Mentre assonnato all’una di notte guardo la finale del circuito Ironman da Kona ragiono sugli sport nei media e su tante discipline minori che lamentano una scarsa visibilità.
Si, ci si lamenta sempre che il calcio occupa tutte le pagine sportive dei quotidiani e che in televisione non si vede altro, con una statistica di verità troppo vicina al 100%, sto guardando questo spettacolare evento non su un canale a pagamento bensì comodamente dal mio smartphone, televisore tramite Xbox one e adesso a letto su iPad, con una super diretta Facebook spezzata in due blocchi, credo per limiti di durata.
Quindi è chiaro che se uno sport ha una risonanza mediatica, il modo di portarlo nei media esista, come chiarisce lo sponsor della diretta Amazon, che notoriamente non è generoso con le “palanche”, chiedete un attimo ai dipendenti di magazzino con polemiche più o meno recenti.
È anche vero che Ironman è un brand che vende tantissimo merchandising on line, sebbene non come lo sponsor dell’evento appena citato, che noi triathleti utilizziamo spesso Amazon per acquistare introvabili parti di bici e scarpe miracolose da corsa dall’altra parte del mondo per guadagnare centesimi di secondo forse, ma i follower attivi ora sono 49mila sparsi nel mondo.
Una copertura di telecamere incredibile, dei fantasiosi telecronisti raccontano 3,8 km di nuoto, transizione uno, 180 km di bici, una seconda transizione, una maratona come quelli della bici non potrebbero davvero, ma dopo 6h48’ di gara siamo ancora incollati ad ascoltare in inglese. Saremmo pochi anche per una tv locale credo, eppure Amazon ci investe soldi e nome, per uno sport decisamente elitario per quel che riguarda la partecipazione economica, dal pettorale ai pernottamenti in giro per il mondo, e fisica, sicuramente la full distance ma anche le sorelle minori, half distance, olimpico e sprint.
In realtà è un po’ la Ny city marathon del triathlon, la gara cui tutti triathleti vorremmo partecipare ma cui in pochi possono agognare, ancora meno arrivare a guadagnare una slot per andare a spendere soldi a Kona, e i sogni vanno alimentati, anche grazie a una diretta, così ogni mattina un triathleta si sveglierà un paio d’ore prima dell’alba, andrà in piscina ancora sonnecchiante e nutrirà i suoi sogni tanto nel cloro quanto nel sudore della corsa e della bici.
Non ci sono ore utili in televisione per dirette di Ironman, o forse le aziende che questa settimana hanno traslocato a Kona per un Expo epico non hanno soldi utili per sponsorizzare programmi mirati.
Chissà!?! Quel che è certo è che Kona ha creato un evento mediatico mondiale, che ci tiene svegli fino a notte inoltrata, senza interruzioni pubblicitarie e oltre 8 ore di diretta.
Uno sport puro? Diritti televisivi gestiti in maniera moderna? Quel che è certo è che questa notte vale tanto quanto un super bowl per noi triathleti, che
domattina con le borse sotto gli occhi, stanchi dall’allenamento del sabato affronteremo un’altra giornata incastrando famiglia e fatica, sognando Kona, la sfilata delle nazioni, la pants runner ed il caffè al catamarano, eventi collaterali alla gara dei campioni.
Ironman sarà anche una multinazionale avida, che per un tatuaggio che ti vorrai fare ti fa pagare centinaia di euro di iscrizione, ma ti crea sogni che altri sport “minori” non sanno trasmettere…
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?