Classiche del Nord e Birre: dalle Fiandre alle Ardenne
Carlo Gugliotta & Paolo Negri (puntata di ENDU Training Channel del 2 aprile 2020)
Intervista a cura di Martina Boselli – ENDUlab
Da oltre un secolo ad aprile inizia il mese più importante per gli appassionati di ciclismo e non solo.
Tutta la carovana si trasferisce in Belgio per le “Classiche Monumento”, le gare che hanno fatto la storia di questo Sport. Questo 2020 purtroppo ne è orfano, ma ENDU Training Channel il 2 aprile vi ha fatto rivivere la cronaca di queste grandi gare, dal pavé del Giro delle Fiandre alle Ardenne, passando per la Parigi Roubaix grazie alle parole di un grande giornalista e scrittore, Carlo Gugliotta. Ideatore e conduttore radiofonico di “Ultimo Chilometro” e Direttore Responsabile di InBici Magazine. Storica voce degli eventi sportivi nella Capitale, addetto stampa del Giro d’Italia Ciclocross, da un mese è uscito il suo ultimo libro “Giro delle Fiandre, la classica dei tifosi”. Un elogio alle grandi vittorie degli italiani al Giro delle Fiandre, da Fiorenzo Magni ad Alberto Bettiol. Ancor di più un libro che fa vivere, quasi da protagonisti, l’emozionante atmosfera di questa da Carlo definita “la classica dei tifosi”.
Per combattere ancora meglio la nostalgia abbiamo abbinato a questo tour su due ruote l’arte delle birra artigianale, in un viaggio tra piccoli birrifici dispersi e monaci trappisti. Perché si sa, le birre belghe sono fra le più amate e bevute al mondo. La patria delle birre artigianali vanta infatti una tradizione secolare e una vasta scelta di stili che ha permesso alla birra belga di essere insignita dell’attestato che la rende “Patrimonio dell’Umanità”. Per percorrere questo tour abbiamo coinvolto Paolo Negri, runner ENDU sulla mezza-maratona, grande appassionato ed esperto di birra. Ideatore e curatore del sito Trentino Birra per la promozione delle birre artigianali del Trentino, da due anni referente regionale degli Unionbirrai Beer Tasters, l’associazione di categoria dei birrifici artigianali italiani nonché inviato alla Classiche del Nord 1999, che suggerirà ai lettori di ENDU con cosa brindare per rendere meno malinconico questo periodo.
Dopo il timido sole della Sanremo a metà marzo, mese in cui la stagione ciclistica si risveglia, ad aprile l’apoteosi sui pedali tra Belgio e Francia, con il Giro delle Fiandre, Gent-Wevelgem, Fleche Wallonne, la Parigi-Roubaix e la Liegi-Bastogne-Liegi “spalmate” lungo tutto l’arco del mese. Il Coronavirus ha messo in ginocchio anche l’evento più importante che si svolge nella regione fiamminga, il Giro delle Fiandre, come ricorda Carlo Gugliotta «Il libro che ho avuto il piacere di scrivere su questa grande classica è stato un lungo viaggio non solo attraverso le vittorie italiane, ma anche e soprattutto nell’atmosfera fiamminga. La prima edizione del Giro delle Fiandre che ho potuto seguire da giornalista risale al 2012. E’ stato un anno storico: per la prima volta la corsa aveva cambiato il finale, con l’Oude Kwaremont e il Paterberg inseriti nel circuito finale prima del gran finale a Oudenaarde. Non c’era più il Muur, conosciuto anche come Grammont, che sarà reinserito nella corsa solo pochi anni dopo, ma molto distante dal traguardo. E’ stato un anno storico perché si tratta anche dell’ultimo trionfo di Tom Boonen nella corsa di casa, lui che sette giorni più tardi avrebbe conquistato anche la Parigi-Roubaix. Noi italiani non dimenticheremo mai l’amaro in bocca dopo quella gara, con Filippo Pozzato secondo ed Alessandro Ballan terzo, entrambi battuti in volata…» conclude Carlo scuotendo la testa davanti al bicchiere ambrato dove Paolo Negri gli ha appena versato un primo assaggio della selezione di birre preparata per ENDU.
Si tratta della De Koninck APA, acronimo di Antwaarpse Pale Ale o “Pale Ale di Anversa”, una birra dal colore ambrato e aroma maltato, con corpo morbido finale dalla giusta luppolatura. Paolo aspetta che Carlo ne beva un sorso per dire: «La prossima volta che sei ad Anversa, chiedi direttamente un Bolleke, così la chiamano i locali per via del suo bicchiere sferico simbolo di questa birra…»
Ed un Paolo Negri sorridente e pacioso inizia a guidarci in un mondo fantastico pedalando sui muri «Proprio a Oudenaarde si può incontrare il famoso “flamish taste” andando ad assaggiare le oud bruin da Brouwerij Liefmans lungo il fiume Schelda che è in produzione dal 1679. Oud in fiammingo significa “vecchio” o “invecchiato”, utilizzato anche in maniera scherzosa e bruin marrone. Questa birre, storiche e piuttosto particolari, sono adatte ad un invecchiamento in botte dal sapore secco e acidulo e rappresentano il simbolo brassicolo della Fiandre orientali. Spostandosi lungo il tracciato del Fiandre, proprio ai piedi del Muur, nella cittadina di Geraardsbergen, uno dei luoghi simbolo del Giro delle Fiandre, si può degustare la Muurken Blond e la Muurken Bruin birre dedicate agli appassionati delle due ruote. Cercatela tra i numerosi estaminet della zona (Pub) ma ricordate di legare bene la bici prima di entrare o mettere almeno il rapporto sul 53×11 (per rendere estremamente difficoltosa la pedalata in ripartenza all’eventuale maleintenzionato…» suggerisce Paolo che evidentemente vanta una lunga esperienza tra pedali e boccali.
«Quando sono arrivato in Belgio per la prima volta ho capito quanta passione ci sia dietro una corsa di un giorno che è capace di far fermare un’intera nazione. Secondo i dati forniti da Sporza, sono circa 800.000 le persone disseminate lungo i 260 km del percorso. Ma al di là del dato numerico, seppur impressionante, è il calore del pubblico che ti coinvolge. Forse in Italia abbiamo una sensazione simile solo quando andiamo in uno stadio gremito per una partita di calcio. Già nei giorni che precedono la Ronde van Vlaanderen, televisioni, giornali e radio parlano solo della corsa. Anche i giornali generalisti aprono le loro pagine con le ultime sulla Ronde. Per non parlare poi del grande spettacolo della corsa amatoriale del sabato, con 16.000 partecipanti da ogni parte del mondo» riprende Carlo dopo un paio di sorsi che hanno reso sorridente il suo volto. «Soprattutto, scrivendo questo libro è stato bello rivivere come la passione fiamminga abbia infiammato anche le vittorie degli italiani. Sono trascorsi precisamente 70 anni tra il primo successo di Fiorenzo Magni nel 1949 e la doppietta di Alberto Bettiol e Marta Bastianelli nel 2019. In questi 70 anni, l’Italia ha scritto pagine indelebili nella storia della corsa. Alla fine del libro, inoltre, ho raccolto alcune statistiche particolari della corsa che definisco “la classica dei tifosi”, perché i supporter sono il vero valore aggiunto della Ronde». Raccontare fa venire sete a Carlo, il cui bicchiere è ora desolatamente vuoto, come la sala stampa di una Classica un paio di ore dopo l’arrivo.
«E’ chiaro che anche le altre Classiche hanno un ruolo molto importante nel calendario ciclistico mondiale: la Parigi-Roubaix è la corsa più massacrante al mondo, dopo la quale c’è bisogno di almeno 10 giorni di recupero. Appunto Paolo! Che birre suggerisci per rendere piacevole ed efficace il recupero dalla fatica di un ciclista» chiede Carlo all’esperto brassicolo trentino che non si fa pregare.
«A circa 60 km a nord di Roubaix si trovano due monumenti, non del ciclismo caro Gugliotta, ma birrai, diversi per tradizione e origine che sicuramente meritano di essere visitati. I monasteri hanno avuto un ruolo importante nel panorama birrario belga fino dall’Alto Medio Evo. Ancora oggi nei conventi si produce birra ed in particolare i frati trappisti, riuniti sotto il marchio Trappistenbier, producono birra per il loro sostentamento economico e per uso interno. In Belgio ce ne sono sei a “cycling-distance” che meritano di essere visitati dagli appassionati! Tra questi si segnala l’Abbazia di Nostra Signora di St. Sixtus di Westvleteren, dove si produce una birra considerata tra le migliori al mondo. Poco distante nel piccolo paese di Esen ci sono i birrai matti, De Dolle Brouwers che dal 1980 (gli anni in cui un altro trentino faceva sfracelli da quelle parti, lo Sceriffo Moser) producono birre innovative e originali che rappresentano la rinnovata creatività del mondo brassicolo Belga. La loro birra di Natale da 12° chiamata Stille Nacht rimane forse la scelta migliore e irriverente per il gran cenone della Vigilia» chiosa il trentino Negri.
«E oltre alla Liegi, che ci fa tornare in Belgio, anche se nella zona vallone, non bisogna dimenticare una grande corsa di un giorno come l’Amstel Gold Race, manifestazione olandese dove anche qui il tifo è molto forte, anche se questa gara non rientra tra i 5 monumenti del ciclismo mondiale. Il minimo comune denominatore di queste corse è sicuramente la birra: come ho avuto modo di scrivere nel mio libro, è impossibile contare quante tonnellate di patatine fritte e quanti litri di birra vengono venduti nel corso del Giro delle Fiandre ai tifosi a bordo strada. In fondo, in Belgio la birra è cultura, come è cultura il ciclismo, vero Paolo?» chiede Carlo tra i sorrisi dei presenti nella redazione di ENDUmag che curiosi leggono le etichette delle birre portate da Paolo Negri che conclude «Dopo una pedalata sul pavè o su è giù dai muri quale birra scegliere da abbinare ad una generosa porzione di frites? Ci vuole qualcosa di fresco, beverino ed appagante. Si potrebbe scegliere una Witbier o Blanche Bier a seconda della dizione fiamminga o vallone, birra piacevolmente acidula prodotta con una miscela di malto d’orzo e frumento, speziata secondo trazione con coriandolo e bucce d’arancia amara. Dopo chilometri sulle strade del Belgio sarà un perfetto ristoro e, non appena avrete svuotato il bicchiere con generose sorsate, ne vorrete ordinare un’altra…» tanto, seguendo le sicure piste ciclabili del Belgio, il ritorno all’automobile o in albergo è pressoché garantito.
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