Chiara Boggio: La gara dove ho sperimentato le emozioni più belle? Ovviamente il Tor des Géants
Il Tor des Géants Attraversa il territorio di 34 comuni, si svolge in una sola tappa, in un tempo limitato di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, comprende numerosi passaggi in altitudine, anche oltre i 3000 metri di quota.
Nel 2019 la gara l’ha vinta Oliviero Bosatelli in 72h37’13” precedendo Galen Reynolds 77h06’12” e Danilo Lantermino 79h09’46” mentre vince la gara femminile con record del percorso Silvia Ainhoa Trigueros Garrote in 85h23’15” che precede Jocelyne Pauly 94h22’02” e Chiara Boggio 96h55’05”. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Chiara attraverso risposte ad alcune mie domande:
Quando ti sei sentita campionessa nello sport?
“A dire il vero e con tutta onestà non mi reputo e non mi sento una campionessa nello sport. Sono una persona qualunque che non qualche sacrificio in più cerca di ottenere qualche buon risultato nello sport che mi appassiona.”
In effetti, le corse in montagna non si fanno per diventare campioni per sperimentare benessere soprattutto mentale, ci vuole grande passione per faticare per tante ore in montagna sperimentando non solo bravura, competenza, capacità fisica ma anche intense sensazioni di benessere e forti emozioni:
Com’è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Beh… tutto è iniziato per un brutto scherzo della bilancia. Un giorno di circa 8/9 anni fa la bilancia mi ha “sputato” in faccia un bel 73 kg! La sera stessa ho indossato un paio di scarpe da ginnastica e sono uscita per correre. L’obbiettivo era solo ritrovare una forma fisica persa per strada. Poi le cose vanno da sé, ogni volta che uscivo a correre volevo fare qualche km in più con un po’ meno tempo della corsa precedente. Nel frattempo i kg andavano via! Chiacchierando con amici e conoscenti ho scoperto che un sacco di persone correvano e così si formavano gruppi di allenamento. Un allenamento tira l’altro… poi le prime gare da 7/8 km, poi la prima mezza maratona e la prima maratona. E li… conosco una persona che mi invita a provare a correre sui sentieri di montagna. Subito ero molto titubante in quanto non mi piaceva nemmeno correre per le strade sterrate delle nostre campagne poi il suo entusiasmo mi ha contagiato e una domenica mattina pronti via… su per i sentieri delle mie montagne. Al termine degli allenamenti le mie parole sono state: da oggi mi vedrete più sui sentieri che per le strade. E così ho spostato i miei allenamenti e i miei obbiettivi. Nel giro di 2 mesi mi sono iscritta alla prima gara di trail il ‘gir curt’ del Trail del Monte Soglio. E cosi dal 2013 ad oggi ho solo più corso gare di trail arrivando a settembre 2019 al Tor des Geantes.”
La storia sportiva di Chiara è molto interessante e utile per tanti che dovessero trovarsi in una situazione simile alla sua, si può sempre provare a fare qualcosa per il proprio benessere cambiando lo stile di vita da sedentario a sportivo e notando quello che succede, se non piace o è difficile si torna sul divano altrimenti si prosegue sperimentando sempre più benessere, incontrando amici che coinvolgono e consigliano, raggiungendo piccoli obiettivi minimi che incrementano entusiasmo e passione:
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?
“Oltre ad una grande passione personale, condivido il tutto con il mio compagno di vita Massimiliano. Ci stimoliamo, incoraggiamo e sproniamo a vicenda. In più cerco di trasmettere i valori dello sport a mio figlio!”
Come dico spesso: “insieme è molto meglio”, avere compagni e familiari con la stessa passione è molto più facile, si vivono insieme le opportunità che offre lo sport, soprattutto se si tratta di una corsa a contatto con la natura e diventa un sano stile di vita anche per il resto della famiglia:
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Ogni gara regala emozioni diverse e le ricordo tutte con molto piacere. Ricordo molto bene anche quelle che non sono andate come avrei volute o quelle che mi hanno portato al ritiro e da queste cerco di cogliere gli errori commessi e imparare qualche cosa in più! La gara dove ho sperimentato le emozioni più belle? Ovviamente il TDG. Indimenticabile… indelebile nel cuore e nella mente!”
Posso immaginare come la durissima gara del Tor des Geants che fa restare in piedi correndo per alcuni giorni ossa essere una gara indimenticabile soprattutto se si riesce a portare a termine e a maggior ragione si sei riesce a conquistare un podio, ben fatto:
La tua gara più difficile?
“Probabilmente ti aspetti che ti risponda il TDG! Ma sorpresa… per me le gare più difficili sono le gare ‘corte’ quelle dove bisogna dare tutto fin dal primo secondo!”
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?
“Beh in questo caso posso solo rispondere che l’unica esperienza che mi ha dato la vera convinzione che ce la si può fare è il TDG. In questa gara si va a raschiare il fondo ma km dopo km scopri che il fondo è sempre più giù rispetto a quello che si pensa.”
Bella testimonianza, è vero che la durezza di una gara non dipende dalla lunghezza o dalla difficoltà ma il primo elemento è la motivazione, se la montagna con le sue difficoltà attrae allora si supera tutto e il motto diventa: “più dura è la lotta, più glorioso è il trionfo”, se non c’è motivazione anche solamente una gara di 100metri può essere difficilissima. In effetti, superare le insidie del Tor des Geants con tutti i suoli dislivelli e tutte le notti e i giorni con albe e tramonti da attraversare con eventuale vento e acqua facendo attenzione a un’integrazione alimentare adeguata permette di conoscersi profondamente e a scoprire che le risorse residue individuali sono quasi infinite, basta aver fiducia e cercare bene con positività:
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pregara, in gara, post gara)?
“Ho la fortuna di riuscire a vivere a pieno ogni istante della competizione, dal pre a post gara. Quando una gara mi è particolarmente a cuore la mia testa si concentra lì e la sogno anche di notte! Durante invece resto molto concentrata sul sentiero, sul tempo e su ciò che devo fare… dal quando devo mangiare, bere, dove rallentare e dove aumentare!”
Sembra essere tutto sotto controllo per Chiara, con l’immaginazione mentale anche notturna attraverso i sogni può comprendere eventuali difficoltà da poter gestire e superare e studiare a puntino come e cosa mangiare per avere sempre i serbatoi colmi e affrontare la lunga traversata di corsa a piedi:
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport?
“Rischi? Beh per mia fortuna non ne trovo! Difficoltà? Sicuramente la capacità di gestire un’ultra trail. Imparare ad ascoltare il fisico.”
Come gestisci e superi eventuali difficoltà, crisi, sconfitte, infortuni?
“Crisi e difficoltà quando stai concentrato in gara per ore, ore e ore si sa che arrivano e vanno affrontate! Forse sarebbe meglio dire si sa che arrivano ma poi passano! Massimiliano mi ha insegnato che tante volte basta mangiare un po’ di più e tutto passa… sembra funzionare! Le sconfitte… che brutta bestia! Le sconfitte bruciano sempre. Sono macchie nere sulla memoria. Come le affronto? Cerco di capire dove, come e quando ho sbagliato qualche cosa. Poi? Do appuntamento a quella gara l’anno successivo! Infortuni: ad oggi grossi problemi non li ho mai avuti. Solo piccoli traumi che ho curato sicuramento non restando sul divano ma praticando sport alternativi come bici o nuoto! Incrociamo le dita!”
È importante ascoltare sempre il proprio corpo, essere in contatto con le proprie sensazioni corporee, e non farsi mancare niente, e se qualcosa non va come dovrebbe cercare di attivarsi per trovare una soluzione grazie anche ai suggerimenti di chi ci è passato o di amici e familiari più esperti:
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
“I ragazzi di oggi amano la tecnologia, amano gli smartphone e la playstation ma soprattutto NON amano la fatica. Lo sport, praticato a qualsiasi livello è fatica! Credo che sia nostro dovere insegnargli che la vita è più bella quando ci si pone degli obbiettivi e si fa di tutto per raggiungerli! Sento spesso dire ‘ma io non ci riuscirò mai’, ‘ma io non sono in grado di fare questa cosa’. Quello che posso dire è che tutto questo non è verità! Io ho imparato sulla mia pelle che tutto è possibile soprattutto nello sport! I risultati sportivi dipendono solo ed esclusivamente da noi stessi, dalla voglia, dall’entusiasmo, dal desiderio che proviamo per raggiungere il nostro sogno! Ragazzi… non bisogna mai smettere di sognare!”
La fatica a volte diventa preziosa per l’atleta, gli fa comprendere che grazie a essa è riuscito a raggiungere dove si era prefissato. Tutto è possibile se altri ci riescono bisogna provarci con diverse modalità imparando sempre dall’esperienza:
C’è stato il rischio di essere coinvolta nel doping?
“Partiamo dal presupposto che il doping, quello vero, quello serio, quello che può permetterti di ‘migliorare’ credo che costi davvero molto e non è alla portata di molti! Nel nostro sport (trail running) non ci sono premi in denaro, ingaggi economici o sponsor che pagano le tue gare, i tuoi allenamenti, il tuo tempo! Di conseguenza non c’è rischio di coinvolgimenti! Negli ultimi periodi comunque i controlli sono aumentati anche nelle gare amatoriali e la cosa non può che rendermi felice perché credo che molte persone si facciano abbindolare da stupidi consigli su pastigliette, integratori o porcherie simili che ti permettano di andare più veloce creandosi alla fine magari anche dei problemi di salute! L’unica cosa che permette di migliorare veramente è l’allenamento! Per quanto mi riguarda… beh lo dico sempre… non vedo l’ora di fare un controllo antidoping!”
Un messaggio per sconsigliarne l’uso?
“Un messaggio: andare a dormire la sera dopo la gara con la coscienza pulita, sapere che il risultato che hai ottenuto è tuo, soltanto tuo è il premio più bello che si può ricevere!”
Allenamento e motivazione sono le chiavi del benessere, del successo, della performance. Al contrario sostanze e metodi dopanti denotano una persona sconfitta in partenza:
Familiari e amici cosa dicono in merito alla tua pratica sportiva?
“Ecco… qui si apre un argomento pungente! Mia esperienza? Inizialmente la famiglia e gli amici non capiscono il motivo di così tante ore dedicate agli allenamenti. Non comprendono a pieno perché sacrificare il tempo libero per andare ad allenarsi. Poi… sarà l’abitudine, sarà che i risultati arrivano e… se ne fanno una ragione. Capiscono che non è tempo sprecato ma è tempo che si dedica a sé stessi per raggiungere un sogno! Giusto qualche tempo fa un’amica mi ha detto: guarda Chiara subito proprio non ti capivo perché questo tuo ‘isolarsi’ per correre, correre e correre. Oggi invece ti guardo e capisco che ti rende felice, capisco che stai facendo una cosa che ti piace e ti appassiona e che ti viene pure bene! Oggi ho capito! Queste parole credetemi sono per me un regalo bellissimo!”
Bella testimonianza, alla lunga le persone vicine che veramente vogliono bene comprendono e sostengono l’atleta delle lunghissime distanze. Chiara sembra essere serena, sa il fatto suo, è altamente motivata e tutto gli è semplice quando si tratta di faticare, sembra che quando indossa l’abbigliamento da running diventi una super eroe, una super running woman:
Che considerazioni hai dello psicologo dello sport?
“Sono una persona che si allena da sola senza un supporto di un allenatore e senza uno psicologo dello sport. Credo che ai miei livelli non sia necessario. Sinceramente non mi sono mai posta domande in merito quindi mi cogli impreparata sull’argomento.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
“Beh la stagione 2020 è stata in parte programmata anche perché le gare di rilievo internazionale richiedono l’iscrizione a inizio anno ma per il momento a causa di quello che stiamo vivendo con il Covid-19 nulla di ciò che era scritto è stato fatto! Speriamo che la situazione cambi a prescindere dalle nostre programmazioni! Se ci sarà permesso sarò ai nastri di partenza della LAVAREDO ULTRA TRAIL e della CCC (Utmb) dove mi metterò in gioco e mi confronterò con il top mondiale! Poi ci stiamo organizzando per partecipare alla CAPPADOCIA ULTRA TRAIL, una gara in un posto magico che mi solletica da qualche anno, speriamo sia quello buono! Ovviamente nel mentre saranno numerose le gare in preparazione a questi 3 eventi.”
Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre gare lunghe, difficili e sfidanti anche per confrontarsi con altri e per approfondire la conoscenza di sé stesi e di posti immersi nella natura. Ma a volte condizioni impreviste e imprevedibili come emergenze sanitarie richiedono di fermarsi o rallentare e non resta che pazientare, essere resilienti, ascoltare e attenersi alle prescrizioni e attenzioni della comunità scientifica e delle istituzioni per cercare di risolvere e attenuare tutti insieme una problematica che appare surreale, staremo a vedere:
Sogni realizzati e da realizzare?
“Il 12/09/2019 ho esaudito uno dei sogni che avevo… tagliare il traguardo del TDG mettendo i piedi sullo scalino più basso del podio! Speriamo di esaudire il sogno di mettere i piedi sullo scalino più alto!”
E che ci vuole? Le speranze vanno alimentate con la motivazione e gli allenamenti, bisogna crederci sempre di più allenandosi fisicamente e mentalmente, credendoci sempre di più considerando ogni frammento della gara obiettivo:
Un messaggio per le donne del mondo?
“Tocchiamo un argomento dolente! Purtroppo nello sport la donna non è ancora riuscita a ricavare la stessa importanza che si dà alle performance in campo maschile ma sono certa che prima o poi riusciremo ad avere la stessa importanza. Negli ultimi anni il numero di donne che partecipano alle competizioni è aumentato molto e mi auguro si continui di questo passo!”
Nello sport in generale no, ma nell’ultrarunning le donne sia italiane che straniere hanno dimostrato di essere molto più determinate, felici e resilienti degli uomini e questo lo descrivo in uno dei miei libri dal titolo “Lo sport delle donne”, edito da Prospettiva Editrice.
Com’è stata l’esperienza al Tor? Soddisfatta, criticità, puoi far meglio? Supportata da chi?
“Beh dalle risposte che ti ho dato credo che tu possa aver capito quanto il TDG mi abbia segnato positivamente. È un’esperienza unica e indimenticabile. Come ho detto le crisi su 330 km ci sono ma come arrivano poi passano bisogna solo credere in sé stessi! Supportata da chi? Beh… il mio ringraziamento va senza ombra di dubbio al mio compagno Massimiliano. Avere una persona di cui fidarsi ciecamente è cosa fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi! Devo senza ombra di dubbio a lui il mio risultato!”
Da pochi giorni Chiara è stata nominata “atleta dell’anno 2019” da parte del Panathlon Club Ivrea e Canavese nella persona del presidente Francesco Rao.
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?