La Gara Perfetta, capitolo 2: Race Day.
Lo scorso o il prossimo Weekend si sarebbe dovuto svolgere l’appuntamento dell’anno: IM Italy Emilia-Romagna. Cervia era divenuta tappa obbligata per un gran numero di triathleti della zona e non solo.
Rewind al febbraio 2020: Covid-19, lockdown, sospensione delle attività sportive, annullamento di tutte le manifestazioni, tranne Cervia, per la quale la speranza era viva.
Ognuno ha affrontato questo periodo in modo diverso e con stati d’animo diversi: chi si è allenato sfruttando i supporti indoor, chi si è reinventato in altre attività collaterali, chi è caduto in stato catatonico e non si è allenato, insomma, come ho già scritto in un articolo precedente, ho cercato di mettere in campo un bel po’ di strategie diversificate per venir incontro ad ogni esigenza dei miei atleti.
Non mi soffermerò su ciò che abbiamo fatto tecnicamente e metabolicamente in questo periodo, ma vorrei aprire una riflessione più ampia sulla gara e sul percorso che bisogna affrontare per prepararsi ad un palcoscenico come l’Evento dell’anno.
Ho già sostenuto che la prestazione è una conseguenza.
In che senso?
Conseguenza: prodotto del percorso che si affronta durante un periodo di allenamento finalizzato.
Le componenti che influenzano la prestazione stessa sono molteplici e non vanno soltanto ricercate nelle esercitazioni metaboliche o tecniche, ma sono un insieme di capacità psichiche e sociali, tecniche e cognitive, motorie, di predisposizione, mobilità articolare, forza ecc..
E’ limitativo continuare ad insistere solo sulle esercitazioni metaboliche, poiché la prestazione è plasmata dal percorso di benessere e soddisfazione a tutto tondo che si costruisce durante il Viaggio di avvicinamento ad una gara.
Il giorno di gara o Race Day, è quello nel quale si raccolgono i frutti del viaggio, si festeggia, si gareggia con la propria attitudine migliore, si assaporano le giuste sensazioni e, leggeri, si arriva ad una grande prestazione.
Parlando con il mio Coach, abbiamo convenuto di mutuare la “operazione sorriso” ed aggiungo, coi mie atleti l’hashtag #nostress, perché è importante divertirsi, in salute e senza stress ulteriori oltre a quelli ai quali siamo sottoposti nella vita, perché lo sport amatoriale, a mio avviso, è divertimento.
Questo non vuole dire dimenticarsi delle esercitazioni tecniche o non lavorare scientificamente sui nostri parametri, cercando di mettere in campo le strategie migliori, assolutamente, ma intendo esprimere che il risultato di gara non sarà l’obiettivo ma appunto la conseguenza del benessere psicofisico che raggiungeremo nel nostro avvicinamento, scoprendo nuove capacità, imparando e superando i nostri limiti.
Dimenticavo una cosa importante:
No Pain, No Gain per me non esiste!!!
La zona del successo non è nel dolore, ma nel benessere.
Condividendo un progetto tecnico e di benessere, siete così sicuri che il TEMPO sul cartellone o sul foglio classifica sia così importante?
Detto questo, tagliamo il prossimo traguardo con il sorriso e, magari, pensando alla fortuna che abbiamo nel vivere e condividere determinati momenti ed emozioni con le persone che portiamo nel cuore.
a Claudio.
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