Mondiali di nuoto vasca corta 2018: Paltrinieri argento nei 1500 sl, 4×100 mista femminile di bronzo. Pellegrini, 50ª medaglia

Mondiali di nuoto vasca corta 2018: Paltrinieri argento nei 1500 sl, 4x100 mista femminile di bronzo. Pellegrini, 50ª medaglia

Redazione ENDU

Tre argenti, quattro bronzi e dodici medagliati; sette quarti posti agrodolci, 36 primati personali con 17 record italiani e 5 migliori prestazioni in tessuto.

16 Dicembre 2018

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L’Italia chiude da protagonista la 14esima edizione dei campionati Mondiali di nuoto vasca corta 2018, ad Hangzhou, in Cina, con l’argento in apertura di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero e il bronzo della 4×100 mista femminile in chiusura.

Non basta, purtroppo, il secondo tempo della carriera a Paltrinieri per tornare a vincere il titolo iridato. Il primatista mondiale in 14’08″06 (passaggi ai 400 in 3’44″02 e 800 in 7’31″33) cede a Mykhailo Romanchuk, che l’aveva già battuto agli europei di Copenhagen nel dicembre scorso: 14’09″14 contro 14’09″87 al termine di una gara strepitosa, ovviamente la più veloce della storia. Il campione di tutte le vasche (olimpico, bimondiale e trieuropeo in lunga, bieuropeo e mondiale in corta) attacca subito, nuota addirittura sotto al record mondiale per due terzi di gara coi passaggi ai 400 in 3’43″01 e 800 in 7’30″31, record italiano (prec. 7’31″18 di Federico Colbertaldo, oro col primato continentale agli europei di Manchester nel 2008).

L’ucraino, vicecampione mondiale ed europeo in lunga, resta a una misura fino ai 1000 metri quando l’azzurro perde gradualmente di efficacia, accorcia la bracciata, e subisce la regolarità del ventiduenne di Rivne che risale e si mette in modalità sorpasso negli ultimi 200 metri. Paltrinieri non ci sta, risponde con carattere, con volontà, ma perde il confronto in velocità finché cede nell’ultima vasca: 25″84 contro 27″16.

Il duello, seppur amaro per il nuoto italiano, esalta la prestazione di entrambi: basti pensare che bronzo è conquistato dal norvegese Henrik Christiansen in 14’19″39. Lontanissimo.
“Da una parte sono contento perché non avvicinavo il primato mondiale da quando l’ho stabilito. E’ un supertempo. Mi conforta e trasmette sicurezza anche in relazione al lavoro che sto svolgendo. Ho impostato la gara come volevo, però nella fase centrale probabilmente ho avuto paura di tirare troppo, di forzare e perdere energie. Potevo osare di più. Mi è mancata sicurezza. Credo che se avessi spinto ancora di più intorno ai 600 metri avrei ammazzato la gara. Gli avrei dato cinque secondi. Cosiderato che non ho avuto momenti di crisi nel prosieguo, avrei dovuto provarci. Invece mi è rimasto attaccato a un paio di secondi ed è riuscito a risalire. Poi allo sprint so che ne ha più di me. Dovevo staccarlo prima”.
Per Paltrinieri è la quarta medaglia iridata consecutiva dopo l’argento a Istanbul nel 2012 in 14’31″13, l’oro a Doha nel 2014 in 14’16″10 e l’argento a Windsor 2016 in 14’21″94.
Soddisfatto il tecnico federale Stefano Morini, che ne segue la preparazione al centro federale di Ostia dall’autunno del 2010: “Sono molto contento per la prestazione. Gregorio aveva la voglia di uccidere la gara nella prima metà e le energie per riuscirci. E’ chiaro che non ha le caratteristiche e le capacità di cambiare repentinamente ritmo nel finale; pertanto è consapevole di dover arrivare agli ultimi 200 metri con un vantaggio da porter gestire. L’argento è amaro, ma il tempo è eccezionale. Da tre anni non si nuotava così bene in vasca corta ed è un messaggio chiaro, confortante e stimolante per la stagione in vasca olimpica”.

In coda di giornata il colpo di scena. Fantastico. La staffetta mista femminile conquista la medaglia di bronzo in 3’51″38, record italiano, approfittando della squalifica dell’Australia. Medaglia inedita: 50esima internazionale di Federica Pellegrini nella sua straordinaria carriera e 50esima nella rassegna per il nuoto italiano dal 1993 ad oggi: 6 ori, 25 argenti e 19 bronzi. Le azzurre buttano giù 1″5 al precedente che il Circolo Canottieri Aniene aveva nuotato in Coppa Brema a Riccione lo scorso aprile. Di quella squadra facevano parte già Pellegrini in versione dorso ed Elena Di Liddo. Questa volta invece apre Margherita Panziera che va al di sopra del personale nuotato in batteria (57″23 contro 58″39) per un settimo posto che Martina Carraro trasforma in quarto in 1’04″47. Posizione mantenuta da Di Liddo in 56″41 e dalla divina che chiude in 52″11 tenendo a distanza il Giappone (3’51″81). L’Australia paga il cambio anticipato in terza frazione di Emily Seebohm e lascia il podio alle azzurre che lo completano con gli Stati Uniti (3’45″58) e la Cina (3’48″80).

Da mangiarsi le mani la finale dei 100 farfalla. Ilaria Bianchi si piazza per otto centesimi ai piedi del podio: 56″39 (26″31 ai 50) contro il 56″31 della brasiliana Deiene Dias, bronzo. Di Liddo è quinta in 56″50 (26″09 ai 50), ma col record italiano di 56″06 nuotato in semifinale sarebbe stata argento, che invece va agli Stati Uniti che ne piazzano due avanti a tutte: Kelsi Dahlia (già argento nei 200 farfalla e bronzo 50 farfalla), in 55″01, e Kendyl Stewart, in 56″22.
Il bilancio del dt Cesare Butini: “Siamo molto soddisfatti. Abbiamo centrato gli obiettivi della vigilia che, oltre alle medaglie, erano di ottenere una presenza massiccia in finale e di rendere emulativo lo spirito di squadra. Il gruppo è stato compatto, dinamico, pronto a sacrificarsi e ha registrato una densità di risultati significativi malgrado un pizzico di sfortuna con l’alto numero di quarti posti, alcuni a pochi centesimi dal podio. L’unico momento fortunoso è avvenuto con la squalifica dell’Australia che ha consentito alla 4×100 mista di conquistare il bronzo con il record italiano. Stiamo affrontando il quadriennio nel modo giusto e siamo pronti a fronteggiare i 18 mesi che ci separano dall’olimpiade di Tokyo 2020 per crescere ulteriormente. Non dobbiamo sederci sugli allori, restare coi piedi per terra e continuare a lavorare. Ringrazio tutto lo staff federale, tecnico e sanitario; i ragazzi per l’impegno e il comportamento che rende la squadra sempre più unita e solidale; le società che coi loro tecnici hanno preparato benissimo gli atleti. Su Paltrinieri non posso che esprimere parole di elogio. E’ tornato a nuotare ad altissimi livelli con una gara eccezionale, vicino al primato mondiale. Si è scontrato con un atleta di pari talento che con le sue attitudine è favorito in vasca corta. Ciò significa che è pronto per le prossime finali, dove troverà anche altri avversari forti come il tedesco Wellbrook, e a proseguire nell’avventura nel fondo. Tutti i ragazzi meriterebbero una menzione di elogio. Prendo ad esempio Carraro che è stata convocata con un upgrade, ha conquistato la medaglia individuale, contribuito alla staffetta e stabilito cinque record italiani, e ovviamente Federica Pellegrini, che si è comportata in modo eccezionale conquistando la 50esima medaglia di una carriera favolosa e mettendosi a disposizione delle staffette e della squadra”.
ph: epa06117803 Gregorio Paltrinieri of Italy celebrates after winning the men’s 1,500m Freestyle final during the 17th FINA Swimming World Championships in the Duna Arena in Budapest, Hungary, 30 July 2017. EPA/TIBOR ILLYES HUNGARY OUT

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