Omar di Felice vittoria con sorriso alla Terminillo Ultra Marathon
Ciao Omar, ti abbiamo seguito passo passo, anzi pedalata dopo pedalata alla Terminillo Ultra Marathon, e ti abbiamo visto arrivare al traguardo esausto ma con un sorriso incredibile. Cosa ha significato per te questo podio?
Quando riesci a completare qualcosa dopo aver attraversato difficoltà così grandi da metterne in dubbio la buona riuscita, il premio che se ne ricava e’ una felicità immensa.
Durante la prima metà di gara la forte stanchezza dovuta dai tanti impegni precedenti e, soprattutto, i grandi problemi digestivi (con attacchi di dissenteria che mi hanno letteralmente privato di ogni energia già dalla cima di Campo Imperatore) che mi hanno impedito di mangiare per oltre 200 km, mi avevano quasi spinto al ritiro. Ho pedalato dando fondo a tutte le energie residue, pochissime a dire il vero, ma soprattutto cercando dentro di me la motivazione in grado di spingermi oltre.
Raccontaci questa gara, quanto la testa e il cuore hanno vinto sulle gambe?
La voglia di arrivare, portando a termine la gara che si svolgeva su un percorso da me disegnato proprio sulle mie strade, e un pizzico di orgoglio che ad un certo punto ha bussato alle porte della mia mente, sono stati la vera benzina di questa incredibile vittoria. Sapevo di non dover dimostrare nulla, in primis a me stesso, ma è stato proprio quando ho razionalizzato questa consapevolezza, che sono riuscito a scollegarmi dalla trance della gara concentrandomi esclusivamente sul cercare di recuperare sensazioni positive. In quel momento il resto è venuto da sé.
Come si allena la “testa” per una gara di Ultracycling? E le gambe? Com’è una tua giornata tipo?
La testa, almeno nel mio caso, si allena ripetendo ogni giorno la stessa routine. Allenandomi e cercando di ricreare nella quotidianità le dinamiche proprie di uno sforzo di ultraendurance, ivi comprese la privazione del sonno, la capacità di far fronte alle necessità metaboliche con un’alimentazione più orientata verso il consumo dei grassi e delle proteine e l’affrontare le difficoltà tipiche di una gara di ultracycling. Ovviamente a una parte maggiormente rivolta al fondo, affianco i classici allenamenti “di qualita” per allenare la forza ed altre capacità più specifiche.
Che consigli daresti ad un atleta che volesse approcciare questa disciplina?
Idee chiare e una forte passione devono essere la base. Il resto si costruisce nel tempo, senza fretta e avendo ben chiaro il concetto di “fondamenta forti” su cui costruire un palazzo solido. Solo così si può arrivare, dopo molti anni, a completare un percorso verso le discipline di ultra endurance che richiedono un forte adattamento alle difficoltà protratte per giorni interi in sella alla propria bicicletta.
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?