Alessandro Fabian: io sono Super League.

Alessandro Fabian: io sono Super League.

Alessandro Fabian

È stato… bello! Quando vivi un’esperienza straordinaria non servono parole complicate per descriverla. E così è stata per me l’esperienza che ho vissuto in Australia. Hamilton Island è un’isoletta lunga meno di 10km. Un posto davvero pazzesco! Mi sono ritrovato lì insieme ad altri 25 atleti per gareggiare nel nuovo circuito della Super League Triathlon. […]

5 Aprile 2017

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È stato… bello!

Quando vivi un’esperienza straordinaria non servono parole complicate per descriverla.

E così è stata per me l’esperienza che ho vissuto in Australia.

Hamilton Island è un’isoletta lunga meno di 10km. Un posto davvero pazzesco!

Mi sono ritrovato lì insieme ad altri 25 atleti per gareggiare nel nuovo circuito della Super League Triathlon.

Il programma prevedeva: tre manche a discipline invertite il primo giorno, una crono di 6 km con finale in salita 20% al mattino del secondo giorno e, al pomeriggio, una manche nuoto-corsa-nuoto-bici-corsa, e per finire 3 manche ad eliminazione il terzo giorno. A parte la crono, ogni manche era da 300mt nuoto, 6km di bici e 2km di corsa.

Tre giorni di gare brevi ma intense e spettacolari, con un recupero di 10’ tra una manche e l’altra.

È stato emozionante, adrenalinico, eccitante. Una boccata d’ossigeno e poi… tutto d’un fiato fino all’arrivo. Si perché qui, come si dice in inglese “open your pipes”: non si respira un secondo e si dà fondo alla potenza. L’acido lattico la fa da padrone, le gambe bruciano, il petto si gonfia, la bocca cerca di prendere più ossigeno possibile e il cuore sembra debba scoppiare da un momento all’altro.

Alessandro Fabian Super League

Il primo giorno è stato il più intenso dei tre. Tre manche, una dopo l’altra con solo 10’ di tempo per riprendere fiato: nuoto – bici – corsa la prima, poi corsa bici nuoto e ancora bici nuoto corsa. I pensieri di susseguono frenetici, rapidi, si accavallano l’un l’altro…

Taglio il traguardo, tolgo il body e mi lascio cadere sulla sedia. Finita? Per niente! La pausa dura poco, il tempo di un bel respiro ed è già ora di fare mente locale per la prossima gara. Prendo un gel, bevo un po’ d’acqua, rientro in zona cambio, sistemo la bici e le scarpe, prendo quello che servirà per ripartire, prima con la corsa e poi con la bici.

Spero solo di ricordarmi come si entra e si esce in zona cambio! Basta un passo falso per far scattare il penalty di 5’’.

 

Devo ricordarmi i passaggi cruciali per l’uscita dall’acqua, nel frattempo mi avvicino alla partenza, mancano tre minuti. Tre minuti sono lunghi, sono 180 secondi, si, ho ancora un po’ di tempo… Ma non è così. Tre minuti passano in un lampo, è già ora di ripartire.

Mi guardo attorno, le persone mi incitano, mi sorridono. L’adrenalina ricomincia a salire, il giudice ci chiama, è ora di posizionarci in griglia di partenza. Manca un minuto. Il pubblico acclama, il cuore a mille, riprende il gioco, riprende la battaglia, riprende lo spettacolo.

A quel punto, giusto pochi secondi prima del via, realizzo che sono parte del gioco, io sono parte di questo spettacolo.

Io sono la Super League. E sono pronto per la prossima sfida!

 

 

ph: @Dellyphotoninja

 

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