Maratona di Lubiana. Non c’è 5 senza 6
Un’altra maratona, al via 12.000 runners provenienti da 58 Paesi. Un weekend in simpatia tra amici sportivi. E una capitale europea che ti sorprende… Ecco com’è andata la mia Ljubljanski Maraton. Giugno 2017, Campus scientifico dell’Università di Parma. Tutto inizia in un pomeriggio di sole, sport e progetti condivisi con altri amici cronometristi Tdo del […]
Un’altra maratona, al via 12.000 runners provenienti da 58 Paesi. Un weekend in simpatia tra amici sportivi. E una capitale europea che ti sorprende… Ecco com’è andata la mia Ljubljanski Maraton.
Giugno 2017, Campus scientifico dell’Università di Parma. Tutto inizia in un pomeriggio di sole, sport e progetti condivisi con altri amici cronometristi Tdo del network MySdam. L’idea di affrontare un’altra maratona – la numero 6, nel mio caso – aleggiava nella testa già da un po’ di tempo e, grazie all’amica e collega Angela, spunta fuori la proposta di gareggiare nei 42 km di Lubiana.
Lubiana si presenta come una città giovane e verde, una piccola capitale europea dal cuore sportivo. I costi d’iscrizione, tutto sommato contenuti, e la vicinanza geografica – per chi, come me, vive a Vicenza – confermano la scelta. Individuata la destinazione, decido di coinvolgere anche il dinamico Franz, vecchio amico tedesco e compagno di molte gare amatoriali in terra bavarese. Condividendo una birra a Monaco riesco a convincerlo del fascino della nuova sfida, superandone le esitazioni iniziali.
Già, perché una maratona richiede sempre una buona dose di motivazioni, costanza e disciplina. Quest’anno mi sto allenando di meno e alla corsa in piano tendo a prediligere i tracciati misto-collinari e i sentieri alpini. Nonostante gli impegni di lavoro, la calura di agosto e il desiderio di relax estivo, ormai il dado è tratto. Programmo così tre sedute di allenamento settimanale per tre mesi (12 settimane di carico, scarico e ripetute) condite da qualche gara di mezzo fondo. Stavolta decido di prepararmi senza il patema del riscontro cronometrico, bensì per il puro gusto di correre; la tabella di marcia mi aiuta a programmare nuovi obiettivi, a rispettare gli allenamenti e ad affrontare con serenità una nuova fase di cambiamenti… e funziona!
Intanto macino chilometri e con lo scorrere delle settimane ho la sensazione che questa maratona non la vivrò unicamente con lo spirito del runner: certo, la componente agonistica rimane fondamentale, ma complici gli impegni di timing nei weekend, al punto di vista dell’atleta si aggiunge ora quello del cronometrista.
Il mese di settembre è piovoso; segue un ottobre dal clima mite, condizione ideale per chi corre. I due “lunghi” di 31 e 35 km forniscono buone indicazioni sul mio stato di forma, sul ritmo gara da tenere e su come dosare al meglio le energie in vista dei 42 km. A pochi giorni dall’evento, cerco di visualizzare il percorso consultando mappe interattive e video online del tracciato.
28 ottobre, è la vigilia e si parte: tutti a Lubiana! Appuntamento allo Sport Hotel con Franz, poi via all’Expo per il ritiro dei pettorali e per la foto di rito davanti al muro dei partecipanti… Nel centro storico rivedo una sorridente Angela, arrivata in compagnia di simpatici amici che correranno la mezza; sono tutti friulani e triestini, gente della Mitteleuropa, terra e crocevia di popoli, lingue e tradizioni diverse…
Il weekend podistico inizia in Piazza del Congresso con la “Lumpi Run”, una serie di corse non-competitive per bambini suddivise in fasce di età. Nella zona di partenza non posso fare a meno di osservare l’attrezzatura installata da Timing Ljubljana: si tratta del sistema MYLAPS-BibTag, ma per la maratona si utilizza il ChampionChip, con i tappeti-antenna sistemati ogni 5km lungo il percorso; il transito degli atleti viene scandito dal familiare “beep” dei chip di gara, sempre un ottimo riferimento per chi gareggia.
29 ottobre, è il giorno della maratona. Alla partenza entro nel blocco 3, quello delle 3h45′ finali. Vedo anche i pacers che dovrebbero dettare il tempo, ma dopo il gunshot scompaiono a poco a poco, come inghiottiti dalla marea umana (12.000 runner) che comprende anche i partenti della 10km.
Io guadagno subito il lato esterno, sulla sinistra, dove gli spazi son più liberi: attorno un colorato pubblico di sostenitori – molte le famiglie con bambini – ci incita con cartelli, bandiere e tante mani protese per un “five” da scambiare. “Bravo, gremo!” ci gridano, dandoci la carica lungo l’intero percorso.
I primi 5 chilometri rettilinei di Dunajska Cesta diventano così una sorta di parata festante, poi attraversiamo il distretto di Šiška e parco Tivoli, il polmone verde della città. All’intermedio dei 21 km transito con un parziale di 1h52′, in linea con la proiezione finale di 3h45′.
Lungo i punti-ristoro non mi fermo, rallento solo lo stretto necessario per dissetarmi e alimentarmi con pezzetti di frutta. Avanti così fino al 36° km, quando arriva il fatidico “muro” del maratoneta. Le gambe sono legnose ora, mentre lungo gli interminabili viali cittadini soffia un vento insistente che rallenta la falcata: al ritmo gara di 5’20” cedo ora 25-30” al km. Al passaggio del 40° km lancio un’altra occhiata al cronometro, sto andando fuori-range e gli ultimi 2 chilometri sembrano non finire mai…
In dirittura d’arrivo scorgo tra il pubblico super Franz, che ha già concluso la prova con un ottimo personale di 3h21’35”. Stringo i denti e arrivo al traguardo con un più modesto 3h51’51”.
Il personal best della Berlin Marathon è lontano, di oltre 15 minuti, ma le sensazioni sono state buone e ancora una volta sono arrivato in fondo.
Non c’è 5 senza 6.
Con la nuova medaglia di finisher porto a casa l’adrenalina della starting line, l’orgoglio del traguardo raggiunto e il feeling di una magica atmosfera, locale e internazionale al tempo stesso.
E mentre Angela mi viene incontro sorridente per complimentarsi, torno a chiedermi: un’altra maratona? Ce lo dirà il 2018!
Giuseppe Bovino
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?