! Dopo abbondanti nevicate, possibili distacchi dal canalone di sinistra che proviene dal Mondifrà Alto e da Cima Sassara).
Dai pianori, si sale senza difficoltà in direzione est fino alla Bocchetta dei Tre Sassi.
Rientro
Si rientra per l’itinerario di salita (consigliato), o con giro ad anello scendendo per la Val delle Giare, con un pendio iniziale ripido e meno battuto e risalita al Passo Grostè (2445 m).
La gita è solitamente ben tracciata.
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3. Gruppo Presanella: Monte Serodoli (2708 m)
- Dislivello: 1150 m
- Difficoltà: buon sciatore in fuoripista
- Tempo di salita: 4/5 ore
- Esposizione: est e nord
- Periodo consigliato: da febbraio ad aprile
- Pericolo valanghe: medio, in base alla scelta dell’itinerario
Questa gita di scialpinismo, che si snoda sul versante ovest di Madonna di Campiglio, è una delle grandi classiche della zona. Qui il panorama e la conformazione rocciosa sono completamente diverse dalle gite precedenti: il panorama non è più formato da pareti verticali di roccia dolomitica, ma da rocce di origine magmatica (detta tonalite), laghi alpini e cascate.
Dalla cima del Monte Serodoli il panorama spazia a 360°: le montagne che circondano la Val di Sole verso nord, la Presanella, le Dolomiti di Brenta verso est.
Partenza
Dal parcheggio della Malga Nambino (1634 m) dirigersi verso ovest seguendo la strada forestale che porta prima alla partenza della teleferica per il Rifugio Nambino (1769 m) e poi al rifugio stesso. Dal rifugio, seguire la traccia (solitamente presente) che sale in direzione sud seguendo il sentiero estivo n° 217 che porta al Lago Serodoli (2370 m). Usciti dalla zona boschiva, prestare attenzione a scegliere bene l’itinerario di salita evitando le zone più ripide (in caso di neve instabile). Giunti al Lago Serodoli (dove sorge un piccolo bivacco) salire in direzione sud/sud-ovest superando un tratto abbastanza ripido. Proseguire sulla dorsale sovrastante che scende dalla cima.
Ultima parte
Continuare per la dorsale sempre in direzione sud/sud-ovest fino a una piccola sella sotto la vetta. Raggiungere la cima lungo la cresta o attraverso il ripido pendio nord. Per la salita alla cima, valutare attentamente le condizioni del manto nevoso in base al pericolo valanghe.
Rientro
Il rientro si svolge attraverso l’itinerario della salita. Mantenersi il più possibile vicino alla traccia di salita per non disturbare troppo la fauna volatile presente in zona (soprattutto pernici bianche). In caso di nuvole basse e tempo incerto, fare attenzione all’orientamento, specialmente nella parte centrale del percorso, tra la fine del bosco e il Lago Serodoli.
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Per informazioni più precise sulle condizioni di innevamento e sulla sicurezza dei percorsi, contattare le guide della zona:
www.dolomitiup.it (davide@dolomitiup.it);
www.guidealpinecampiglio.it (info@guidealpinecampiglio.it)
Si ringrazia Davide Ortolani
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