Maratonina di Busto: la fucina dei PB
Una mezza molto veloce, che ben si pone per provare a registrare il proprio “personale”. Ottima organizzazione che, alla 26a edizione, non ha certo lasciato nulla al caso. E se PB doveva essere, alla fine PB è stato, tra l’altro totalmente inatteso. La Maratonina di Busto era stata messa in calendario dalla società per la […]
Una mezza molto veloce, che ben si pone per provare a registrare il proprio “personale”. Ottima organizzazione che, alla 26a edizione, non ha certo lasciato nulla al caso. E se PB doveva essere, alla fine PB è stato, tra l’altro totalmente inatteso.
La Maratonina di Busto era stata messa in calendario dalla società per la quale corro, il Biella Running di Biella, appunto, nel finale d’estate durante il ritiro in Valle d’Aosta, quando si stese la prima bozza del calendario gare.
Tra le classiche, immancabile la Maratonina di Busto, una bella mezza dove tentare di registrare il proprio PB (Personal Best, il miglior tempo personale), collezionandone il maggior numero possibile a livello societario.
Busto Arsizio è fuori dalle mie rotte sia di lavoro sia ludiche, per cui è una cittadina pressoché a me sconosciuta. So dov’è, niente di più!
A sentire le voci che circolavano tra gli amici, era ben chiaro che la gara potesse essere molto veloce grazie alla mancanza di dislivello, che però penalizzava la panoramicità del percorso.
La preparazione autunnale di squadra prende dunque la strada di avvicinamento al PB di Busto, con allenamenti mirati alla velocità e la partecipazione alla mezza di Loano, calendarizzata un paio di settimane prima di quella varesina, giusto per riprendere il ritmo gara. Mezza in cui già registrai il mio PB di una manciata di secondi.
E niente, il tempo trascorre inesorabile e anche domenica 12 novembre giunge alle porte. Un appuntamento importante, che arriva subito dopo un mio personale impegnativo appuntamento di lavoro, messo in agenda il sabato precedente. Una premiazione di alcuni circuiti ciclistici in Liguria mi porta ad una due giorni intensi. Sabato sera, alle 23.00, finalmente faccio ritorno a casa e posso… cenare! Comportamento non propriamente da atleta, ma è l’unica opzione possibile. All’una di notte finalmente riesco andare a dormire, sapendo che da lì a quattro ore e mezza la sveglia mi avrebbe gettato giù dal letto.
Driiiin! Eccola! Mi alzo e sono già in soglia! Il mio stomaco sta ancora facendo lotta greco romana con la cena! Salto la colazione, mi preparo e mi porto al punto di incontro, che ovviamente è lo stadio di Biella!
Con i compagni di squadra si formano le “macchinate” e si parte.
Giungiamo a Busto poco dopo le 8.00 e troviamo posto in un ampio parcheggio poco distante dalla zona logistica.
Il tutto è incentrato nei locali del palazzetto dello sport, che ospita comodamente tutti i servizi.
Il cupolone è già pieno come un uovo. C’è chi ritira il pettorale e il pacco gara, al cui interno è presente la bella maglia celebrativa l’evento. Le operazioni, grazie al numeroso personale messo in campo, sono rapidissime e in pochissimi minuti sbrigo i preliminari pregara.
All’interno del palazzetto trovano posto anche alcuni stand assiepati di atleti, intanto le gradinate vengono usate come spogliatoio, sebbene questi non manchino all’interno della palestra attigua, dove è anche posto il deposito borse.
Sono le 9.20 e mi accingo ad entrare nella mia griglia di competenza con i miei compagni e compagne di squadra. L’atmosfera è come sempre conviviale e di runner “convinti” ce ne sono veramente pochi.
Alle 9.30 precise lo starter dà il via!
Lo stomaco si è appena svuotato della cena precedente e finalmente mi sento bene. Memore di due settimane prima, parto con il freno a mano tirato. Vedo poco più avanti i palloncini dell’ora e quarantacinque e decido di stare con loro. Sento che potrei dare un tantino in più senza strafare, per cui decido di aumentare un tantino il ritmo, giusto per prendermi del margine sui pacer.
Il percorso, che mi avevano dipinto noioso, a me si rivela invece divertente. Mai impegnativo, ma soprattutto senza lunghissimi drittoni noiosissimi, ma interrotti spesso da svolte. Inoltre, cosa che mi ha aiutato parecchio, è stata la musica sul percorso. Ogni volontario agli incroci era dotato di mini impianto musicale. Sembrerà senza senso, ma quel po’ di musica era sufficiente per rompere la monotonia del gesto della corsa e tenera alta la mia concentrazione.
Recupero sul mio compagno Salvatore, partito una griglia più avanti e lo sprono a stare con me, ma senza esagerare. Siamo al 7° chilometro e come, da programma provo ad aumentare ancora un tantino, giusto per tenermi un po’ sotto la media desiderata, riuscendo così a gestire sia i ristori sia il cedimento che mi aspetto sul finale.
Il ristoro del 10° chilometro è posto all’interno dello stadio e il giro di pista, con il tratto a doppio senso, spezza ulteriormente la monotonia della corsa. Il mio cervello si rilassa e rilancia l’azione. Controllo il tempo e vedo che sono in linea con il tentativo di migliorare il mio PB. Nella mia testa si materializza l’obiettivo.
Al ristoro del 15° sorbisco il secondo gel in programma e, fortunatamente, non sento ancora la fatica, ma so che prima o poi arriverà.
Sono al 19° chilometro e le gambe iniziano a non essere più brillanti. Le sento sforzare e diventare pesanti, e la velocità non è quella di prima. Verifico il computer da polso e infatti ho perso qualche secondo al chilometro, ma sono ancora nella media. Intanto dalle retrovie mi raggiungo i palloncini dei pacer che, controvoglia, devo lasciare passare. Potrei anche provare a tenere il loro passo, ma preferisco fare ciò che sono sicuro di fare.
Ecco che si rientra in città lasciando la periferia, passando attraverso la piazza del Comune e dirigendosi verso l’arrivo.
Non manca più molto e finalmente, ecco l’arrivo. Taglio il traguardo in un’ora 45 minuti e 8 secondi che, in virtù del real time, diventano un’ora 44 minuti e 26 secondi.
Doppio obiettivo raggiunto: registrato il Personal Best sulla mezza maratona di ben tre minuti e abbattuto il muro dell’ora e 45 minuti.
Ovvio che non ho atleticamente fatto nulla di importante, visto che ho preso ben 37 minuti dal maceratese Stefano Casagrande, il vincitore assoluto, ma personalmente ho avuto il mio piccolo successo e tanto mi basta.
Passato il traguardo e ricevuta la meritata medaglia da finisher, mi fermo con i compagni di squadra giunti prima di me in attesa di quelli che seguono.
Nel giro di pochi minuti tutto il Biella Running giunge all’arrivo e si sfrutta l’occasione per posare, così come la maggior parte dei concorrenti, per la foto ricordo.
Sono parecchi i componenti della società che hanno registrato il proprio personale, a riprova che gli allenamenti di gruppo sotto la guida del coach Paolo Vialardi sono stati decisamente produttivi.
Dopo essere tornato in palestra per il ritiro della borsa ed essermi cambiato, mi porto all’ampio ristoro dove trovo tutto il necessario per potere reintegrare le forze.
Raggiungo l’allegra brigata nei pressi delle premiazioni, dove si attende di vedere salire sul palco alcuni compagni di squadra e la società stessa, che ha registrato il 5° posto per partecipazione.
Ripensando oggi, a mente fredda, a questa esperienza, non posso che avere piacevoli ricordi, tanto da mettere la Maratonina di Busto Arsizio tra i miei impegni del 2018, dove si ritenterà il Personale.
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?