Ulteriori precisazioni sul DPCM del 18 ottobre 2020
“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”
Dopo avere annunciato stamattina la sicurezza della prosecuzione delle gare in quanto non limitate dal DPCM del 18 ottobre 2020, è subito caduta la tegola dell’annullamento del triathlon medio di Cardia, con ovvi malumori e recriminazioni da parte degli atleti.
Intanto cosa dice il DPCM nel primo blocco che stamattina era stato tralasciato?
D) all’articolo 1, comma 6: la lettera e) è sostituita dalla seguente: “e) sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali…
dopodiché si va a delineare presenza eventuale del pubblico, quantità e modalità.
Se ben ricordate il Primo Ministro Conte ha altresì delegato alle singole amministrazioni locali eventuali limiti per limitare la diffusione del virus, al che a Candia è successo proprio questo:
La Federazione Italiana Triathlon, la prima interpellata, visto l’annullamento del triathlon di Candia, già programmato in origine per il 10 maggio, conferma che le gare in programma per quanto riguarda le sue competenze, in ottemperanza delle norme in vigore del protocollo anti Covid, ovvero a cronometro individuale, con “rolling start” e “no draft”, sono da considerarsi confermate salvo ulteriori interventi delle amministrazioni locali.
In questi minuti abbiamo contattato anche FIDAL, Federciclismo, ACSI e UISP, altri enti coinvolti nel nostro mondo, per avere la loro interpretazione, ma la risposta che ci si aspetta è simile a quella della FITRI.
Quel che dobbiamo sempre ricordare, quest’anno più che in qualsiasi altro, è che gli organizzatori delle gare cui andiamo a partecipare raramente lo fanno di mestiere, non ci si pagano né uno stipendio mensile, né le vacanze estive con le quote di partecipazione ed anzi, in assenza si sponsor, rischiano il passivo per regalarci i servizi gara che riceviamo quel giorno, quel che dobbiamo sapere è che mentre noi ci alleniamo loro dedicano il tempo libero a progettare la nostra giornata e già per questo dovremmo ringraziarli.
Capitano ovviamente disguidi, problemi, punti bui di un meccanismo che l’organizzazione ha progettato per mesi, ma non c’ è dolo né cattiveria, solo generosità e passione per lo sport. Dovremmo tendere la mano agli organizzatori che si stanno dannando per farci vivere un weekend “normale” di gara, cosa ne dite?
SALVATORE PUCCIO - 2020-10-19 22:49:45