Molto suggestiva la mezza maratona, che domenica 29 ottobre ha preso il via da Varigotti per arrivare a Loano. La Riviera, il mare e i carruggi hanno tenuto compagnia ai runner. Un migliaio gli iscritti a questa sesta edizione.

Sono le 4.30 di domenica mattina e la sveglia mi avvisa che devo prepararmi: l’autobus organizzato dal Biella Running, la società  con cui sono tesserato, partirà da lì a poco con destinazione Varigotti, località costiera del Savonese, dove alle 9.30 prenderà il via la sesta edizione della Run Riviera Run, sulla distanza di 21,097km, ovvero la mezza maratona.

Una corsa affascinante, soprattutto per il fatto che si parte da un luogo e si arriva in un altro.

Il luogo di partenza è località Malpasso a Varigotti, proprio in piena via Aurelia, la Strada Statale 1, che da Porta San Pancrazio al Gianicolo a Roma porta fino al confine con la Francia, a Ventimiglia, dopo 697 chilometri.

Alle 8.20 precise, come da programma, l’autobus parcheggia in zona partenza, in modo di poter procedere al ritiro del pettorale e del pacco gara.

Molto bella la maglietta ricordo, a cui tengono compagnia, nel sacco gara, una confezione da 5 capsule di caffè Giovannacci, una bottiglietta di acqua Calizzano, un integratore Ultimate, un sacchetto di frutta essiccata Noberasco, una bustina di Arnica Weleda, due penna biro, un buono sconto di 30 euro e due belle manciate di noci sciolte.

La voce dello speaker mi suona famigliare: infatti a svolgere l’attività di animatore è l’amico Giampietro Boscani, con il quale ho condiviso professionalmente più manifestazioni.

Non manca un saluto velocissimo a Luciano Costa, l’organizzatore, giustamente indaffarato nelle attività dedicate alla partenza della gara.

Dopo avere effettuato un po’ di riscaldamento, i miei compagni ed io, ci sistemiamo in griglia. Alcuni atleti, che hanno già preso posizione, sussurrano tra di loro:”Ma quanti sono questi di Biella?”, che per chi è campanilista come me, è veramente una botta di adrenalina.

Dopo la partenza del gruppo che accompagna i Maratonabili, i ragazzi disabili, che ogni volta mi fanno tantissima tenerezza provando tanta stima per gli accompagnatori, viene dato il via alla gara.

Siamo al 29 di ottobre, ma la temperatura è decisamente primaverile, anzi, per il mio gusto personale, fin troppo elevata. So che suderò oltremodo, mi scenderà la pressione e non andrò più avanti. Vabbè, quando sarà il momento me ne preoccuperò.

Siamo in tantissimi, e in poco tempo, sull’Aurelia si forma un lunghissimo serpentone policromo. Tutto attorno l’atmosfera è riempita dal suono delle scarpe che pestano l’asfalto e dal fiatone dei concorrenti.

I paesaggi che si susseguono alla mia vista sono, come sempre, spettacolari. La Riviera delle Palme ha sempre il suo perché, soprattutto per un montanaro come me, che sfrutta queste occasioni per respirare un po’ di iodio.

Ma gli organizzatori hanno voluto esagerare aggiungendo alcuni scorci più interni, come l’incantevole borgo antico di Finale o il passaggio tra i carruggi di Pietra Ligure.

Parto con buon passo, ma di una ventina di secondi al km più veloce del prefissato, però tuttavia sto bene e non sono a tutta.

Al 10° chilometro ho lo stesso tempo tenuto la settimana prima in una corsa locale, ma inizio ad accusare il caldo dando così importanza sia ai ristori quanto agli spugnaggi. Purtroppo ciò che temevo sta arrivando.

Al 12° chilometro devo alimentarmi e sorbisco un gel, ma non mi dà le energie che mi servono. Al ristoro del 15° mi fermo per un altro gel e bere, tanto. Ho sete.

Purtroppo so di avere uno stomaco un po’ birichino, infatti inizio ad avere problemi.

La pressione bassa, le energie che scarseggiano e lo stomaco che vuol dire la sua, mi deconcentrano e trasformano la giusta fatica in tribolazione. Ma voglio stare sotto la media prefissata e stringo i denti.

Ecco finalmente la Marina di Loano, dove è posto l’arrivo, dove gli passiamo a fianco. Qui la mia testa mi abbandona. Mancano circa due chilometri, che dobbiamo coprire con un passaggio nella piazza della chiesa e del Comune, per proseguire verso Ovest fino al giro di boa. I miei occhi hanno visto l’arrivo e la mia testa si impianta come un cavallo testardo e non ne vuole più sapere di andare avanti. Mi raggiungono alcuni compagni di squadra che mi incitano, ma la voglia è solo quella di fermarmi.

Finalmente ecco l’arrivo e l’amico speaker che mi accoglie intervistandomi.

Dopo essermi fatto posare al collo la bella medaglia ricordo, mi lancio sul ristoro finale dove do fondo alle bevande e a qualche fetta di pane e marmellata e l’immancabile “fugassa” ligure.

Intanto si susseguono gli arrivi, chi con la felicità in volto per avere portato a casa la sua personale vittoria, chi invece è cupo in volto: evidentemente non ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissato.

Ma il sorriso dei volontari, così come è stato per tutto il percorso, migliora la situazione e la giornata.

Non mi resta che tornare all’autobus per cambiarmi e concludere il pomeriggio con un incontro di lavoro.

Non posso che concludere il mio personalissimo racconto esprimendo la certezza di avere vissuto una bella esperienza con la Run Riviera Run, che sicuramente merita di essere partecipata, sia per il contesto generale, sia per la provetta organizzazione.

Un plauso a Costa e a tutto il suo alacre e professionale staff.