Giro d’Italia under 23 ENEL, la seconda tappa da insider.
Seconda tappa del Giro d’Italia Under 23 funestata nei primi chilometri da un doppio incidente causato dalla pioggia che ha sorpreso il Gruppo, maltempo che si preannunciava già dalla mattinata ventosa dalla rocca di Gradara ma che aveva lasciato la partenza asciutta, a circa 30 km dall’arrivo parte un tentativo di fuga con 5 atleti che si staccano di una trentina di secondi, ma vengono progressivamente assorbiti. Il lungo rettilineo finale di 3,7 km premia Luca Colnaghi Team Zalf Euromobil Desiree Fior, uno dei fautori della tentata di fuga, che tiene un minimo vantaggio nonostante il gruppo fosse agevolato nel recupero dal percorso, rimanendo in testa al traguardo a mani alzate e baci al cielo. Luca dimostra lo stato di forma che lo aveva piazzato al 15mo posto ai recenti europei U23 e si va a prendere la Maglia Rossa Pinarello.
Un solo Gran Premio della montagna al km 69 per la sfida alla maglia di verde di Gabriele Benedetti che mantiene come da dichiarazioni in presentazione dei team, tanto quanto lo spagnolo Ropero Molina che conferma la maglia Rosa.
La maglia Bianca AIDO rimane ad Antonio Tiberi, la maglia Multicolor viene vestita ancora da Henri Vandenabeele in sostituzione di Ropero già Rosa, la Maglia Blu GLS si sposta sulle spalle di Giacomo Vallabio Team Iseo Serrature Rime.
La presenza al Villaggio ci ha però permesso di analizzare e venire istruiti sui severi protocolli anti Covid-19 richiesti all’organizzazione del Giro d’Italia under 23.
Ne abbiamo parlato con Marco Pavarini appena arrivati, subito intercettati dalla responsabile Protocollo Covid 19, senza braccialetto non si entra al villaggio, e per accedervi bisogna consegnare una dichiarazione pre stampata con cellulare per reperibilità e ovviamente la misurazione della temperatura. Tutto il villaggio vive con la mascherina, gli atleti stessi salgono sul palco per la presentazione team, che vale come firma di presenza, con la mascherina, e per gli atleti apriremo una parentesi a se stante.
Ovviamente non ci sono strette di mano, i soli individui senza mascherina sono i due presentatori sul palco che precisano l’igenizzazione dei microfoni ad ogni spostamento.
Come detto siamo entrati nel villaggio del Giro d’Italia under 23 ottenendo un braccialetto ed un pass secondo step dell’accredito stampa, ma abbiamo in ogni caso una limitata possibilità d’azione: gli atleti sono “nella bolla”, inavvicinabili.
Si, inavvicinabili.
Marco Pavarini ci spiega che con questi protocolli oltre a limitare la vita quotidiana di un Giro, auto giuria, auto supporto, ospiti, riprese etc, gli atleti devono venire tutelati in ogni modo: tampone 3 giorni prima dell’evento per loro e tutto il team che ne verrà in contatto, e da quel momento entrano “nella bolla” con braccialetto Blu, un protocollo che li mette in alberghi con stanze igienizzate con sicurezza di non incrociare altre persone, con cucine e zone ristorante a loro riservate, così da non mettere nessun atleta o componente del team a contatto con persone non tamponate.
Una curiosa scenetta si presenta al villaggio infatti, quando gli atleti dopo la presentazione andrebbero a bere il caffè al chiosco dello sponsor Caffè 101, ma verrebbero a contatto con noi spettatori, al che vengono fermati ancora dentro alla recinzione del palco e lì vengono riforniti del bicchierino usa e getta, ca va sans dire, non si possono avvicinare per selfie con nessuno né interviste con qualcuno interessato come noi.
Complicato.
E la complicazione vive nel quotidiano per Marco Pavarini, le norme sono in continuo aggiornamento, fino a venerdì hanno avuto nuove disposizioni per modificare il protocollo di gestione atleti, quindi un’emergenza continua, ma il Giro d’Italia under 23 ne sta uscendo alla grande.
Questa gestione obbliga a guardare da lontano gli atleti, l’aiuto che stiamo fornendo al Giro U23 con la tecnologia ENDUlive viene molto apprezzata con migliaia di contatti quotidiani per seguire il movimento del gruppo e delle maglie, ieri dall’arrivo di Riccione abbiamo seguito con il CT Davide Cassani il movimento dei ciclisti andando anche a calcolare il presunto ritardo che il gruppo aveva accumulato per la sospensione della gara causa caduta, venendo poi smentiti dalla media di oltre 46 km/h che gli Under 23 hanno impresso alla tappa.
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