Triathlon olimpico: le domande più frequenti
Nuoto in acque libere, transizioni da pro, materiali… Ivan Risti risponde alle domande più frequenti sulla distanza olimpica del triathlon.
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Dopo il successo del primo articolo sulle domande e risposte dedicate al mondo del triathlon (con focus sulle brevi distanze), esploriamo ulteriori tematiche legate alla distanza olimpica.
1. Domanda: nuoto in acque libere
‘È la stessa cosa nuotare nel lago o in mare?’
Assolutamente no. Nuotare in mare, da una parte è più facile per via della galleggiabilità: l’acqua salata, infatti, aiuta a mantenere un assetto migliore. Nello stesso tempo, però, il sale dell’acqua contribuisce a irritare maggiormente la pelle del collo a contatto con la muta. Ricordarsi dunque di spalmare abbondante vaselina su questa parte del corpo.
Inoltre in mare ci sono meno riferimenti direzionali esterni, quindi è più difficile nuotare mantenendo la rotta giusta.
2. Domanda: allenamenti di nuoto in piscina
‘Come allenare il nuoto per il triathlon in piscina? È giusto utilizzare maggiormente il pull buoy?’
Il nuoto per il triathlon si può allenare in piscina, basta variare i tipi di lavori e utilizzare tutti gli attrezzi che abbiamo a disposizione. Il pull buoy può esserci d’aiuto, anche perché riesce a ricreare la galleggiabilità che si prova quando nuotiamo con la muta, ma non deve diventare una dipendenza. A tal riguardo, questo articolo sull’utilizzo del pull buoy può fare al caso nostro.
3. Domanda: transizione nuoto-bici
‘È possibile togliersi completamente la muta prima di arrivare in zona cambio?’
Il regolamento parla chiaro: non è possibile. L’art. 95 del regolamento infatti dice: ‘dall’uscita dall’acqua e fino alla propria postazione in zona cambio, è consentito abbassare la muta sino al giro vita. In corrispondenza della propria postazione è obbligatorio rimuovere la muta’.
Questo articolo svela alcuni consigli per fare una transizione super.
4. Domanda: allenamenti combinati
‘Quanti allenamenti combinati bisogna fare? E come eseguirli?’
Soprattutto quando si è agli inizi, gli allenamenti combinati sono molto importanti perché aiutano ad adattare il corpo sia a livello muscolare che cardiocircolatorio. Logisticamente, è più facile fare un combinato bici-corsa; nuoto-bici è un po’ più complicato.
In generale i combinati sono allenamenti da svolgere con regolarità quando ci avviciniamo alle gare. Le modalità possono variare di volta in volta: possiamo fare un allenamento corposo di una disciplina (ad esempio: uscita lunga in bici inserendo dei lavori) e, a seguire, pochi minuti di un’altra (ad esempio: una corsa di 10 minuti solo per adattare il cambiamento di sensazioni). Infine si possono anche svolgere mini triathlon nuoto-bici-corsa da ripetere più volte (con adeguato recupero).
5. Domanda: utilizzo delle scarpe da corsa in bici
‘Faccio fatica ad adattarmi alle scarpe con le tacchette: posso fare la frazione di bici utilizzando le scarpe da corsa?’
Bisogna fare un distinguo: se dobbiamo affrontare un triathlon super sprint e siamo alle prime armi, allora sì. Se invece dobbiamo buttarci su una gara più lunga è meglio di no, perché le scarpe da corsa non sono adatte per pedalare tanti chilometri. In ogni caso, è meglio approcciare le distanze più lunghe del triathlon con gradualità, dandosi il tempo per acquisire dimestichezza non solo con la triplice, ma anche con i diversi materiali da gara, come appunto le scarpe da bici con le tacchette.
In collaborazione con Volkswagen ID. Buzz
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Antonio Cassataro - 2024-05-25 06:57:04