Trail for dummies
Non esiste nulla che riesca a farmi rilassare quanto lo sport. Nella corsa ad esempio più la sessione è dura e impegnativa, più dolce e prolungato ne è il beneficio. Fra una giornata alle terme ed un trail, senza esitare riempirei la camel bag. Per me che vivo in città e corro su asfalto cimentarmi […]
Non esiste nulla che riesca a farmi rilassare quanto lo sport. Nella corsa ad esempio più la sessione è dura e impegnativa, più dolce e prolungato ne è il beneficio.
Fra una giornata alle terme ed un trail, senza esitare riempirei la camel bag.
Per me che vivo in città e corro su asfalto cimentarmi nel trail running non è solo piacere fisico, ma è anche sublimazione per lo spirito e incanto per gli occhi.
Solitamente vado in crisi se una cimice entra in casa eppure quando mi ritrovo da sola in mezzo alla flora e alla fauna dei boschi, magari avvolta nella nebbia a 2000 metri di altezza, come per incanto scompare ogni mia fobia e non ho più paura di nulla.
I regolamenti dei trail parlano chiaro e preparano gli atleti al peggio. In caso di piccoli o grandi incidenti la propria sicurezza in attesa dei soccorsi dipende anche dal materiale che si ha con se. Sul percorso ovviamente sono presenti diverse ambulanze e in base alla gara viene reso disponibile l’elisoccorso.
Nel trail si attraversano boscaglie e sentieri impervi, dove spesso per diversi chilometri ci si ritrova soli e occorre basarsi solo sulle proprie forze. Bisogna esser pronti ad affrontare le possibili condizioni meteo avverse con abbigliamento e attrezzatura adeguate. Potrebbero sopraggiungere forti temporali o in cima ci si potrebbe trovare nella nebbia più fitta e gelida con scarsa visibilità. Dalla valle alla vetta l’escursione termica potrebbe essere notevole e il forte vento potrebbe aumentare le difficoltà.
Per il trail “ho dovuto” fare shopping! Per affrontare la montagna occorrono le scarpe apposite, da trail running, per una maggiore aderenza sul terreno sconnesso e una migliore protezione. Le mie sono persino impermeabili. Mi son munita anche di zaino con camel bag, una fantastica sacchettina di plastica per la riserva d’acqua che permette di bere senza fermarsi attraverso una cannuccia.
Il regolamento poi generalmente prevede del materiale obbligatorio come la giacca antivento, un fischietto, la coperta termica di sopravvivenza e una piccola riserva alimentare, nonché il cellulare carico. Nelle gare più lunghe è obbligatorio portare con se anche una lampada frontale per affrontare il buio. Spesso viene raccomandata anche una giacca impermeabile e del materiale di primo soccorso per fasciare le ferite.
La sola vestizione da trail runner è già esaltante come l’avventura da affrontare.
Ma cosa c’è di tanto attraente nel trail? Per me ogni passo è una sorpresa. Sia per come reagisce il mio corpo alla fatica che per tutto ciò che vedo.
Ho attraversato meravigliose conifere e incantevoli faggeti. Ho risalito pendii così ripidi da dove usare anche le mani per aggrapparmi, sentendo scivolare la terra e i sassi sotto ai miei piedi. Ho attraversato torrenti in piena immergendomi fino alla vita, altre volte invece saltando da un sasso all’altro oppure in equilibrio su grandi massi, altre ancora correndo su splendidi ponticelli in legno. Spesso i sentieri seguono e si uniscono a piccoli corsi d’acqua, lì dove il fango trattiene le scarpe e rende i piedi incredibilmente pesanti. Gradini e gradoni, di pietra o ricavati fra le radici. La salita sembra non finire mai, le gambe implorano di fermarsi ma la testa procede imperterrita perché bisogna – per – forza – proseguire.
E’ sorprendente quanto sia più facile superare le salite perché ci si affida alla forza dei propri muscoli e alla propria caparbietà. In discesa invece non basta, ci vuole più attenzione per ogni insidia, per le rocce scivolose, per i sassi dondolanti, per i detriti, per il fogliame che arriva alle ginocchia e copre il terreno. Poi ci sono quei tratti in falsopiano dove si sorride perché si riesce a sgranchire le gambe, prima della salita successiva.
Una volta mi sono ritrovata alla stessa altezza dell’apice di un arcobaleno: esattamente al centro. Ho potuto ammirare lo splendore di un fenomeno naturale così vicino da sembrare di respirarlo. Sempre nello stesso trail l’immensa fatica dopo una salita infinita mi è stata ripagata da un panorama indimenticabile, a picco sul mare illuminato da un’apertura improvvisa del cielo in pieno inverno, con nuvole bianche che sembravano disegnate.
Che lo sforzo faccia entrare in sintonia con il proprio corpo, che ci faccia sentire più umani, che ci metta davanti ai nostri limiti e alle nostre paure, per poi scoprire che quei limiti possiamo superarli si è già detto. Idem che il trail crei un contatto con la natura e che il saltellare da una roccia all’altra risvegli la voglia di giocare. Si è già letto tanto di quanto ci si possa sentire vivi e liberi, forti davanti agli animali selvatici e pronti alle condizioni ambientali e climatiche critiche da superare.
E’ incredibile però come ogni volta ci si sorprenda di quanto tutto questo sia profondamente vero.
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