Corsa al femminile: a che punto siamo?
Tutto cominciò da un’atleta che alla fine degli anni ’60 sfidò la società e corse la maratona di Boston, aperta solo agli uomini. E oggi? Quante sono le donne che corrono? E perché dovrebbero continuare a farlo?
Oggi esploreremo i numerosi vantaggi della corsa per le donne e affronteremo alcune paure e reticenze che potrebbero ostacolare molte di noi ad abbracciare questa pratica.
Ma partiamo dall’inizio: quando nasce la corsa al femminile?
- Gli inizi: Kathrine Switzer e Grete Waitz
- Evoluzione culturale e studio adidas sulla sicurezza
- I benefici della corsa al femminile
Gli inizi: Kathrine Switzer e Grete Waitz
Il rapporto delle donne con la corsa ha radici recenti. Solo nel 1967, infatti, Kathrine Switzer sfidò le restrizioni sociali che impedivano alle donne di partecipare alle maratone e si iscrisse a quella di Boston (eludendo i controlli con il nome puntato all’atto dell’iscrizione), correndo travestita e nascosta tra gli uomini. La foto in cui si vede Switzer strattonata da un gruppo di ufficiali che cercano di impedirle di raggiungere il traguardo posto a circa 3 chilometri, è ormai diventata iconica. Sebbene l’impresa di questa prima maratoneta (che riuscì, poi, a tagliare il traguardo) non avesse grande risonanza tecnica, fece però emergere un’onda di insofferenza tra le donne, segnando l’inizio di una vera e propria rivoluzione verso lo sport della corsa.
La norvegese Grete Waitz, insieme ad adidas©, concretizzò la rivoluzione femminile nella corsa. La sua vittoria alla maratona di New York nel ’78 e gli altri suoi incredibili successi alle Olimpiadi sottolinearono il potenziale delle donne nel superare le restrizioni sociali e mostrarono quanto le donne valgono anche in questo sport.
Da sottolineare che adidas© ha continuato a sostenere il movimento femminile nella corsa.
Evoluzione culturale e studio adidas© sulla sicurezza
Oggi l’attenzione si è spostata dai divieti esercitati dal mondo maschile a questioni più vicine alla sensibilità femminile, inclusi il gender gap e la sicurezza. Un recente studio condotto da adidas© ha rivelato che il 90% delle donne si sente poco sicuro nel praticare la corsa, indicando la necessità di una continua rivoluzione culturale.
Nel frattempo, mentre la società intorno a noi prende coscienza di questa rivoluzione, possiamo adottare alcuni accorgimenti pratici:
- scegliere parchi e percorsi frequentati
- aderire a un team di running o trovare una compagna di allenamento
- evitare l’uso di entrambe le cuffie (usarne una sola) per rimanere consapevoli dell’ambiente circostante
I benefici della corsa al femminile
Adottare alcuni accorgimenti pratici come quelli enucleati sopra ci consente di non rinunciare a uno sport che ha tantissimi benefici, soprattutto per le donne (ne abbiamo parlato anche in questo articolo con l’aiuto della nostra preziosissima Elena Casiraghi):
Salute cardiocircolatoria
- miglioramento dell’apparato cardiocircolatorio
- riduzione dei livelli di colesterolo
- abbassamento della pressione sanguigna
Benessere psicologico
- boost di benessere psicologico
- miglioramento dell’umore e della self confidence
- corsa come attività aerobica per ridurre lo stress, ansia e tensione
- ossigenazione e luminosità della pelle
Controllo del peso e miglioramento metabolico
- corsa come attività leader nel bruciare calorie e quindi nel controllo del peso
- miglioramento del metabolismo post-allenamento
Corsa senza età
- nessuna età limite per iniziare a correre (unica accortezza: fare una serie di esami prima di iniziare l’attività sportiva)
In conclusione, abbiamo capito che la corsa al femminile è molto più di uno sport. È un’avventura che cambierà la nostra vita, migliorando la salute fisica e mentale. Non molliamo mai, perché questa è la nostra opportunità di iniziare un viaggio magnifico che ci accompagnerà per sempre.
In collaborazione con Volkswagen ID. Buzz e adidas
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