Nike Alphafly 3: il nostro test
Scopri la nuova Nike Alphafly 3, la scarpa da corsa dei record, che offre prestazioni eccezionali sia per runner professionisti che amatoriali.
Nel mondo del running, il record mondiale di maratona di Kelvin Kiptum, segnato a Chicago nel 2023, ha fatto scalpore con le sue 2 ore e 35 secondi. Tuttavia, si è sollevata la questione se il merito fosse del corridore stesso o della scarpa Nike Alphafly 3. In questo test, insieme agli esperti di Runner’s World, esaminiamo da vicino questa scarpa ‘dei miracoli’. A fianco di Micol ci sono Rosario Palazzolo, direttore di Runner’s World, e Jacopo, tester del magazine.
Tecnologia e performance
La Nike Alphafly 3 è considerata la regina delle scarpe veloci per la maratona, con una tecnologia avanzata che promette prestazioni eccezionali. Dopo aver svolto una corsa sufficientemente lunga per carpire informazioni legate alle sensazioni, queste sono le qualità emerse.
Suola
Spesso le scarpe da corsa performanti tendono ad avere una suola molto sottile. La scarpa risulta quindi molto leggera, certo, ma viene penalizzato il grip. Questa nuova versione delle Nike Alphafly, invece, presenta un’ottima tenuta su strada, anche in curva, grazie a un uso sapiente della gomma, risultando dunque molto più stabile rispetto al modello precedente.
Intersuola e piastra
La schiuma dell’intersuola è molto ammortizzante ma anche molto reattiva, grazie anche all’ottimo dialogo intrattenuto con la piastra in carbonio posta proprio al suo interno. Questo binomio intersuola/piastra migliora la stiffness della corsa, ovvero la capacità di accumulare energia potenziale elastica.
La piastra in carbonio è meno rigida rispetto al modello precedente e consente un utilizzo della scarpa non solo da parte degli atleti élite ma anche degli amatori.
Tomaia
La tomaia della nuova Alphafly è molto minimalista e avvolgente, quasi fosse un secondo calzino, garantendo comfort e stabilità superiori. Il piede viene avvolto ma non compresso, grazie anche a una linguetta direttamente inserita nella tomaia.
Dettagli tecnici
Analizziamo gli ultimi elementi tecnici della scarpa:
- geometrie: questa scarpa ha 8 mm di drop, che è una misura usuale. Ha però un rocker molto accentuato, ovvero quell’arrotondamento della parte anteriore della scarpa, che favorisce una corsa più fluida e rotonda
- cuscinetti in avampiede (zoom air): inseriti direttamente nell’intersuola (a differenza del modello precedente, che sembravano quasi una seconda piastra), sono delle camere d’aria con un gas particolare che rende molto reattivo il cuscinetto
- collare imbottito: offre ancora più comfort
- stringhe: ultra leggere e studiate apposta per non slacciarsi. Interessante l’espediente per evitare le fastidiose frizioni: le asole di passaggio, infatti, sono inserite al di sopra della tomaia, consentendo di correre per 42 km senza pensieri
Insomma, la nuova Nike Alphafly 3 promette di essere la scarpa top da usare in maratona e in mezza maratona, alla ricerca del proprio personal best.
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In collaborazione con Volkswagen ID. Buzz e Runner’s World Shop
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