Come fai a trovare il tempo di allenarti?
Non ho tempo per allenarmi. Se dovessi stilare una classifica degli ultimi anni della frase più ricorrente che mi sono sentito dire in risposta alla mio essere triathleta, a tutti gli effetti in vetta ci sarebbe: “no, io non ho tempo di allenarmi, tu sei fortunato ad avere così tanta libertà”. Comprendo che per un […]
Non ho tempo per allenarmi.
Se dovessi stilare una classifica degli ultimi anni della frase più ricorrente che mi sono sentito dire in risposta alla mio essere triathleta, a tutti gli effetti in vetta ci sarebbe: “no, io non ho tempo di allenarmi, tu sei fortunato ad avere così tanta libertà”.
Comprendo che per un profano di questa disciplina, anche solo concepire di svolgere tre attività diametralmente opposte possa apparire complicato, ma vi assicuro che lo è veramente.
Non voglio illudervi, è più difficoltoso di quanto possa sembrare, ma in realtà è anche più semplice di quello che è.
Amo definire i triatleti “Re dell’incastro”. A meno che non si tratti di professionisti, la stragrande maggioranza di noi, deve essere in grado di inserire le singole attività all’interno della giornata come tessere di un puzzle, creando un disegno armonico che possa portarci al risultato desiderato. Lavoro, famiglia, figli, fidanzate, mogli, commercialisti, dentisti, fanno parte integrante del nostro piano d’allenamento e si collocano nella nostra ipotetica time-line in ordine del tutto casuale.
Complici della nostra passione ci arricchiamo di esperienze sempre più complesse e articolate che noi amiamo chiamiamo sfide. La sfida non è la gara, quello è il mero consacramento delle nostre fatiche. La vera sfida è il quotidiano, l’imprevisto, l’avvenimento casuale che ci impedisce di svolgere in maniera “corretta” il nostro allenamento, la prova più dura da superare è con il nostro voler essere.
Il tempo è un concetto relativo, assoggettato comunque alla motivazione che spinge il moderno amatore. La motivazione è alla base della pianificazione, unico vero volano in grado di muovere i nostri intenti nella giusta direzione attraverso i molteplici impedimenti della nostra quotidianità. Non siamo atleti professionisti (anche se ci comportiamo come tali), siamo solo “lavoratori alla riscossa” in attesa di conquistare la nostra meritata fetta di gloria, interpreti di una vita sempre più frenetica, complica, impegnativa e stressante. Amiamo (o facciamo finta di farlo) il nostro lavoro, tanto quanto facciamo con lo sport.
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?