Marco e la sua Maratona di Valencia
Domenica scorsa alla Maratona di Valencia, c’era anche Marco Gambazza. Ecco il racconto dei suoi 42,195 km. Qualche anno fa dopo aver giocato per vent’anni a calcio avevo smesso per un grosso infortunio al ginocchio; da subito ho pensato che non avrei più fatto nessuno sport e quindi ho cominciato a fumare e mangiare per dimenticare. Dopo qualche […]
Domenica scorsa alla Maratona di Valencia, c’era anche Marco Gambazza.
Ecco il racconto dei suoi 42,195 km.
Qualche anno fa dopo aver giocato per vent’anni a calcio avevo smesso per un grosso infortunio al ginocchio; da subito ho pensato che non avrei più fatto nessuno sport e quindi ho cominciato a fumare e mangiare per dimenticare.
Dopo qualche anno, per caso, ho conosciuto un collega di lavoro che era iscritto ad un gruppo di podismo aziendale e mi ha chiesto se volevo far parte del gruppo. Ero un po’ titubante e incerto perché ricominciare a correre era molto difficile ma piano piano e con enormi sacrifici ho cominciato a partecipare alle prime gare di campionato: con scarsi risultati ma mi piaceva sempre di più.
Improvvisamente dopo due anni, ho deciso di iscrivermi alla maratona di Valencia. Ho iniziato un programma di allenamenti molto duri ma, grazie ad un amico, sono riuscito a portare a termine la preparazione.
Parto in vista di Valencia venerdì 17 novembre da Bologna, su un aereo pieno zeppo di maratoneti italiani.
Arriviamo a Valencia in perfetto orario e ci portano all’albergo con un pullman; ritiriamo il pettorale e poi, al sabato mattina, ci organizziamo per una corsetta in compagnia del pluricampione sulla 100 km, Giorgio Calcaterra: tutti con la maglia azzurra e pettorale numero 1.
La domenica, il giorno della maratona, ci svegliamo prestissimo per essere alla partenza in orario.
Andando verso la partenza ci accorgiamo che siamo tantissimi italiani, sembra che la fila di persone non finisca più.
Partiamo in perfetto orario alle 8.46 con la quarta onda e nei primi km si fa molta fatica a correre ad un buon ritmo.
Al 10 km andiamo bene e con un ritmo corretto; alla mezza maratona passiamo con un buon tempo. Le persone fanno un tifo stupendo e incredibile. Dal 30 km comincio a sentire dei dolori al ginocchio destro ma sembrano tollerabili. Anche i muscoli iniziano ad indurirsi ma riesco a rallentare per evitare i crampi.
Dal 35 km purtroppo non riesco più a correre bene. Ho forti dolori al ginocchio ma la gente incita a tal punto che fermarsi è impossibile.
Arrivo al 40 km che sembra di essere al tour de France, con migliaia di persone che incitano a squarcia gola e alla fine… l’apoteosi: l’arrivo sul bellissimo tappeto azzurro. Il tempo non é quello che avevo previsto, ossia sotto le 4 ore, ma in quel momento passa in secondo piano.
È stata veramente un’esperienza indimenticabile.
E subito dopo l’arrivo stavo già pensando alla prossima maratona.
Marco Gambazza
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