Turismo sportivo

Turismo sportivo

Andrea Toso

Quanto viaggiamo per turismo sportivo? Abbiamo analizzato e confrontato i dati relativi al 2018 e 19, analizzando quanto ci si sposti per partecipare alle gare, quali siano le zone più interessanti e quale sia l’età media e il sesso degli atleti in movimento, ne sono emersi dei dati molto interessanti.

10 Febbraio 2020

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Quanto viaggiamo per turismo sportivo?

Abbiamo analizzato il nostro database (più di 550.000 utenti) e confrontato i dati relativi al 2018 e 19, studiando quanto ci si sposti per partecipare alle gare, quali siano le regioni più interessanti per gli atleti e quale sia l’età media e il sesso degli atleti in movimento, e ne sono emersi dei dati molto interessanti.

Da sottolineare che abbiamo ritenuto “turismo sportivo” lo spostamento da una regione ad un’altra, senza definire un kilometraggio minimo, ad esempio se dalla provincia di Verona un atleta fosse “espatriato” in Lombardia già solo in provincia di Mantova per lo studio sarebbe un turista. Ovvie eccezioni statistiche.

La statistica che risalta maggiormente è la distribuzione dell’interesse delle competizioni: la sola Lombardia richiama quasi il 25% (24,29%) degli spostamenti degli atleti italiani per le gare, con un calo estivo al 18,6% ed un picco nel primo trimestre del 29,7%!

Segue Emilia Romagna con il 13%, un minimo ovvio calo da gennaio a marzo, il Veneto che probabilmente grazie al ciclismo va a picco presenze da aprile a settembre sfiorando un 12%, il Piemonte con il 10%, il picco del terzo trimestre al 14%, per passare a un pari merito di Lazio e Toscana con il 6,1%, fa scalpore trovare il Trentino Alto Adige solo al 3%, che per fortuna sfrutta il turismo in ben altre modalità, comunque a pari merito con il Friuli Venezia Giulia.

A fare due veloci conti le prime 3 regioni coprono il 49% degli spostamenti, e le citate fin qua arrivano al 78%, sebbene manchino regioni splendide ma meno vive in questo campo turistico.

Rimangono sotto il 4% a calare, in ordine alfabetico e non percentuale, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia Umbria e Val D’Aosta, diverse delle quali hanno comunque eventi importanti come può essere UTMB l’ultima citata.

L’analisi dati ci porta a valutare quanti atleti si siano mossi e quanto sia in aumento questa tendenza, se nel 2018 i turisti sportivi sono stati 102.480, nel 2019 c’è stato un incremento importante del 11,86% arrivando a 116.263, con incrementi importanti nel primo e terzo trimestre, rispettivamente del 18,7% e 15,1%, il secondo del 10,4% e solo il 2,5% il quarto trimestre.

Se il rapporto uomini e donne è generalmente 4 a 1, nel primo trimestre 2019 la proporzione si è smossa grazie ad un incremento delle signore atlete in aumento del 26,5%, mentre il caldo le dissuade lasciando l’incremento dal 2018 ai maschietti con il 19,1%.

Proseguendo la ricerca sulle fasce di età, se ne evince che dai 35 anni in poi ci sia un aumento della possibilità di spostamento e passione sportiva, e che tutte le fasce di età analizzate siano in aumento tranne gli over 65, unico decremento sebbene non considerevole, da 3.683 a 3.228.

L’ordine di turisti sportivi parte dalla fascia 46-55 con ben il 35,7%,

36-45 al 25,9%,

56-65 al 17,6%

e così a chiudere con 26-35 con il 13,3%, le fasce rimanenti scalano con gli over 65, 19-25 e under 18, evidente quindi che influisca in maniera importante l’attività lavorativa sulla capacità di viaggiare, niente di nuovo.

Alcune zone come per esempio la Riviera Romagnola o Livigno si stanno specializzando in questa branca del turismo, e riescono a saturare le strutture alberghiere a inizio o fine stagione come capita per Cervia e Milano Marittima con Ironman e Granfondo Del Sale a fine ed inizio stagione, o la nuova patria per l’allenamento in quota, che ha adottato la Pellegrini e Molinari come testimonial per promuovere la qualità delle strutture a una quota che inevitabilmente porta dei benefici in ossigenazione, e perché no, allontana dal disturbo delle metropoli gli atleti.

D’altra parte alle Canarie stanno facendo questo tipo di fuori stagione da ben più tempo, sfruttando il clima mite invernale per allenare triathleti e professionisti del ciclismo, ed anche Sicilia e Liguria hanno iniziato a lavorare per riempire le strutture alberghiere; non entrano nella nostra statistica in quanto si stanno analizzando unicamente gli spostamenti per competizioni.

Una forma di investimento innovativa creare strutture di appoggio per gli atleti, la bellezza di tante regioni senza movimento turistico sportivo sembra una follia analizzando i dati; speriamo si muova qualcosa, una bellissima gara half distance è stata organizzata in Puglia a ottobre 2019, e la Sardegna si sta muovendo in maniera importante per il 2020 con due eventi di triathlon ben disposti in stagioni “morte” a fine maggio e fine ottobre, regalando meteo splendido e mare mozzafiato a chi si imbarcherà su un traghetto.

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